Vengono ancora considerati frutti tropicali, ma sono in realtà consumati ogni giorno nei mix di frutta secca: gli anacardi, nome scientifico Anacardium occidentale, L., fanno parte a pieno diritto dell’alimentazione quotidiana degli italiani.
Scopriamo di più sull’origine della pianta di anacardi, sulle tecniche di coltivazione e sulle proprietà dei frutti.
Indice
Anacardi: caratteristiche botaniche
L’anacardio è un albero da frutto tropicale, originario dell’Amazzonia e in seguito diffuso in India per esportazione del seme.
Proprio Brasile e India sono, a tutt’oggi, i paesi con maggiore produzione di anacardi, complice il clima perfetto per la crescita rigogliosa di questa pianta.
Appartiene alla famiglia delle Anacardiacee e si distingue per la presenza contemporanea di due frutti: uno fresco, detto “mela d’anacardio”, e uno secco, detto “mandorla o nocciola d’anacardio”.
Quello che consumiamo a tavola è la parte secca del frutto. La parte fresca è, in realtà, un falso frutto, trattandosi di una modificazione del fiore. La mela d’anacardio è caratterizzata da buccia liscia e colore giallo-rosso.
Tuttavia, nei paesi produttori il falso frutto dell’anacardio è ugualmente consumato e impiegato nelle preparazioni culinarie.
L’albero di anacardio può raggiungere fino ai 14 metri di altezza, 6 se coltivato nella varietà nana. Le foglie, disposte a spirale, hanno una particolare forma ellittica e sono generalmente molto lunghe, fino a 15 cm.
I fiori sono raggruppati in agglomerati composti da fiorellini piccoli e bianchi, con cinque petali sottili a punta.
Anacardi: coltivazione
Clima ed esposizione
Trattandosi di piante tropicali, è facile immagine che l’albero di anacardio ben tolleri le temperature alte.
La pianta resiste dai 10 ai 45 gradi di temperatura, anche se fatica ad accettare condizioni di freddo medio. Muore totalmente in caso di gelo, ed è per questo che in Italia non riesce ad essere coltivato.
La migliore esposizione per l’anacardio è in pieno sole.
Terreno
L’albero di anacardio trova miglior alloggio in un terreno sabbioso e a pH acido.
Va segnalato che riesce comunque ad adattarsi a molti terreni, anche poco fertili, se ben nutrito con la concimazione.
Irrigazione e concimazione
L’anacardio non necessita di un’irrigazione aggiuntiva, rispetto alle tipiche piogge tropicali che assolvono già a questo compito.
E’ abituato anche ai terreni secchi, dovuti ai periodi di siccità delle zone tropicali.
Le piogge potrebbero danneggiare i fiori, soggetti spesso a marciume. Sarebbe ideale riuscire a proteggerli da questa minaccia.
L’albero non necessita, inoltre, di una particolare concimazione, se il suolo in cui è piantato non è difficile e infertile.
Messa a dimora e moltiplicazione
L’albero di anacardio si riproduce per semina e per innesto.
La semina è ancora la tecnica più diffusa e avviene direttamente nel terreno dove il clima lo consente.
Se ben irrigato, la pianta ha una crescita velocissima fino al germoglio; per la produzione di frutti trascorrono solitamente dai 3 ai 5 anni, per poi sopravvivere per altri 50.
L’innesto è una pratica possibile ma poco diffusa, per via della difficoltà di trovare cultivar vicine.
Raccolta
L’albero può produrre fino a 35 kg di anacardi ogni anno.
I frutti si formano durante la stagione secca, e verso la fine del periodo invernale avviene la raccolta.
Come si ottengono gli anacardi
Se pensate che basta sbucciare i frutti per trovare i semi di anacardi e consumarli così come sono in natura, vi state certamente sbagliando.
L’anacardio puro è infatti a contatto con tre sostanze tossiche per l’essere umano: una resina fenolica, utilizzata come insetticida, l’acido anacardico, molto irritante, e l’urushiol, una sostanza che si trova anche nell’edera velenosa.
Va da sé che la lavorazione dell’anacardio è lunga e complessa, e ciò giustifica l’elevato prezzo di vendita rispetto ad altra frutta secca.
L’acido anacardico viene prima eliminato attraverso il calore. L’anacardio in guscio viene quindi tostato per facilitare l’estrazione del seme; dopodiché, lo stesso seme viene nuovamente scottato per poter rimuovere la pellicola protettiva.
Questo lungo processo di lavorazione fa sì che sulle nostre tavole arrivi circa il 10% di anacardi rispetto a quelli raccolti.
Proprietà dell’anacardio
Le proprietà benefiche dell’anacardio possono essere paragonate a quelle di molti altri frutti secchi, come le mandorle, le noci, le nocciole eccetera.
Grazie all’alto concentrato di acido oleico, gli anacardi hanno un effetto positivo sulla circolazione sanguigna, sul controllo del colesterolo e dei trigliceridi.
Contengono numerosi sali minerali e vitamine, tra cui il rame, per prevenire la carenza di ferro, il magnesio, con indubbi benefici per le ossa, la tirosina, antenata della melanina, e le proantocianidine, sostanze con effetti positivi sulla prevenzione del cancro al colon.
Non sono solo i frutti, però, ad essere importanti per i produttori di anacardio. La pianta si presta ad una vera e propria differenziazione dell’uso con tutte le sue componenti.
Dal guscio si estrae un inchiostro indelebile, il succo del falso frutto funziona bene contro le termiti, dalla pianta vengono prelevati una gomma e un liquido lattiginoso con cui realizzare delle vernici.
L’anacardio è una pianta utile a tutto tondo, sia per uso commestibile che non.
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