In questo articolo ti spiegheremo cosa fare quando trovi le foglie rosse del pesco, cosa significano, come prevenirle e soprattutto come combatterle.
Il pesco è uno degli alberi da frutto più coltivati negli orti domestici e nei giardini. La bellezza della pianta e la bontà dei suoi frutti lo rendono un’imprescindibile coltura per chiunque abbia il pollice verde e un ottimo palato. Non ci hai ancora provato? Ecco qui tutto quello che devi sapere per coltivare il pesco.
Tuttavia, il pesco deve essere protetto da numerose avversità che potrebbero pregiudicarne la salute e la bontà dei frutti. Potrebbe capitarti di notare, sulle sue foglie, delle strane macchie che le portano ad assumere un colore rosso. Questa malattia delle foglie rosse ha un nome ben preciso: la bolla del pesco.
Indice
Bolla del pesco: cosa sono le foglie rosse del pesco
Iniziamo dalle basi.
Le foglie rosse del pesco, ovvero la “bolla del pesco”, è una malattia fungina provocata da un fungo appartenente alla classe degli ascomiceti, il Taphrina deformans. Questo fungo è prevalentemente presente in nord Italia, dove trova le giuste condizioni climatiche per proliferare:
- freddo e umido durante la crescita delle gemme fogliari
- temperatura al di sotto dei 30°C
- nebbie pesanti
La bolla del pesco è pericolosissima perché deforma i punti colpiti, li fa seccare e successivamente cadere. Appaiono infatti delle bollosità localizzate vicino alla nervatura centrale e queste bolle, aumentando di dimensione, confluiranno tra loro, contribuendo a ridurre la capacità fotosintetica della pianta e portandola a un rapido deperimento.
Ma quali sono gli organi vegetali a essere colpiti?
- i germogli
- le foglie
- i fiori
- i frutti
- i rametti
Vediamoli brevemente.
Germogli e foglie rosse del pesco
I germogli vengono aggrediti durante la fase di apertura delle gemme tanto che, alla loro fuoriuscita, appaiono già notevolmente deformati. In che modo? Le piccole foglie diventano degli ammassi di aspetto carnoso di colore variabile dal giallo, all’arancio, al rosso. I germogli colpiti arrestano il proprio sviluppo e, disseccandosi, causano grossi danni alla pianta, diminuendone inoltre la produttività.
Le foglie del pesco possono essere attaccate anche successivamente alla fase di germogliamento, anche se vengono colpite in modo parziale. L’attacco contro le foglie è diviso in due stadi:
- all’inizio presentano una superficie corrugata e bollosa, mentre nella parte inferiore sembrano quasi lucenti
- successivamente noterai una tonalità opaca e vellutata causata dalla muffa biancastra provocata dal fungo (noti questa muffa anche sulle foglie di altri alberi? Approfondisci leggendo questo articolo)
Sebbene non venga compromesso l’allungamento del germogli, questi attacchi alle foglie non sono da sottovalutare: la pianta si stresserà molto nel tentativo di respingere l’attacco e l’energia utilizzata in tal senso sarà tolta allo sviluppo del pesco e alla sua produttività.
Fiori, frutti e rametti
Non solo germogli e foglie. Anche fiori, frutti e rametti possono essere colpiti dalla bolla del pesco, sebbene molto più di rado.
Per quanto riguarda i fiori, anche questi diventano degli ammassi carnosi; diventati deformi, cadono.
I frutti vengono colpiti solo in queste circostanze:
- se appartenenti a varietà nettarine di pesco
- in caso di primavera umida, fredda e piovosa
Anche in questo caso i frutti presenteranno una superficie corrugata, bollosa e di un colore tra l’arancio e il rosso. Non solo le zone colpite del frutto saranno in rilievo, ma potrai notare anche delle lesioni o dei marciumi. In alcuni casi particolarmente aggressivi, la bolla del pesco potrebbe provocare la cascola diretta dei frutti.
I rametti, invece, vengono colpiti solo a uno stadio iniziale, ovvero quando sono ancora molto teneri e verdi. Ecco i sintomi per riconoscere che sono stati colpiti:
- crescita irregolare
- presenza di piccoli tumori di forma allungata
- internodi più corti
Taphrina deformans: ciclo biologico
Avere un’idea del ciclo biologico di questo fungo è utile in vista soprattutto delle opere di prevenzione. Innanzitutto, le spore possono essere di due tipi:
- sessuate, riparate tra le gemme e in punti coperti della pianta
- asessuate, prodotte da una forma di gemmazione della spora sessuata di partenza
Le spore vengono a contatto con le gemme durante il periodo primaverile. Il ciclo biologico è diviso in tre fasi principali:
- la fase parassitaria inizia con il germogliamento; la pioggia è fondamentale per trasportare le spore, così come una temperatura che rimanga costante al di sotto dei 18°C.
