Avere un prato all’inglese è il sogno di chiunque, eppure prendersene cura non è tanto facile come sembra.
Le malattie del prato sono infatti pronte a colpire le nostre coltivazioni, rendendo l’erba secca, ingiallita o diradata.
Chi cura un prato deve sapere riconoscere i primi sintomi di infestazioni e malattie per intervenire tempestivamente.
Vediamo insieme quali sono le malattie più comuni che colpiscono i prati.
Indice
Malattie del prato: partiamo dai sintomi
Il miglior modo per riconoscere se un prato è in salute o meno è osservare attentamente ogni minimo cambiamento che possa presentare durante le operazioni di cura.
Non è necessario controllare il prato ogni giorno, ma è sicuramente d’aiuto acuire lo sguardo per notare le eventuali differenze che una malattia o un’infestazione porterebbe sicuramente.
Le principali cause che generano malattie nel prato sono due: una causa micotica, ossia funghi del terreno, e una causa parassitaria, con insetti o animali che ne rovinano l’aspetto.
In questo articolo vedremo nel dettaglio i funghi che più comunemente colpiscono i prati.
Malattie del prato: causa micotica
I funghi che infettano i nostri prati sono numerosi e si manifestano in modalità differenti.
Pythium
Conosciuto anche come Pythium Blight, Pythium Aphanidermatum o marciume delle plantule alla germinazione.
Questo fungo, molto diffuso tra i prati italiani, è subito riconoscibile dal fatto che l’erba diventa gialla a chiazze molto diffuse.
In un primo tempo si manifesta con chiazze circolari di diametro variabile, grandi al massimo 15 cm. L’erba all’interno di questi cerchi diventa viscida e può essere ricoperta da una lieve muffa che somiglia al cotone bianco.
Sviluppandosi, il fungo diventa più aggressivo e le macchie si allargano coinvolgendo grandi porzioni di terreno.
Le cause che portano allo sviluppo del Pythium sono genericamente ambientali: è favorito infatti dal clima caldo umido, dall’abbondante presenza di acqua e da un eccesso di azoto nel terreno.
La temperatura ideale di sviluppo va dai 27 ai 35 gradi.
Per evitarne la comparsa bisogna controllare il sistema di drenaggio del terreno, onde evitare ristagni idrici, e limitare le concimazioni azotate.
La cura di tipo chimico prevede l’impiego di carbammati, includendo principi attivi quali metalaxil, propamocarb, piraclostrobina o azoxystrobin.
Sclerotinia
Denominata anche dollar spot, la sclerotinia si manifesta con piccole macchie circolari grandi da 1 a 8 cm di diametro, caratterizzate da una colorazione scura all’inizio dell’infestazione che scolorisce mano a mano che si sviluppa.
Proprio per queste sue caratteristiche è chiamata macchia di dollaro, dato che i cerchi che forma sono simili alle monete americane per forma e colore.
Altre forme di sviluppo includono la formazione di una patina bianca simile a muffa cotonosa sulla pianta.
Anche questo fungo si sviluppa nei periodi più caldi e dove si verifica una forte umidità. Inoltre tagli troppo bassi al colletto delle piante potrebbero aiutare lo sviluppo della malattia.
E’ ampiamente dimostrato che le concimazioni azotate riescono a prevenire la diffusione di questo fungo. Un altro buon consiglio è quello di irrigare le piante al mattino, evitando le ore più calde.
La cura prevede l’impiego di alcuni principi chimici quali myclobutanil, prochloraz e propiconazolo.
Per approfondire la conoscenza di questo fungo, dai un’occhiata al nostro articolo: “La sclerotinia. Scopriamo insieme sintomi e rimedi“.
Rhyzoctonia solani
La più classica manifestazione del fungo Rhyzoctonia è nella formazione di macchie brune sul terreno.
Nella stagione estiva è frequente veder comparire chiazze scure in mezzo al prato, che vanno via via allargandosi in vere e proprie zolle in cui l’erba sembra marcia.
Le macchie hanno larghezza variabile tra i 15 e i 30 cm, ma unendosi tra loro possono raggiungere anche un metro di diametro.
Le cause più comuni riguardano l’alta temperatura, l’irrigazione eccessiva e un surplus di azoto nel terreno.
Un buon sistema di drenaggio e limitare le concimazioni a base di azoto aiuta nella prevenzione.
La cura, di tipo chimico, include l’utilizzo di alcuni principi quali il pyraclostrobin e il tolclofos metil.
Una variabile di questo fungo è inoltre il Rhyzoctonia cerealis, che, a differenza del solani, si presenta nel periodo invernale producendo macchie di colore giallo.
Filo rosso (Laetisaria Fuciformis)
Il nome è intuitivo e suggerisce la modalità di manifestazione di questo fungo: all’inizio si noteranno dei fili rossi attaccati all’erba che, rompendosi, mandano le spore, e quindi l’infestazione, tutto intorno.
Si creano così delle macchie circolari che, però, non sono letali per il prato. L’infestazione è infatti facilmente controllabile con propiconazolo, procloraz e azoxystrobin.
Il filo rosso compare soprattutto durante la primavera, stimolato dalle temperature primaverili, e su terreni poco fertili e con basse concentrazioni di azoto.
La poa e la festuca arundinacea sono le varietà più colpite.
Ruggine
Molto diffusa nelle regioni più umide, la ruggine si manifesta con delle macchie di colore giallo-marrone sulle foglie, soprattutto su quelle più lunghe.
Queste macchie, una volta toccate, si rompono e disperdono le loro spore, contribuendo al peggioramento della malattia.
Per prevenirle bisogna evitare i ristagni idrici, potare il prato regolarmente e fornire sufficiente azoto al terreno.
La cura prevede l’utilizzo di propiconazolo, azoxystrobin e chlorothalonil.
Marciume Rosa Invernale
Il nome comune dato al fungo Microdochium Nivale suggerisce sia il periodo di diffusione che le modalità in cui si manifesta sul terreno.
Questa particolare micosi si trova il terreno colpito da gelate e nevicate, quindi si presenta soltanto in inverno, soprattutto in zone molto umide, ombreggiate e colpite da piogge abbonanti.
Il colore rosa è quello tipico del bordo delle macchie in cui si manifesta, bianche all’interno e rosso-rosa nella circonferenza esterna.
Anche in questo caso la cura è di tipo chimico e l’infestazione si riduce con l’utilizzo di propiconazolo e procloraz.
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