Gli alberi da frutto rientrano tra le coltivazioni più diffuse non solo per la grande produzione, ma anche tra chi ha un orto o un giardino annesso alla propria abitazione e vuole mettere alla prova il proprio pollice verde.
Insieme alle piantine aromatiche, infatti, la maggior parte dei giardini privati italiani sono coltivati con alberi da frutto, sia a scopo produttivo, quindi per mangiare effettivamente i frutti raccolti, sia semplicemente a scopo ornamentale.
Qualunque sia il fine della loro coltivazione, gli alberi da frutto hanno dei tratti e delle caratteristiche in comune che ogni agricoltore in erba deve conoscere per farli crescere bene.
Scopriamo insieme le tecniche di coltivazione che riguardano tutti gli alberi da frutto.
Indice
Alberi da frutto: come distinguerli
Iniziamo dicendo che non tutti gli alberi da frutto sono uguali.
Parlare di tecniche universalmente valide sarebbe sbagliato. Ogni pianta ha delle esigenze colturali e ambientali a sé stanti, quindi è bene informarsi su come coltivare ogni singola pianta da frutto che acquistiamo e che intendiamo trapiantare nel nostro terreno.
In linea generale è anche importante saper riconoscere la tipologia di albero da frutto che vogliamo acquistare.
Non basta, infatti, basarsi sul frutto che vorremmo avere nel nostro giardino: prima di coltivarlo dobbiamo essere sicuri di avere abbastanza spazio per le sue radici, di poterlo esporre al sole così come serve, né troppo né troppo poco, e che il clima della nostra zona sia adeguato allo sviluppo della pianta.
Le piante da frutto si distinguono solitamente in base a diverse caratteristiche comuni, elencate qui di seguito.
Grandezza dei frutti
I frutti si distinguono semplicemente in piccoli e grandi.
Tra i piccoli rientrano il ribes, le more, i lamponi, i mirtilli, l’uva, le fragole (impropriamente definiti frutti, dato che i veri frutti sono i semini gialli attaccati alla buccia), e tutti gli altri frutti di bosco.
Tutti gli altri frutti a noi noti sono considerati grandi frutti: mele, pere, arance, mandarini, cachi, banane, noci, fichi, nocciole, pesche, castagne eccetera.
Tipologia di pianta
Riconosciamo due tipologie di pianta principali: le forme arboree, che quindi si sviluppano come veri alberi, e le forme arbustive, dove non si creano alberi ma veri e propri cespugli e arbusti che occupano generalmente il sottobosco.
In quest’ultima categoria rientrano, ad esempio, tutti i sopracitati frutti piccoli.
Forma della chioma
Conoscere la forma della chioma è fondamentale per scegliere consapevolmente gli alberi da coltivare nel proprio orto.
Alberi dalla chioma globosa, ad esempio, occupano molto spazio: coltivarli in un giardino privato non particolarmente grande potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata.
Fanno eccezione gli agrumi, che, nonostante la forma a globo, non occupano molto spazio. Questi alberi richiedono comunque una forte esposizione solare durante il giorno.
Gli alberi più frequentemente piantati negli orti privati sono quelli a chioma libera, dove l’intervento per definirne la forma è assente e la chioma non si espande più di tanto.
Rientrano in questa categoria pesco, susino, albicocco, ciliegio, melo, pero e le altre piante appartenenti alla categoria delle drupacee e delle pomacee, alte massimo 4 metri.
L’ultima forma è quella definita a palmetta, con la chioma appiattita in varie versioni. Questa chioma bassa la rende ottima per i giardini e gli orti piccoli, anche se risulta più laboriosa da realizzare.
Alberi da frutto: come coltivarli
Ciononostante, non è errato dire che esistono delle caratteristiche comuni a tutte le piante da frutto.
Queste caratteristiche riguardano soprattutto la scelta del terreno, il modo in cui la pianta va nutrita e irrigata, e alcune tecniche di raccolta dei frutti.
Partendo dalla preparazione del terreno prima della semina o della messa a dimora della piantina e arrivando fino alla raccolta della produzione, quindi, possiamo tracciare delle linee guida generali valide per tutti gli alberi da frutto.
Radice: come scegliere la pianta da acquistare?
Quando ci rechiamo in un vivaio e decidiamo di acquistare una pianta da frutto, ci si pongono davanti due possibilità: comprare la pianta in vaso o comprarla a radice nuda.
Nel primo caso viene venduta la pianta già radicata in un vaso di dimensioni adeguate.
Si dovrò attendere la stagione giusta per trapiantarla nel terreno, avendone cura nel periodo che precede il trapianto.
La pianta venduta a radice nuda è stata staccata direttamente dalla pianta madre e ripulita dalla terra.
E’ una pianta che andrebbe quindi messa subito a dimora in terreno, evitando il passaggio in vaso.
Va da sé che l’acquisto sarebbe da effettuare nel periodo in cui la pianta deve essere coltivata.
Comprare una radice nuda per poi piantarla in terreno due mesi dopo sarebbe totalmente inutile.
Quando piantare un albero da frutto?
Dal momento che l’infiorescenza di quasi tutte le piante avviene in primavera, il momento migliore per piantarle in terreno è quello autunnale, precisamente tra ottobre e novembre.
Finita la raccolta estiva dei frutti, infatti, si procede sempre alla pulitura del terreno e alla preparazione dello stesso per le nuove coltivazioni.
Queste operazioni si possono fare quando ancora le temperature non sono diventate eccessivamente rigide; per questo novembre è l’ultimo mese utile per poter piantare delle piantine in terreno.
Come curare le piante da frutto
E’ vero che ogni albero ha le sue caratteristiche peculiari e non possiamo qui riassumere tutte le tecniche di coltivazione di ogni singolo albero, ma non è nemmeno errato dire che alcuni stratagemmi funzionano su tutti gli alberi da frutto.
In particolare, per assicurarci una buona produzione di frutti, e questo accomuna tutte le piante, dobbiamo fare attenzione a due fattori principali:
- la concimazione,
- l’irrigazione.
Qualsiasi albero stiamo per trapiantare in terreno, quest’ultimo deve essere prima preparato e concimato con buona sostanza organica, come compost, letame maturo o altro, rendendo il terreno ben ricco di nutrienti.
Il concime specifico varia di pianta in pianta, a seconda delle necessità di fosforo, azoto, potassio o altri elementi; tutte le piante, però, hanno ugualmente bisogno di essere inserite in un terreno ricco di sostanza organica.
Sull’irrigazione possiamo affermare che tutte le piante temono i ristagni idrici.
Il ristagno idrico nasce da una ritenzione dell’acqua all’interno del terreno, dovuta ad un’abbondante irrigazione non supportata da un sistema di drenaggio adeguato.
Troppa acqua, insomma, su un terreno che non riesce a smaltirla in maniera adeguata: questo causa il marciume delle radici, e quindi una mancata assimilazione delle sostanze nutritive del terreno, poiché le radici, che fanno da veicolo tra il terreno e la pianta, non hanno più lo stesso vigore.
Questi due dettagli sono validi per ogni albero da frutto e vanno sempre tenuti in considerazione.
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