di Dott. Giuseppe Pepe
Tra i frutti più amati da grandi e bambini vi sono senza alcun dubbio le coloratissime fragole.
Grosse, piccole, allungate, più o meno tondeggianti, morbide, croccanti, con la panna, a pezzi, intere, dolci, profumatissime e gioiose. Sono arrivate le fragole!
Siamo abituati ormai a vederle nei supermercati tutto l’anno eppure non riusciamo in alcun modo a separare questo dolcissimo frutto di bosco dall’avvento dell’estate e visto che la bella stagione sembra proprio non voler arrivare, perché non consolarci e raggiungerla almeno con la mente con un bel piatto di fragole?
Oltre a dare buoni frutti però queste piante sanno essere anche belle e decorative, tanto da essere spesso coltivate anche in vaso, come rampicanti, per abbellire terrazze e balconi, assicurando una bella scorpacciata di fragole.
Se sei qui probabilmente è proprio perché ti stai chiedendo come coltivare le fragole rampicanti, probabilmente perché ne sei ghiotto e vorresti conoscerne i segreti, i metodi di coltivazione e la resa di produzione.
Iniziamo a svelarti il primo scioccante segreto… Quella piccola e freschissima palla di zucchero che amiamo mangiare non è un frutto!
Ma andiamo per gradi. Conosciamole meglio!
Indice
La fragola: caratteristiche botaniche generali
Dimmi il tuo nome e ti dirò chi sei!
Il nome botanico della pianta che noi comunemente chiamiamo fragola è qualcosina di un po’ più complicato del solito perché spesso si tratta di ibridi tra diverse varietà.
Diciamo però che nel 1700 non vi era poi grande fantasia ma soprattutto non vi erano poi così tanti studiosi in giro a dare nomi alle cose e così, Carl Nilsson Linnaeus, un botanico, medico e naturalista del 700 che praticamente un giorno si svegliò e decise di cominciare a dare nomi a tutto, non ebbe da pensarci molto quando dovette dare un nome alla fragola…
La cosa dovette andare più o meno così: frutti profumati, fragranti, che emanano odore. In latino fragrare significa “mandare odore”. Ok, chiamiamola Fragaria!
Forse non è andata così ma ci piace pensarlo.
Di specie ve ne sono molte e di varietà pure. Diciamo che le specie di fragola più utilizzate per creare ibridi e varietà sono Fragaria chiloensis (L. Mill) di origine sudamericana; Fragaria virginiana (Lehm.) di origine sud statunitense; Fragaria ovalis originaria delle Isole Kurili, tra Russia e Giappone; la Fragaria vesca (L. 1753) di origine europea e che in Italia si trova anche spontanea nei sottoboschi.
Quasi tutte le fragole coltivate sono incroci tra Fragaria chiloensis e Fragaria virginiana.
La fragola, o meglio Fragaria spp., appartiene alla famiglia delle Rosaceae, è una pianta da frutto, erbacea perenne, di 15-20 cm di altezza che non presenta fusto fuori terra ma una variante interrata che prende il nome di rizoma, con una rosetta di foglie composte da 3 foglioline con margine seghettato.
Dal rizoma partono delle strutture striscianti che si chiamano stoloni, dai quali nascono altre foglie e radici.
I fiori sono bianchi, con 5 petali, riuniti in gruppi da 3 a 8 con lunghi peduncoli e sono ermafroditi.
I frutti … Non sono i frutti!
La parte che noi mangiamo, la fragola vera e propria, è solo la struttura ingrossata e zuccherosa addetta a portare i veri frutti, ovvero quei puntini neri caratteristici che non sanno di niente e restano puntualmente tra i denti.
Quei puntini, i veri frutti, botanicamente si chiamano acheni, volgarmente chiamati anche semi.
Le fragole non sono piante rampicanti.
Botanicamente non presentano strutture tipiche delle piante rampicanti, quali cirri o viticci ma, alcune varietà, presentano stoloni più lunghi e in maggior numero di altre e se opportunamente guidati e legati, possono far sviluppare la fragola come una vera e propria fragola rampicante.
In questo modo si riesce a coltivare la Fragaria spp. come pianta rampicante in vaso anche in piccoli spazi assicurandosi una soddisfacente resa di ottime fragole.
Cultivar di fragole rampicanti
Le cultivar di Fragaria spp si dividono in genere in base alla quantità di luce di cui hanno bisogno.
Abbiamo cultivar unifere a giorno corto che fioriscono in primavera e fruttificano solo per due o tre settimane, se il clima permette possono presentare anche una seconda fioritura.
Abbiamo cultivar rifiorenti a giorno lungo che fioriscono in estate e producono per lunghi periodi, fino alle gelate autunnali, se opportunamente protette anche fino all’inverno. Queste sono adatte come cultivar di fragole rampicanti.
