di dott. Giuseppe Pepe
Cosa coltivare in montagna è una domanda che molti agricoltori si pongono considerando il freddo e la generalmente poca fertilità dei suoli montani.
I problemi e i limiti posti dall’agricoltura in montagna sono infatti legati al clima fresco, se non freddo; alla difficoltà di raggiungere gli appezzamenti; alla frammentazione degli appezzamenti e la praticamente impossibilità di meccanizzare i processi produttivi, dovendo ricorrere spesso quasi esclusivamente al lavoro manuale, quindi con costi maggiori dovuti alle ore di lavoro umano necessarie, rendendo quindi le produzioni in montagna sconvenienti da un punto di vista commerciale.
Coltivare in montagna però è possibile, parlando di orto, in quanto le specie forestali sono naturalmente coltivabili in questo contesto.
In questo articolo ci dedicheremo quindi ad una breve descrizione di cosa coltivare in montagna.
Buona lettura!
Indice
Coltivare in montagna
Coltivare in montagna è assolutamente possibile, solo più faticoso e per certi versi anche costoso, rispetto a coltivare in pianura.
L’importante è capire i punti di forza e le possibilità che offre il territorio di appartenenza.
Se si è un’azienda agricola potrebbe aiutare a vincere le problematiche dovute ai maggiori costi, la cooperazione con altre aziende vicine per ricorrere all’utilizzo di macchine e attrezzature particolari che difficilmente possono essere comprate da una piccola azienda.
In merito alla difficoltà di vendita si potrebbe fare ricorso alla vendita diretta in modo da aumentare i profitti annuali e riuscire magari a coinvolgere i clienti nelle attività aziendali, promuovendo l’azienda stessa.
In merito a quest’ultimo punto inoltre, non va dimenticato il concetto di multifunzionalità dell’azienda agricola; oltre che concentrarsi su cosa coltivare in montagna potrebbe essere opportuno chiedersi anche cosa offrire ai turisti di montagna e come farli venire in montagna.
Sempre più persone che vivono in città, infatti, preferiscono passare i fine settimana in montagna a contatto con la natura, scoprendo le tradizioni contadine e rurali ormai dimenticate da chi vive in città.
L’agricoltura multifunzionale prevede di integrare le attività produttive agricole con altre attività quali agriturismo, fitta-camere, fattorie didattiche, eco-turismo, gastro-turismo, trekking, agri-campeggio quali offerte da poter affiancare, se si è un’azienda agricola, a quello che si coltiva in montagna, rientrando comunque tra le normali attività agricole.
Consigli di coltivazione
Scegliere cosa coltivare in montagna non è facile e bisogna considerare il fattore freddo.
La maggior parte delle ortive infatti si sviluppa in abbondanza con temperature minime notturne superiori a 12-15 °C.
In montagna queste temperature di riscontrano generalmente da maggio a settembre penalizzando quindi colture ortive come peperone, melanzane, finocchi e zucca.
In inverno invece, ad alte quote nemmeno il ricorso a tunnel e serre fredde riesce ad assicurare una temperatura minima notturna adeguata alla coltivazione della maggior parte delle orticole.
Per coltivare in montagna si potrebbe ricorrere a serre calde ma con elevati costi di gestione dovuti al riscaldamento. Antieconomico quindi per la maggior parte delle aziende agricole e singoli agricoltori montani.
I consigli che vi diamo sono di seminare a fine aprile o inizio maggio e proteggete le coltivazioni con tunnel freddi e pacciamatura naturale. Quest’ultima, oltre a limitare lo sviluppo di infestanti, favorisce la conservazione di umidità nel suolo.
L’orto di montagna deve essere esposto a sud in modo da ricevere maggiore insolazione durante la giornata e protezione dai venti freddi del Nord.
Scegliendo cosa coltivare in montagna è meglio scegliere varietà a ciclo breve e precoci, maggiormente resistenti alle basse temperature o che non si trovino in campo durante l’inverno.
Abbiamo già parlato di cosa coltivare in inverno e in ambienti freschi in questo articolo.
Con piantine trapiantate, sia create in proprio sia acquistate in vivaio, si può procedere al trapianto in maggio.
Le irrigazioni potranno essere ridotte a causa delle più frequenti piogge e della nebbia, controllando comunque le malattie fungine considerando l’alta umidità relativa.
In montagna si ricorre spesso a coperture, sia dell’orto che delle colture arboree, con teli antigrandine, essendo il rischio di grandinate più elevato.
Questo accorgimento inoltre aiuterà a conservare, al di sotto del telo, una temperatura che aiuterà la maturazione degli ultimi ortaggi di stagione, prima dell’arrivo del freddo invernale.
Cosa coltivare in montagna
Gli ortaggi tradizionalmente coltivati in montagna sono:
- patate;
- cipolle;
- insalate;
- rapa;
- cavoli;
- porri;
- fagioli e fagiolini;
- pomodori;
- zucchine;
Possiamo coltivare in montagna anche:
- melissa;
- rosa canina;
- camomilla;
- menta;
- biancospino;
- lavanda;
- zafferano;
- frutti di bosco;
- canapa.
Orto di montagna
Nelle prossime righe parleremo di alcune colture del tradizionale orto di montagna.
- Le patate, di cui abbiamo già parlato qui; qui e qui; ben sopportano inverni freddi e estati miti, richiedono un terreno leggero e ben drenato, molta acqua e hanno un ciclo breve. Si possono interrare sia come seme che come tubero a 10 cm di profondità.
- Le insalate come le cicorie e le indivie si sviluppano bene in clima montano, richiedono terreni poco argillosi e ben drenati. In autunno, previa copertura, possono continuare a produrre fino all’inverno. Le varietà da taglio hanno cicli brevi e sono più produttive.
- Il sedano per mantenere i fusti teneri e croccanti deve essere imbianchito e si adatta molto bene al clima montano. Necessita di terreni sciolti, ricchi di sostanza organica.
- La carota ama terreni profondi, sciolti e ben drenati. Le radici a fittone, ovvero la carota che noi mangiamo, non si sviluppa bene in suoli compatti e sassosi.
- Il cavolo cappuccio, quello coltivato tipicamente per fare i crauti, ha un ciclo di due anni e si adatta bene terreni profondi, ben aerati e freschi.
- Il cavolo verza, anch’esso a ciclo biennale, richiede terreni freschi e ben lavorati, ben accetta un clima umido e resiste al freddo.
- Il porro necessita di terreno leggero; ama il clima temperato ma sopporta bene il freddo ma non le gelate improvvise; può essere coltivato assieme a cavoli, lattughe e carote.
- Fagioli e fagiolini vanno seminati nella tarda primavera; richiedono terreni né calcarei né acidi e ben drenati.
- Il pomodoro si coltiva in primavera estate e ama un terreno sciolto. Predilige esposizione a Sud.
- Le zucchine richiedo terreno soffice, fresco, leggermente acido e predilige posizioni soleggiate.
- L’aglio si adatta praticamente a qualsiasi clima ma teme i ristagni idrici e non va d’accordo quindi con terreni troppo compatti.
- I broccoli appartengono alla famiglia delle crucifere resistono alle temperature fredde e possono essere normalmente coltivati in montagna. Si consiglia di coltivare in semenzai in primavera per poi trapiantare in estate. Generalmente si consumano da ottobre e marzo.
- Le cipolle non hanno, come l’aglio, particolari esigenze climatiche ma richiedono terreno leggero e sciolto. Non sopportano ristagni idrici.
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