L’asparago selvatico (Asparagus acutifolius, L.) è una pianta sempreverde che si può trovare tutto l’anno in Italia, soprattutto nelle vicinanze dei boschi e dei terreni incolti.
Viene chiamato anche asparago spinoso o pungente per via delle spine che si ritrovano alla base delle foglie. Proprio per questa caratteristica viene a volte confuso con il pungitopo, pianta che però ha tutt’altra destinazione.
L’asparago è infatti molto apprezzato in cucina. I germogli dell’asparago, dal gusto amarognolo, sono impiegati e apprezzati sia come ingrediente di gustosi primi piatti, sia per preparare frittate, sughi e secondi.
Vediamo insieme come riconoscere gli asparagi selvatici e quando raccoglierli.
Indice
Asparagi selvatici: come riconoscerli
L’asparago selvatico si distingue da quello comune proprio per le spine presenti alla base dell’apparato fogliare; la presenza di queste spine rappresenta il loro tratto distintivo rispetto alle altre specie di asparagi.
La pianta cresce fino a 1300 metri di altezza nei pressi di boschi, macchie e siepi. Fiorisce a fine estate, e quando raggiunge la piena maturità produce una bacca di colore verde.
La parte commestibile è il turione, ossia il getto della pianta destinato a trasformarsi in fusto. Il getto viene raccolto in età giovane per poter essere consumato a tavola.
Rispetto all’asparago comune, l’asparago pungente ha un gusto più deciso e saporito: per questo sono più ricercati da chi ama i gusti forti.
Asparagi selvatici: come raccoglierli
fonte: Wikipedia
La pianta dell’asparago è dotata di rizomi, ossia fusti che crescono sotto terra: proprio dai rizomi dipartono i turioni, la sezione commestibile.
Dal momento che è il getto della pianta ad essere consumato, bisogna fare attenzione a come si preleva dalla pianta: esso va tagliato accuratamente e non strappato, onde evitare danneggiamenti ai rizomi e l’impossibilità di generare nuovi getti.
Un’altra importante componente riguarda la maturazione della pianta: nel periodo primaverile vanno evitate le estrazioni dei turioni per lasciare la pianta libera di completare il suo ciclo vegetativo fino alla fruttificazione.
In questo modo nel terreno si accumulano le sostanze necessarie per permettere alle piante di continuare a sopravvivere e a produrre fino all’anno successivo.
L’asparago pungente può essere coltivato anche in orto tramite semina o impiantando i cespi.
Asparagi selvatici: proprietà nutrizionali e benefici
Le proprietà nutrizionali degli asparagi selvatici li rendono perfetti ingredienti da introdurre nelle diete ipocaloriche per il loro basso apporto di calorie a fronte di un grandissimo apporto nutrizionale.
Gli asparagi pungenti sono costituiti per il 90% da acqua; contengono poco sodio, quindi possono essere tranquillamente consumati da chi soffre di ipertensione o ritenzione idrica, e una bassa percentuale di grassi, scongiurando il pericolo di influire sul colesterolo e sull’ipertrigliceridemia.
Sono anche ricchi di vitamine, specialmente la provitamina A e le vitamine dei gruppi E, C, B e K.
La provitamina A è nota per la sua azione antiossidante. Grazie alla sua capacità di neutralizzare i radicali liberi riduce notevolmente le infiammazioni, riequilibrando lo stato della pelle, delle mucose e dei capelli.
Le vitamine dei gruppi C e B sono note per l’influenza sulla rigenerazione cellulare e sul sistema immunitario, e per questo vengono definite le vitamine anti invecchiamento.
Le vitamine del gruppo K e del gruppo E agiscono attivamente contro l’invecchiamento cellulare e proteggono l’apparato scheletrico.
Chi combatte contro la cellulite, inoltre, troverà un valido alleato negli asparagi: l’alta concentrazione di un sale minerale come il potassio aiuta l’azione di contrasto della ritenzione idrica.
Manca ancora un protagonista tra le proprietà benefiche da citare non solo per l’asparago selvatico, ma per tutte le varietà di asparagi: l’asparagina, da cui la pianta prende il nome, è una molecola potentissima per le sue proprietà diuretiche e disintossicanti per reni e fegato.
Proprietà antitumorali degli asparagi
L’aspetto più sorprendente legato agli asparagi selvatici, oggetto continuo di studio da parte degli esperti, è legato alla presenza di due saponine, la protodioscina e la protodiogenina.
Questi due elementi naturalmente presenti negli asparagi si sono rivelati scientificamente capaci di inibire e bloccare la diffusione delle cellule tumorali nel colon.
Proprio negli asparagi selvatici la loro concentrazione è fino a dieci volte superiore rispetto agli asparagi coltivati.
Tuttavia, per mantenere tale proprietà, bisogna rispettare un preciso consiglio: gli asparagi non vanno lessati, altrimenti perderebbero le due saponine e, con esse, questa importante azione preventiva e difensiva per il nostro organismo.
Meglio consumarle crude o in insalata per proteggere le loro proprietà benefiche.
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