- dopo tre settimane dalla comparsa dei sintomi, noterai sui germogli o sulle foglie una muffa bianca, segno che è iniziata la fruttificazione del fungo
- la fase saprofitaria, durante la quale le spore si moltiplicheranno per gemmazione; in questo modo l’infezione minaccerà tutto il tuo frutteto
Foglie rosse del pesco: prevenzione
Fondamentale per la lotta contro la bolla del pesco è la prevenzione. Questo perché, in caso di manifestazione dei sintomi, potrebbe essere già troppo tardi per intervenire e salvare il tuo albero di pesco o il tuo frutteto, della cui cura abbiamo scritto in questo articolo.
Le pratiche di prevenzione sono le seguenti:
- raccogli le foglie cadute durante l’autunno
- passa la spazzola tra i tronchi in modo da eliminare tutti i residui di rami e foglie
- effettua delle attente operazioni di potatura soprattutto negli alberi colpiti dalla bolla del pesco durante l’anno precedente (leggi questa guida per sapere come potare al meglio il tuo albero il pesco)
- i residui colturali che sono stati infettati devono essere cimati con cura, allontanati dal frutteto e bruciati
Oltre a tutto questo, però, è possibile svolgere degli interventi di prevenzione utilizzando degli anticrittogamici, ovvero dei prodotti a base di rame (del cui utilizzo abbiamo parlato qui). Questi trattamenti, biologi e non troppo complessi, sono il modo migliore per cercare di tenere a bada la bolla del pesco. Nel caso in cui la malattia dovesse comparire, infatti, non puoi fare affidamento su prodotti curativi, ma solo a delle soluzioni tampone come la potatura di cui abbiamo parlato prima.
Vediamo quindi nel dettaglio come dovrai effettuare i trattamenti a base di rame.
Bolla del pesco: trattamenti anticrittogamici
I trattamenti a base di rame per combattere la bolla del pesco sono tre e devono essere effettuati in tre momenti diversi:
- il primo intervento va effettuato da novembre ai primi di dicembre; in questo periodo l’albero di pesco avrà già perso le foglie
- il secondo intervento va effettuato tra la fine di gennaio e i primi di febbraio, prima dell’apertura delle nuove gemme
- il terzo intervento va effettuato intorno al mese di aprile, durante la formazione dei frutticini
Tutti questi interventi sono biologici, quindi in grado di proteggere la tua pianta senza danneggiare l’ambiente circostante. Per questo, è fondamentale che tu non attui alcun trattamento durante il periodo di fioritura in quanto potresti danneggiare insetti importanti come le api. Parlare di api ha scatenato la tua curiosità? Allora leggi qui.
Gli interventi biologici vanno effettuali durante giornate asciutte e non eccessivamente fredde, bagnando la pianta il più uniformemente possibile.
Durante il primo intervento a base di rame puoi utilizzare l’ossicloruro di rame oppure, in alternativa, la poltiglia bordolese. Puoi inoltre scegliere se compiere un unico intervento oppure se dividerlo in due azioni, con una pausa di circa 20giorni.
Il secondo intervento è utile per rafforzare le difese dell’albero. Potrai usare due prodotti diversi:
- rame mischiato con del propoli
- polisolfuro di calcio, anch’esso prodotto consentito in agricoltura biologica
Questo trattamento può essere ripetuto nella cosiddetta fase di bottone rosa, ovvero quando le gemme si sono già schiuse e si intravedono i giovani petali rosa. Per ripetere il trattamento, tuttavia, le condizioni climatiche molto piovose devono lasciar prevedere un’alta probabilità di infezione.
Il terzo intervento è facoltativo e, anche in questo caso, dipende dalle condizioni climatiche. Si consiglia di utilizzare una percentuale molto bassa di polisolfuro di calcio, intorno al 2%. Dopo di che, sospendi ogni attività, aspetta che le foglie di pesco cadano nel periodo autunnale e riprendi poi con il ciclo crittogamico.
Proteggere il tuo pesco da questo fungo (e non solo: ecco quali sono le malattie che possono colpire quest’albero) è un lavoro che dura tutto l’anno. Ma siamo certi che i suoi frutti sapranno ripagarti di tutte le cure e l’attenzione.
Buon lavoro!
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