Infine abbiamo cultivar rifiorenti a giorno neutro che fioriscono ai primi freddi, producono abbondanti stoloni e pure hanno una buona resa produttiva, così come le fragole rifiorenti.
Come coltivare le fragole rampicanti
Terreno adatto alle fragole rampicanti
Le fragole possono crescere in ampi spazi e in pieno campo ma se sei qui è perché probabilmente hai poco spazio e vorresti crescerle in altezza.
Varietà esigenze e tecniche colturali sono simili alle colture in spazi più ampi.
Nel primo anno potrebbero non produrre ma una volta entrate in produzione possono assicurare una buona resa di produzione per almeno 4 – 5 anni.
Il consiglio è quello di usare dei vasi sospesi e quindi far crescere le piante sfruttando la gravità verso il basso oppure legarla ad appositi sostegni e aiutarla a crescere verso l’alto.
Il terreno ideale per la coltivazione della fragola deve esse tendente all’acido, con pH tra 5,5 e 6,5, sciolto, ricco di sostanza organica, cercando di evitare i ristagni di acqua nel vaso. La torba può andar bene.
Clima ed esposizione
La fragola è influenzata principalmente da due fattori: la luce e la temperatura.
La temperatura minima letale, mediamente è intorno ai – 12 °C; critica per la fioritura intorno a -2 °C e 0 °C mentre la temperatura critica massima è intorno i 30 °C.
Sbalzi termici nei periodi di fioritura possono portare a deformazione delle fragole.
In merito alla b>luce, ricordiamo che sono piante dei sottoboschi, preferiscono mezz’ombra e sole evitando quello diretto.
Messa a dimora
Solitamente si usa il seme solo quando si vogliono ottenere nuove varietà.
La propagazione tramite stoloni è la pratica usuale.
Se invece si decide di usare i semi, si consiglia di preparare un vaso con 50% di torba e 50% di sabbia e porre i semi (meglio se lasciati precedentemente in un velo d’acqua a pregerminare per qualche giorno fino a quando non fuoriesce una piccola radichetta) a qualche centimetro di distanza gli uni dagli altri e interrati di pochi centimetri.
Dare un velo d’acqua.
Nel giro di qualche mese le piantine saranno pronte ad essere spostate in un vaso più grande.
Sarà questo il momento, visto che vogliamo delle fragole rampicanti, in cui inseriremo anche un sostegno per guidarla nell’arrampicata.
Irrigazione
L’irrigazione della fragola deve essere moderata ma costante, evitando ristagni idrici.
I momenti critici sono durante il post-trapianto e durante la produzione di frutti (che son fatti d’acqua per più del 90% del peso).
Il consiglio che vale per tutte le irrigazioni è non bagnare direttamente le foglie ma irrigare il terreno, eviterete di diffondere malattie fungine delle foglie oltre che provocare shock termici e scottature.
Concimazione
Sostanza organica in buone quantità con concimi organici pellettati (letame maturo per i veri eroi), fosforo liquido in pre-impianto e nelle prime fasi di vegetazione; potassio in forma liquida 1/3 insieme al fosforo e 2/3 in fase di ingrossamento dei frutti (falsi frutti), azoto in maniera frazionata tenendo conto della resa di fragole man mano asportata.
Raccolta
La resa di produzione delle fragole è ovviamente molto variabile in funzione delle cultivar, dell’andamento climatico e della bravura del coltivatore.
In genere la resa di produzione delle fragole rampicanti può variare da 1 Kg a 3 Kg a metro quadro di coltivazione per raccolto.
Con le varietà autofiorenti possiamo in genere riuscire a raccogliere da maggio fino alle prime gelate autunnali, se opportunamente tenute al riparo dal freddo, anche fino a inverno inoltrato. Ma molto varia in base alla varietà utilizzata.
Notizie in merito a varietà e rese sono facilmente reperibili in fase di acquisto dei semi o piantine.
Avversità
Le maggiori problematiche alla coltivazione della fragola rampicantesono dovute a malattie delle fragole quali Oidio; Muffa grigia; Marciumi radicali; Vaiolatura; acari; afidi e nematodi. Virosi dell’arricciamento e arrotolamento fogliare.
Tuttavia coltivando in vaso non si hanno problemi di erbe infestanti.
Si consiglia sempre di limitare l’utilizzo di prodotti chimici impattanti e favorire mezzi preventivi, buone pratiche agronomiche e prodotti fitosanitari compatibili con l’agricoltura biologica, seguendo passo dopo passo tutte le fasi di coltivazione della fragola rampicante.
Utilizzo
Il consumo può essere del prodotto fresco ma anche surgelato; gelati; liquori; marmellate e sciroppi.
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