Con il termine foraggi intendiamo tutti quegli alimenti che vengono dati agli animali domestici erbivori.
Puoi infatti utilizzare le parti vegetali delle piante per destinarle all’alimentazione del tuo bestiame, nello specifico le piante foraggere o le colture foraggere.
I foraggi possono poi essere dati agli animali freschi oppure possono essere conservati per affrontare i periodi di carenza.
In questo articolo ti spiegheremo tutto quello che c’è da sapere su uno dei metodi di conservazione: l’insilamento.
Pronti? Via!
Indice
Foraggi insilati: perché usarli
Come abbiamo visto nella nostra introduzione, produrre un ottimo foraggio è essenziale per offrire un’ottima alimentazione ai tuoi animali. Ti basti pensare che per quanto riguarda le bovine da latte, il foraggio rappresenta il 50% della sostanza secca assunta nella loro razione giornaliera.
Tuttavia, un foraggio di qualità non dipende solo dalle condizioni del terreno e dalle modalità di coltivazione, ma soprattutto la fase di conservazione deve essere approcciata con le dovute cautele e la dovuta esperienza.
Se infatti la conservazione avviene nel modo corretto, potrai aspettarti che le caratteristiche ottenute in campo dal tuo foraggio rimangano stabili e inalterate; al contrario, in caso di errori durante questo processo, il tuo foraggio potrà non solo peggiorare le sue caratteristiche nutritive, ma anche diminuire la sua massa utile.
L’insilamento del foraggio, inoltre, potrà aiutarti a ottimizzare la resa della tua stalla, anche in termini economici. Queste le caratteristiche del foraggio insilato:
- è più ricco rispetto al fieno non insilato
- è più digeribile
- a uno sguardo superficiale, può sembrare più simile all’erba
- ha un odore acidulo e aromatico
- il suo colore è più scuro rispetto al foraggio verde
- non presenta muffe
La conservazione è fondamentale perché l’erba, a causa del suo alto contenuto d’acqua, si deteriorerebbe piuttosto in fretta. L’insilamento, invece, stabilizza la massa foraggera e rende l’ambiente non adatto allo sviluppo di microrganismi degenerativi della sostanza organica.
Ma vediamo come funziona nel dettaglio il processo di insilamento.
Insilamento: come funziona
Innanzitutto, tutte le piante foraggere possono essere conservate secondo questo processo, a patto che la loro sostanza secca vari da un minimo del 25% a un massimo del 35%. Valori diversi potrebbero compromettere la buona riuscita della conservazione.
La conservazione avviene nei silos, dove il foraggio viene stratificato e compresso per eliminare l’aria presente al suo interno. Il silos viene poi coperto con del film plastico che isola e sigilla il tutto.
L’insilamento, nello specifico, prevede quattro fasi principali:
- la fase aerobica, durante la quale c’è il consumo dell’ossigeno residuo
- la fase Lag, dove si sviluppa la flora lattea epifitica che diventerà poi predominante
- la fase fermentativa, che vede il ph scendere rapidamente al di sotto del 4.2
- la fase di stabilità, ovvero quando l’insilato è ormai stabile
In pratica, l’ossigeno presente naturalmente all’interno della massa foraggera viene consumato nel primo periodo di conservazione, grazie ai batteri aerobi già presenti nel foraggio. Una volta che i batteri aerobi avranno esaurito il loro compito, sarà la volta dei batteri anaerobi: grazie a loro, infatti, si svilupperanno delle fermentazioni acetiche che acidificheranno l’ambiente, faranno sviluppare dei batteri lattici che, durante la fase di fermentazione lattica, faranno abbassare il pH a 4.2.
L’alta conservabilità dei foraggi insilati dipende proprio dai valori raggiunti dal ph: più si scende sotto il 4.2 più il foraggio durerà nel tempo. Per quanto riguarda invece la temperatura di conservazione, questa deve essere bassa. Un buon foraggio insilato è un foraggio freddo.
Questo è il processo corretto. Ma l’insilamento può anche essere una tecnica molto rischiosa. Vediamo perché.
Insilamento: quali errori?
Cosa può andare storto durante l’insilamento? Purtroppo, diverse cose. Eccole:
- un’eccessiva presenza di ossigeno potrebbe impedire che la massa si compatti
- potresti sbagliare il momento dello sfalcio e avere una percentuale troppo alta o troppo bassa di sostanza secca nelle tue piante foraggere
- la lunghezza del taglio potrebbe essere sbagliata
- potrebbe esserci della terra o dei contaminanti, come le muffe, i batteri, i lieviti
- potrebbero esserci pochi lattobatteri
Inoltre, come abbiamo visto precedentemente, i silos vengono chiusi e sigillati, ma a un certo punto dovrai necessariamente riaprirli per estrarre il foraggio ormai pronto. Anche questo momento potrebbe essere rischioso per la buona riuscita dell’insilamento. Ecco perché:
- l’esposizione all’aria e l’inizio di una nuova fermentazione causata dai lieviti, porta il pH e la temperatura a innalzarsi
- si formano delle sostanze tossiche
- proliferano lieviti e muffe
Dovrai dunque prestare grande attenzione e affidarti a un professionista per effettuare un desilamento corretto. Come prima cosa, intanto, potrai munirti di acidificanti specifici molto vantaggiosi:
- sono attivi durante ogni fase dell’insilamento e le velocizzano
- riducono le perdite durante la fase aerobica
- riducono la flora contaminante
- migliorano l’azione dei lattobacilli
- aiutano con la stabilizzazione del foraggio soprattutto nella fase successiva all’apertura del silos
Foraggi insilati: qualche esempio
Hai bisogno di qualche esempio per convincerti che l’insilamento, per quanto complicato, sia un’ottima soluzione per la conservazione del tuo foraggio?
Iniziamo dall’erba medica, uno dei prodotti più nutrienti, ma anche più delicati perché perde le foglie con molta facilità. Con l’insilamento, invece:
- salverai tutta la foglia e il fiore se presente
- tenendo l’erba medica in campo per meno tempo, la proteggerai dal maltempo che potrebbe distruggerla
- ridurrai i tempi di lavorazione
- le sue fibre saranno più digeribili e il suo sapore più appetibile
- potresti riuscire a mantenere l’apporto nutrizionale del tuo bestiame uniforme durante tutto l’anno
Per quanto riguarda invece il fieno insilato, ecco i suoi vantaggi:
- per la sua conservazione non servono capannoni o tettoie
- il fieno insilato ha un tenore proteico molto più elevato
- è meno legato alle condizioni atmosferiche durante il periodo di essicamento
- è più gradito agli animali che quindi assumeranno più sostanza secca
Anche il mais, il sorgo e il loietto insilati presentano numerosi pro:
- la loro fibra è maggiormente digeribile
- essendo dei prodotti umidi aiutano l’ingestione delle bovine da latte
- è molto più appetibile per il bestiame
Ecco qui. Il foraggio insilato non è di certo la tecnica più semplice da mettere in pratica, ma ti aiuterà a rendere la tua stalla molto più efficiente, a risparmiare qualcosa e a migliorare la qualità dell’alimentazione del tuo bestiame.
Non ci resta che augurarti buona fortuna e buon lavoro!
Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!