La psilla dell’acacia è, come facilmente suggerisce il nome, un gruppo di insetti particolarmente insidioso per queste piante.
Nel mirino di questi temibile supergruppo di insetti troviamo anche altri alberi e piante che, di frequente, presenziano nei nostri giardini, come il pero, il bosso, l’alloro e l’albizzia.
In questo articolo vedremo come si comportano questi piccoli, ma temibili, nemici e come mettere in sicurezza le vostre preziose colture, siano esse da produzione o ornamentali.
Iniziamo!
Indice
La psilla dell’acacia: conosciamo questa minaccia
La psilla dell’acacia di Costantinopoli è un insetto che, proprio come la pianta che attacca, ha origine in Cina e Giappone e che è diventato una minaccia per gli esemplari italiani solamente di recente.
Tendenzialmente, il periodo in cui l’attenzione verso le acacie deve essere massima è quello che va dai primi mesi estivi fino a quelli autunnali (soprattutto se il clima è particolarmente temperato).
Aspetto e biologia della psilla dell’acacia
Come spesso ripetiamo negli articoli che riguardano malattie e infestazioni di parassiti, ciò che fa davvero la differenza è il repentino riconoscimento della situazione e dell’attacco in atto.
Saper identificare correttamente la spilla dell’acacia è, senza dubbio, il primo passo verso una giusta soluzione del problema.
Questi insetti hanno piccolissime dimensioni, tanto da arrivare a malapena a 5 millimetri di lunghezza, mentre la loro colorazione può variare ed essere più chiaro nelle generazioni estive e tendente al nero in quelle invernali.
Per quanto riguarda la testa, questi insetti sono dotati di ben 10 antenne, mentre gli occhi sono dotati di 3 ocelli; il loro apparato boccale, ovvero la loro terribile arma di distruzione, è composto da un rostro composto da 3 articoli e quindi trimero.
Il torace, dotato di ali, presente delle zampe dotate di solo 2 tarsi ed è proprio la loro specifica conformazione che rende capaci questi insetti di saltare sia in avanti che indietro.
Riproduzione
Le uova della psilla dell’acacia sono dotate di un sostegno, detto peduncolo, che viene infisso nei tessuti vegetali.
Il suo scopo è quello di assorbire quanta più umidità possibile dalla pianta, di modo che l’uovo non si secchi e che possa continuare con il suo regolare sviluppo.
Una volta schiuse, dalle uova fuoriescono dei giovani insetti che hanno davanti a loro almeno 5 stadi da affrontare:
- 2 di neanide
- 3 di ninfa
La loro forma è abbastanza tipica: tozzi e particolarmente appiattiti, i loro segmenti addominali si fondono in una struttura chiamata pigidio che contiene l’apparato riproduttivo nelle femmine.
Nota bene: gli adulti delle generazioni estive si differenziano dagli altri sia per dimensioni che per colore.
Lunghi massimo 3 mm, questi risultano essere di colore verde o giallastro.
Durante la buona stagione si susseguono numerosissime generazioni fino all’autunno, dove gli ultimi adulti si portano a svernare su alcune piante a foglia persistente.
Quali sono i danni che crea?
I danni che arreca la psilla dell’acacia sono molto gravi se non riconosciuti subito.
Il parassita, infatti, è in grado di colonizzare in modo effettivamente massiccio sia le foglie che i germogli della pianta, risultando particolarmente insidioso sia da riconoscere che da combattere.
Attraverso il rostro, infatti, punge queste parti dell’acacia rilasciando all’interno della pianta abbondanti secrezioni composte da cera e melata: questo produce asfissia e bruciature sull’esemplare e, successivamente, prevede l’insediarsi di funghi saprofiti che formano delle fumaggini, ovvero delle patine nere.
In pratica, le piante attaccate dalla psilla vanno incontro a defogliazione, disseccamento dei germogli e una generale perdita di vigore a livello dei rami.
Qualora gli attacchi da parte della psilla fossero recidivi e si manifestassero per più anni consecutivi, è ovvio che le vostre acacie verranno sottoposte a un fortissimo stress: questa condizione le renderà più predisposte all’insediamento di ulteriori patogeni e parassiti secondari e a un pronunciato deperimento vegetativo.
Oltre all’andare incontro al disseccamento totale, le sostanze introdotte dalla psilla (ovvero la melata e tutte le secrezioni cerose) imbratteranno tutto ciò che si trova al di sotto della chioma, mettendo in ginocchio la salute della pianta intera.
Come si combatte la psilla dell’acacia?
La Acizzia jamatonica, ovvero la psilla dell’acacia è insidiosa per altri motivi che riguardano la sua lotta.
Come abbiamo detto in apertura, si tratta di un insetto relativamente nuovo in Italia e proprio per questo motivo la lotta naturale non può essere una soluzione: non esistono insetti in grado di essere la sua naturale antitesi poiché nessuna specie riesce ancora a contrastarla in modo efficace.
Proprio per questo motivo e data la sua pericolosità, le infestazioni più massicce sono generalmente trattate con agenti chimici specifici già dal primo manifestarsi di segni sospetti sui germogli o sulle foglie di acacia.
I prodotti da usare sono i seguenti:
- Piretroidi (come la Deltametrina, Permetrina, Lambda-cialotrina, Tau-Fluvalinate o simili)
- Estratto di Piretro
- Altri insetticidi ad azione diretta come Azadiractina ed Etofenprox
Proprio perché le alternative sono poche e particolarmente importanti in termini di conseguenze sulle piante, è necessario essere particolarmente tempestivi nel riconoscere la psilla dell’acacia subito, ovvero quando gli stadi dell’insetto non sono ancora completi: le secrezioni a base di melata, infatti, sono prerogativa degli insetti adulti, quindi il danno potrebbe comunque essere abbastanza limitato.
Quando vi ritrovate a fronteggiare questa malattia, ricordatevi sempre di usare il prodotto giusto per le vostre esigenze e di consultare un agronomo esperto qualora fosse necessario.
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