La potatura del susino è una pratica fondamentale all’interno della coltivazione di questa pianta.
Come abbiamo già visto in molti articoli, potare i tuoi alberi può portare loro solo benefici: cresceranno più robusti e saranno più produttivi per quanto riguarda i frutti, più abbondanti e qualitativamente migliori. Per quanto riguarda il susino, inoltre, la potatura non è un affare eccessivamente complicato e dalla difficile messa in pratica.
Nonostante l’esistenza di diverse varietà di susino, ci sono dei criteri di potatura che, per nostra fortuna, si mantengono identici in maniera trasversale.
In questo articolo ti spiegheremo per filo e per segno in che modo potare questo albero e quali linee guida seguire.
Partiamo!
Indice
Il susino: caratteristiche principali
Prima di entrare nel vivo dell’articolo e concentrarci sulla potatura, ripassiamo assieme alcune delle caratteristiche più importanti di questa pianta.
Il prunus domestica o prugno europeo, comunemente chiamato anche con il nome di susino, appartiene alla famiglia delle Rosacee.
I fiori sono bianchi, mentre i frutti che produce sono conosciuti come prugne o susine e sono generalmente di sapore dolce, anche se i frutti prodotti da alcune varietà di prunus tendono ad avere un sapore decisamente più aspro.
Quali sono, allora, queste varietà? Per semplicità, le dividiamo in due grandi gruppi:
- le varietà di susini europei, le quali si adattano bene alle zone fredde e temperate; tendono ad avere un portamento assurgente, che dunque si sviluppa verso l’alto
- le varietà cino-giapponesi, le quali prediligono invece luoghi con estati precoci e temperature calde; assumono una forma più aperta rispetto a quella assurgente delle varietà europee
È una pianta di grandezza media e, a seconda della varietà, può raggiungere anche gli 8m di altezza.
Una delle prime differenze tra le diverse varietà di susino in materia di potatura, riguarda la quantità di interventi: infatti, le varietà cino-giapponesi producono un numero maggiore di fiori e frutti, mentre le varietà europee producono soprattutto sui rami più corti, generalmente chiamati “mazzetti di maggio”. Di conseguenza, se dovessi coltivare delle varietà cino-giapponesi preparti: dovrai intervenire più spesso.
Ma iniziamo subito a darti delle indicazioni più precise.
Quando potare il susino?
Uno degli errori più comuni che puoi fare durante le operazioni di potatura è quello di non indovinare il momento migliore.
Per quanto riguarda il susino adulto, ci sono due momenti in cui devi assolutamente intervenire:
- in inverno, quando il susino è secco
- in primavera-estate, quando il susino è invece rigoglioso
Per quanto riguarda l’intervento invernale, ti consigliamo di aspettare sempre la fine delle gelate; in questo modo potrai valutare i danni causati dal freddo e fare un calcolo produttivo reale in base alle gemme ancora a tua disposizione.
Se il susino è invece una pianta ancora giovane, potalo in primavera, prima che germogli; così facendo lo aiuterai a prevenire le infezioni e ad avere una forma strutturata.
Bene, una volta stabilito il quando, vediamo il come.
La potatura di formazione
Prima di concentrarci sul primo tipo di potatura, la potatura di formazione, devi innanzitutto decidere quale forma vuoi dare al tuo susino. La forma, come vedremo subito, dipende dalle modalità secondo le quali deciderai di coltivarlo:
- forma a palmetta, che ben si adatta a piante che non hanno abbastanza spazio per poter sviluppare una chioma considerevole
- forma a vaso, che lascia illuminata la parte centrale della chioma e aiuta così la fruttificazione
- forma a piramide, che permette un ampio sviluppo della chioma
Vediamo dunque come cambiano le regole di potatura in base alla forma che scegli di dare al tuo albero.
La potatura di formazione: forma a palmetta
La forma a palmetta è particolarmente indicata se hai bisogno di un piccolo aiuto in fase di manutenzione e di raccolta; è infatti una chioma, diciamo, bidimensionale e che si estende per un massimo di 3m.
