300 piante in 6 mq? Ormai non è più fantascienza, con impianti di idroponica in verticale è possibile!
I sistemi di idroponica verticale, sono dei sistemi capaci di ottimizzare lo spazio efficientemente, sfruttando anziché la larghezza, l’altezza.
Gli spazi utili non rappresentano più un problema ne per il coltivatore ne per l’hobbista di casa, possono coltivare in idroponica riducendo le superfici sfruttabili.
Questi sistemi sono stati ideati al fine di crescere le piante, realizzare coltivazioni indoor o comunque senza suolo.
Le prime forme di idroponica, come pure quelle di aeroponica, risalgono già al tempo degli antichi greci, confermandosi ed evolvendosi nell’era moderna.
Il processo tecnologico 2.0 ha fatto sì che tali sistemi si perfezionassero sempre di più fino ad arrivare ad essere impiegati nei sistemi industriali.
Le coltivazioni indoor, sia per il successo che per la facilità di esecuzione da parte degli appassionati e degli addetti al settore, hanno fatto sì che gli impianti di idroponica fai da te si espandessero e trovassero sempre più conferme.
Oggi la coltivazione in idroponica è tranquillamente esercitata in casa, in giardino sino sopra ai tetti delle strutture dismesse.
Fra tecnica, arte e fai da te, vediamo come costruire un impianto idroponica: do it yourself!.
Impianto idroponica: come costruirne uno
Costruire impianti idroponica senza acquistare impianti già pronti, rappresenta un hobby oltre che un modo per fare economia, per altri un’esigenza per ottimizzare gli spazi disponibili.
La prima cosa da fare è capire quale sistema si vuole costruire, cosa acquistare, in termini di attrezzi ed accessori, per poi addentraci, passo dopo passo, all’effettiva costruzione di un sistema idroponico.
Altissima qualità, risultati eccellenti e risparmio saranno gli obiettivi da tener presente.
I sistemi idroponici che si possono costruire sono diversi e diversi sono le difficoltà di realizzazione e di allestimento, senza dimenticare che sistemi diversi soddisfano diverse esigenze.
In linea generale, per semplificare, possiamo dire che per creare un impianto idroponica sono necessari dei sacchi in plastica ( con una capacita di 5/10 litri il primo e 4/9 litri il secondo), un substrato idoneo per essere utilizzato in idroponica, un ossigenatore e una pompa ad immersione.
Continuando, occorro ancora dei contenitori in plastica, tipo bicchieri e/o vasetti di piccole dimensioni, dei tubi con caratteristiche specifiche per l’irrigazione ed un timer per la temporizzazione.
La funzione del timer sarà quella di consentire la pianificazione e la successiva erogazione della soluzione nutritiva, trattandosi di un sistema fuori suolo, bisogna dargli da mangiare, oltre che all’acqua.
Quello appena descritto è solo un esempio essenziale di quali materiali occorrono per poter procedere in linea di massima alla realizzazione di un sistema idroponica fai da te.
L’occorrente necessario, varia a seconda del tipo di pianta che si desidera coltivare, dello spazio a disposizione, ecc.
La realizzazione di un impianto idroponica indoor si compone ancora di canaline, raccordi, scoli cisterne ed altri elementi, basterà poi assemblare questi elementi in base agli spazi, alle esigenze e alle preferenze, rappresenta già un sistema più articolato.
Per chi non è avvezzo, niente paura: basta un po’ di impegno, tanta volontà e soprattutto manualità.
Per la realizzazione del sistema idroponica semplificato, ovvero quello che si compone di sacchi in plastica, substrato, pompa ossigenatore, 2 contenitori in plastica (bicchieri in plastica resistente), tubi per l’innaffiamento e timer, l’unico strumento da acquistare è la pompa ad immersione.
La pompa deve sviluppare una potenza di 4/30 W, necessaria affinché la potenza del getto non sia troppo elevata. Tutti gli altri strumenti sono facilmente riciclabili, ovvero:
Per i secchi vanno bene quelli grandi in plastica delle vernici (raccomandando che siano opportunamente ripuliti), altra cosa fondamentale è che uno dei due secchi sia più grande dell’altro in modo da poterlo contenere.
Inoltre i due secchi non devono essere trasparenti, non devono filtrare la luce all’interno del vaso, se si hanno dubbi, una mano di vernice sicura risolverà la cosa.
Con un trapano, sul secchio più piccolo devono essere eseguiti dei fori. Va riempito con dell’argilla espansa, che in natura ne esistono di molti tipi ma a noi occorre quella costituita da tipici sassolini porosi, molto leggeri, simili alla pietra pomice.
Il secchio più grande deve essere riempito per almeno 4 litri di acqua, successivamente va immersa la pompa, inserendo nell’apposito spazio il tubo dell’ossigenazione.
Per non danneggiare la pompa, vanno collegati i tubi dell’innaffiamento, evitando cosi di immergerla completamente in acqua.
Nel secchio ripieno di argilla espansa vanno alloggiati i bicchieri, previa foratura degli stessi per permettere il futuro sviluppo delle radici.
Anche i bue bicchieri vanno opportunamente riempiti di argilla. Al termine di quest’ultima operazione, si può procedere ad incastrare il secchio più piccolo all’interno di quello più grande.
Durante l’operazione di incastro dei due secchi bisogna prestare attenzione al fine di far fuoriuscire i tubi dell’innaffiamento e collegarli al secchio più in alto, proprio sopra i bicchieri.
I tubicini devono essere fissati ad un’altezza di 5/10 cm dai bicchierini e che si sostengano sul vaso, per garantire un fissaggio maggiore meglio bloccarli con del fil di ferro.
Collegare la pompa ad un timer prima e ad una presa elettrica poi, in modo da ottenere un sistema automatizzato.
I sistemi idroponici sono tantissimi, il principio di funzionamento è però lo stesso: un sistema a ciclo continuo, i cui vasi prendono la soluzione acquosa da una vasca, arriva cosi ad innaffiare le piante per poi cadere attraverso i substrati di nuovo nel secchio di partenza.
I vasi devono essere di diametro via via sempre più piccolo, per far ricadere l’acqua sul vaso sottostante, non interessa il materiali di cui sono fatti, importa che siano scuri, per evitare il passaggio di luce.
Un’accortezza finale è quella di far crescere le piante idroponiche nell’argilla espansa, facilitando la germinazione.
Un buon sistema idroponico costituisce la base per coltivare con efficacia e in modo fiorente.
In tempi antichi l’idroponica era solo un’arte che consisteva nel saper far nascere le piante in acqua, fino a diventare una vera e propria tecnica per ottenere risultati efficienti ed ecologicamente sostenibili, si sente sempre più spesso parlare di orti urbani e giardini verticali.
Le pareti verdi che ricoprono le facciate di molti edifici sono tutti costituiti da sistemi in idroponica.
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