La fortuna premia gli audaci, è proprio un dato di fatto: lo sa bene un contadino tedesco che ha guadagnato 773.000€ dopo aver trovato un’antica testa di cavallo in bronzo nel pozzo situato nel suo terreno agricolo.
Questa curiosa storia è composta da vari episodi, ribaltamenti e colpi di scena.
Ripercorriamola insieme e vediamo come questo nostro fortunato collega è riuscito a guadagnare una vera e propria fortuna con un’insolita, quanto gradita, scoperta.
Indice
L’antefatto
La storia che riguarda il ritrovamento di questa testa di cavallo in bronzo inizia nel 1993.
È in questo anno, infatti, che gli archeologi della Commissione Romano-Germanico dell’Istituto Archeologico Tedesco iniziano a svolgere delle attente ricerche nel sito di Waldgirmes in Assia.
Questa regione della Germania faceva dell’Impero Romano, tanto da essere chiamata Magna Germania ed è proprio qui che nel 2009 venne ritrovata un’antica testa di cavallo in bronzo.
Dove?
Nel fondo di un pozzo situato nel terreno di un agricoltore del luogo.
Qualche dettaglio sulla luogo del ritrovamento
Il ritrovamento di questo reperto di bronzo è interessante perché chiarisce alcuni dettagli della presenza romana in Germania: il sito di Waldgirmes, infatti, dimostra che i romani non tentarono di conquistare la regione solo con tattiche militari, ma anche con scambi commerciali e culturali.
Questa ipotesi è confermata anche dalla struttura dell’insediamento tedesco: non c’erano fortificazioni militari, ma case, edifici amministrativi, laboratori di ceramica e falegnamerie.
Che significato aveva la statua?
I lettori più curiosi si staranno senza dubbio chiedendo quale fosse il significato della testa di cavallo e cosa rappresentasse.
Come abbiamo detto, il ritrovamento rappresenta il muso di un cavallo a grandezza naturale realizzato in bronzo e ricoperto d’oro per un peso vicino ai 13 chili.
Gli studiosi si sono interrogati a lungo sulla funzione della statua ed è solo grazie alla ricostruzione del contesto storico in cui si trovava che sono potuti giungere a una corretta interpretazione del suo significato.
Il ritrovamento di una statua così preziosa in una zona come quella di Waldgirmes lascia pensare che, come spiegavamo nelle righe precedenti, i romani abbiano provato ad assimilare culturalmente le popolazioni autoctone piuttosto che sconfiggerle militarmente, tanto che si presume che il centro abitato dove poi venne ritrovato il pozzo con la testa sia stato sgomberato pacificamente e senza scontri armati.
Non sono stati trovati resti di altre statue nell’area perché, probabilmente, queste vennero fuse per riutilizzare i metalli che le costituivano; l’unica eccezione è stata questa testa di cavallo in bronzo che potrebbe essere stata salvata poiché parte di un preciso rituale.
Per le tribù dell’Europa settentrionale era prassi sacrificare i cavalli, lasciando i loro corpi in torbiere o in fiumi: è dunque plausibile credere che la testa di cavallo in bronzo rientrasse in qualche cerimonia rituale simile. Il fatto che siano stati trovati altri materiali di scarto, come macine o massi, sulla testa potrebbe simboleggiare una sorta di sigillo con cui suggellare il sacrificio.
Come è andata a finire?
All’epoca dei fatti, nel 2009, il fortunato contadino venne premiato con una ricompensa di 48.000€; incuriosito dalla scoperta, l’intraprendente agricoltore si è documentato sul frammento ritrovato sul suo terreno.
La scoperta è stata stata particolarmente interessante: il valore reale del frammento di scultura, infatti, era di circa un milione e seicentomila euro.
È a questo punto che l’audace protagonista della storia ha deciso di chiedere una somma decisamente più alta per il suo ritrovamento.
Una volta conclusosi il procedimento giudiziario sulla questione, il Tribunale del Limburgo ha deciso di dare al contadino un ricompensa uguale alla metà esatta del valore del reperto: nonostante la sentenza sia impugnabile, l’agricoltore tedesco ha ricevuto 773.000 euro più gli interessi.
Dopo la decisione del tribunale, la testa di bronzo è stata restaurata ed esposta al Forte Romano di Saalburg.
Insomma, un lieto fine per tutti.
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