di Antonino Crapanzano
In questo articolo spiegheremo come coltivare l’erba di San Pietro (Tanacetum balsamita, L.) utilizzando le tecniche e gli accorgimenti necessari per ottenere un buon risultato.
L’Erba di San Pietro (Tanacetum balsamita, L.) è conosciuta con molti altri nomi locali, quali menta romana, erba amara per via del suo spiccato sapore amarognolo o erba di Santa Maria; vengono, inoltre, utilizzati vari sinonimi del nome scientifico come Balsamita major, Desf. o Chrysanthemum balsamita, L.
Appartenente alle Asteraceae o Composite, una vasta famiglia che comprende le dicotiledoni dell’ordine delle Asterales, è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia occidentale e del Caucaso.
Poiché vive nelle regioni temperate, l’erba di San Pietro, si è ambientata in Nord America, in Africa del Nord e in Europa; in particolare, nel territorio italiano può essere coltivata in grandi vasi, nell’orto di casa nostra o in pieno campo.
Conosciamo le caratteristiche principali, le tecniche e gli accorgimenti necessari per coltivare l’erba di San Pietro nel migliore dei modi, nei nostri ambienti, imparando a sfruttare le principali proprietà terapeutiche e ad utilizzarla in cucina.
Indice
Proprietà botaniche
Tanacetum balsamita, L. è una pianta aromatica erbacea perenne che forma i rizomi, modificazioni del fusto generalmente ingrossati sotterranei e con andamento orizzontale, la cui funzione principale è quella di riserva delle principali sostanze nutritive.
L’erba di San Pietro presenta un fusto eretto e ramificato con un’altezza massima di 1,2 metri; le foglie, sessili nella parte superiore e picciolate inferiormente, si presentano carnose, di forma ovale, dentate ai margini e con disposizione alternata.
I fiori dell’erba di San Pietro sono di colore giallo, raggruppati in capolini con un diametro compreso tra 5 e 6 mm, possono presentare fiori esterni di colore bianco se crescono in pieno sole e saranno riuniti, a loro volta, in corimbi.
La fioritura, durante la stagione estiva, si ha nei mesi compresi tra la fine di giugno e agosto.
Come coltivarla
Per coltivare l’erba di San Pietro è necessario adottare tecniche e accorgimenti molto semplici, infatti, si adatta facilmente alla coltivazione in balcone, in giardino o nell’orto in quanto non richiede cure molto complesse.
Terreno
Tanacetum balsamita, L. predilige i terreni freschi, le boscaglie umide e i greti dei fiumi, cioè quella parte non ricoperta da acque e costituita da ghiaia e ciottoli. E’ una pianta rustica ma, nonostante ciò, si adatta bene ai terreni poveri.
Clima ed esposizione
L’erba di San Pietro si adatta bene ai climi temperati, per questo motivo si è facilmente ambientata nel nostro territorio, preferendo essere coltivata in mezz’ombra poiché le foglie, in questa posizione, cresceranno più tenere e carnose.
Tra gli accorgimenti da adottare è, dunque, necessario evitare la diretta esposizione al sole durante i periodi più caldi della stagione estiva , cercando di coprirle con tende ombreggianti.
Durante le stagioni più fredde, autunno e inverno, in campo aperto le erbe aromatiche non hanno bisogno di particolari accorgimenti eccetto la necessaria protezione da forti gelate con un telo di nylon che dovrà presentare un’apertura alla sommità per evitare la formazione di condensa.
Nel caso in cui l’erba di San Pietro sia coltivata in balcone, sarà opportuno ripararla dai freddi venti invernali semplicemente spostandola vicino ai muri; inoltre, sarà necessario proteggere le radici con uno strato di paglia o effettuare la pacciamatura con aghi di pino.
Irrigazione
Non richiede ingenti quantità d’acqua e, come tutte le erbe aromatiche, non tollera i ristagni d’acqua. A proposito del ristagno idrico dai un’occhiata ai due articoli che seguono per capire come evitarlo e gli effetti dannosi che può avere sulle colture.
Nel caso di esemplari messi a dimora lo stesso anno, durante la stagione estiva, sarà necessaria più acqua che dovrà essere fornita dopo aver fatto asciugare per bene il terreno.
Nel caso in cui la stagione estiva sia caratterizzata da elevata siccità, sarà indispensabile una copiosa irrigazione per gli esemplari più giovani, mentre le piante con più anni di vita dovranno essere irrigate nel caso di una prolungata assenza di precipitazioni.
Durante la stagione più fredda, l’irrigazione dovrà essere contenuta per evitare l’insorgenza di marciume ai danni dell’apparato radicale; bisognerà intervenire, con modeste quantità d’acqua, solamente quando il terreno sarà ben asciutto, durante la mattina, in giornate non fredde.
Moltiplicazione
La moltiplicazione di Tanacetum balsamita, L. raramente viene effettuata attraverso la semina, a causa della scarsa capacità germinativa dei semi che, nella maggior parte dei casi, sono sterili.
Viene effettuata mediante la suddivisione dei cespi, insieme di steli, rami e foglie che nascono dalla base del fusto principale, nel periodo autunnale o primaverile, che saranno poi ripiantate in vaso o in piena terra.
In quest’ultimo caso, bisogna mantenere una distanza di 2 metri tra una pianta e l’altra, in un luogo caldo e asciutto; le piante si svilupperanno spontaneamente, grazie ai rizomi, in circa un paio di anni e dovranno essere trapiantate ogni 2 o 3 anni.
Usi e proprietà dell’erba di San Pietro
Le foglie essiccate venivano utilizzate nel Medioevo dai monaci come segnalibro profumato e per questo è anche conosciuta col nome di erba della Bibbia.
Tutt’oggi le foglie dell’erba di San Pietro, vengono utilizzate per scopi terapeutici e in cucina dove contribuiscono, con la dovuta tecnica e accorgimenti, ad insaporire i nostri piatti.
Le proprietà medicinali di questa erba aromatica, le cui foglie sono ricche di principi attivi, quali principi amari, sostanze tanniche, lattoni sesquiterpenici e un olio essenziale volatile, sono diverse, in quanto è digestiva, diuretica, antispasmodica.
Può essere utilizzata come rimedio contro le punture di insetti, è un ottimo astringente per i disturbi allo stomaco e, come antinfiammatorio, è un ottimo rimedio contro il mal di testa ma anche per bronchiti e raffreddori.
Facendo bollire le foglie dell’erba di San Pietro in olio di oliva e successivamente filtrandola, si prepara un unguento molto efficace come rimedio per piaghe e ulcere, ormai non più utilizzato.
In cucina trova una infinità di utilizzi, infatti, le sue foglie vengono impiegate nella preparazione della frittata all’erba amara e, in alternativa, per produrre e aromatizzare liquori, caramelle e piatti tipici come il Tortello amaro di Castel Goffredo, un PAT (Prodotto agroalimentare tradizionale) della regione Lombardia di cui ne è l’ingrediente principale del ripieno.
Un’ultima curiosità da sottolineare: nel 1987, Giorgio Conte dedicò una canzone dal titolo “l’erba di San Pietro” a questa aromatica e alle sue principali proprietà.
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