Siete curiosi di scoprire tutto sulla diffusissima coltivazione del trifoglio pratense? In questo articolo abbiamo dedicato ampio spazio a questa coltura, approfondendo le origini e le sue proprietà. Pronti? 

Le origini del trifoglio pratense

Il trifoglio pratense chiamato anche comunemente trifoglio dei prati oppure molto spesso anche trifoglio violetto, è una pianta erbacea che si può trovare nei più svariati territori, dall’Europa, all’America e nello specifico anche nel nostro territorio.

Il trifoglio arrivò in Europa, passando sicuramente per il territorio spagnolo, prima di diffondersi poi in tutta la penisola, con particolare attenzione in Inghilterra dove venne sostituito ad un’altra varietà.

Proprietà del trifoglio pratense

Il trifoglio pratense può raggiungere anche l’altezza di 30 cm, anche se il suo sistema radicale è costituito da un fittone lungo e di conseguenza molto ramificato.

Come dice il nome stesso, le foglioline di questa pianta sono trifogliate e ovali, mentre il seme del trifoglio pratense sono di dimensioni molto ridotte e di forma ovale. Per quanto riguarda l’infiorescenza è di colore viola e rosato.

Una caratteristica peculiare di questa pianta è il fatto di essere biennale, che ovvero dura circa dai 2 ai 3 anni, non di più.

Il trifoglio pratense resiste molto ai climi freddi e per questo motivo questo tipo di pianta può essere coltivato anche sopra i 2500 metri sul livello del mare.

Il trifoglio pratense non si adatta quindi ai climi caldi e che soffrono di siccità ed il motivo è molto semplice, deriva proprio dalle caratteristiche dell’apparato radicale che risultano essere molto superficiali.

Il trifoglio pratense inoltre ha una buona adattabilità a livello di acidità del ph. Questa coltura sopporta i terreni con un ph compreso tra 6,6 e 7,6. Sopporta inoltre molto bene i terreni umidi e di medio impasto. Volete misurare il ph del vostro terreno? Vi abbiamo dato qualche consiglio in questo articolo: Come misurare il ph del terreno

La caratteristica migliore di questa coltura è quella di essere miglioratrice per le altre colture, per questo motivo è consigliabile produrla o prima o dopo i cereali, o tutte le altre colture che si rispecchiano adatte.

Quando seminare il trifoglio pratense?

Il trifoglio pratense va seminato nei mesi primaverili, risultando così ottimali in termini qualitativi e di produzione. In alcune zone del Nord, dove gli inverni sono sostanzialmente rigidi, la semina si può anticipare nei mesi autunnali.

Come effettuare la semina?

La semina può essere effettuata sia a file, l’importante però è che queste siano distanti almeno 15 cm oppure si può effettuare anche una semina a spaglio.

Vi siete persi come effettuare la semina a spaglio? Vi abbiamo parlato di questo tipo di semina in questo articolo: Semina a spaglio: come e perchè effettuarla

Per quanto riguarda la fecondazione, questa è essenzialmente incrociata, ed è  assicurata da tutti quegli insetti che definiamo “impollinatori” come ad esempio le api. Vi abbiamo parlato di come poter allevare le api in questo articolo: Api: tutti i segreti su come allevarle e diventare apicoltore

Per quanto riguarda l’irrigazione bisogna fare attenzione poiché questa pianta non sopporta i ristagni idrici.

Per questo motivo è importante approdare alla coltura una minima quantità d’acqua con una frequenza molto ravvicinata piuttosto che approdare alla pianta una elevata quantità.

Il trifoglio pratense viene considerata un’ottima pianta da foraggio per i bovini. Non a caso in molte zone d’Italia i contadini più anziani chiamano questa coltura come “pianta da latte”. 

Le varietà più famose di trifoglio pratense riconosciute nel nostro Paese sono il Bolognino o lo Spadone.