Queste le regole da seguire per potare il susino così allevato:
- nel momento della messa a dimora pota l’astone a 70cm da terra
- se decidi di lasciare intatto l’astone in modo da avere una maggiore produzione di frutti, alleva due branche opposte e inclinale ogni anno di almeno 40 gradi, distanziandole tra loro di 70cm. Per quanto riguarda l’inclinazione, aiutati con dei tiranti o con delle canne fissate al terreno
- tutte le altre ramificazioni non utili alla chioma dovranno essere eliminate
- elimina le branche solo nel caso in cui dovessero essere eccessivamente cariche di germogli
La potatura di formazione: forma a vaso
Hai deciso di coltivare il tuo susino secondo la forma a vaso?
Ecco le regole che devi seguire in materia di potatura:
- durante la messa a dimora, pota l’astone a 80cm da terra
- dopo un anno, inizia ad allevare le branche principali: dovranno essere tre, inclinate ad almeno 30 gradi
- durante l’estate cima il getto principale e poi eliminalo durante l’inverno; sempre durante l’estate, elimina anche le ramificazioni che crescono sotto il punto di sviluppo delle branche
- il secondo anno, inizia a cimare le branche principali sopra la gemma da cui partiranno le sotto-branche
- elimina i succhioni troppo vigorosi
- il terzo anno, durante la primavera, cima i rami a una distanza di 80cm dalle branche secondarie, in modo da favorire nuove ramificazioni
La potatura di formazione: forma a piramide
L’ultima forma secondo la quale puoi modellare il tuo susino è quella a piramide. Ecco i consigli da seguire in materia di potatura:
- durante la messa a dimora, pota l’astone a 1.20m da terra
- nel primo anno, scegli almeno cinque germogli: il primo servirà a far crescere l’albero verso l’alto, mentre gli altri quattro saranno le branche principali, da curvare di 60gradi rispetto all’astone
- il secondo anno cima le ramificazioni laterali troppo dritte o orientate verso l’alto
- dal terzo anno dovresti iniziare ad avere una chioma importante, dunque potrai occuparti solo di tagli di contenimento
La potatura di produzione
La potatura di produzione è così chiamata perché volta essenzialmente ad aumentare e migliorare la fruttificazione della tua pianta.
Gli interventi in tal senso sono essenzialmente tre:
- sfoltisci i rami fruttiferi; devi eliminare i rami troppo vicini alla base o tra loro, soprattutto quelli che si incrociano o che si sviluppano verso l’interno della chioma. Ricorda: non cimare mai i rami al loro primo anno, bensì aspetta che entrino nel secondo anno. In questo modo genereranno anche loro rami misti o i cosiddetti “mazzetti di maggio”
- dirada i frutticini durante la stagione primaverile-estiva. Questa pratica è utile per evitare l’alternanza di produzione e la differenziazione a fiore delle gemme per l’anno successivo. Se sei indeciso sulla tempistica, osserva il nocciolo: non deve essersi ancora indurito. Ricorda però di lasciare 6 o 7 frutticini per ramo
- elimina i succhioni e i polloni, soprattutto nelle piante giovani a cui la loro formazione toglie moltissima energia
Potatura del susino: qualche consiglio pratico
In conclusione, effettua una potatura di rinnovo ogni volta che troverai dei rami danneggiati o indeboliti, colpiti da malattie o sferzati dal vento.
Ricorda di utilizzare sempre le dovute accortezze durante tutto il processo di potatura:
- disinfetta sempre i tuoi strumenti
- taglia i rami in maniera netta e senza sfibrare il legno, favorendone la cicatrizzazione
- i tagli effettuati sopra le gemme devono essere inclinati, in modo da evitare dei pericolosi ristagni d’acqua
Insomma, anche per il susino valgono le grandi regole della potatura: non esagerare con la quantità di tagli, mantieni la forma voluta, sfoltisci i rami per aiutarne la produzione, elimina tutto il secco che non aiuta la pianta.
In bocca al lupo!
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