In questo articolo parleremo di una tecnica che ti aiuterà nel caso in cui volessi ampliare le dimensioni del tuo frutteto con delle varietà di pero ancora più resistenti: l’innesto del pero.
Se hai un frutteto nel tuo orto domestico, infatti, il melo e il pero saranno molto probabilmente due delle colture che porti avanti.
La facilità di coltivazione e la bontà dei frutti rendono il pero uno degli alberi da frutto più appetibili anche per agricoltori con poca esperienza ed è per questo che nelle prossime righe vedremo come prendersene cura seriamente.
Iniziamo!
Indice
Metodi di propagazione: talea e innesto
Le piante possono essere propagate in diversi modi:
Le propagazioni per talea e per innesto sono le più diffuse, ma, pur avendo delle caratteristiche in comune, hanno delle differenze sostanziali molto importanti.
La talea è un metodo di propagazione agamica, chiamata anche vegetativa. Consiste nella generazione di una pianta figlia che abbia le stesse caratteristiche della pianta madre. Questo ha vantaggi e svantaggi:
- il vantaggio è che la propagazione agamica è in grado di produrre molti nuovi esemplari in breve tempo
- lo svantaggio invece è che le piante propagate in questo modo saranno più vulnerabili ai cambiamenti climatici, a causa della mancanza di varietà genetica
Propagando per talea dovrai dunque prelevare un pezzo di ramo dalla pianta madre e fare in modo che emetta delle radici.
L’innesto invece è una tecnica di moltiplicazione che prevede l’utilizzo di due piante:
- la prima, chiamata portainnesto, che fornisce la parte radicale
- la seconda, chiamata nesto o marza, che fornisce la parte aerea
Il tipo di taglio che permette alle due parti di essere saldate tra loro definisce il tipo di innesto, che può dunque essere di diversi tipi. Ecco quelli più usati:
- innesto a gemma
- innesto a spacco
- innesto a corona
- innesto a omega
- innesto di approssimazione
- innesto di rinvigorimento
Innesto del pero (e non solo): quali vantaggi?
L’innesto, come abbiamo visto, è una tecnica di riproduzione utile quando si vogliono avere nuove piante. Ma non solo.
Le nuove piante saranno infatti più resistenti alle malattie e alle variazioni climatiche, dimostrandosi migliori delle due piante madri sia per robustezza sia per produttività.
L’innesto serve anche per sostituire una varietà di pianta o per ottenere più varietà in una stessa pianta.
Inoltre, questa tecnica è spesso molto utilizzata per rinvigorire la chioma.
Per poter però godere di questi vantaggi dovrai imparare innanzitutto a eseguire correttamente questa tecnica perché, se fossi ancora inesperto, potrebbe risultare un po’ ostica. Oltre alla pratica, è fondamentale ricordare due cose, prima di procedere:
- il periodo in cui praticare l’innesto varia da pianta a pianta, essendo legato al loro ciclo vegetativo
- le piante innestate devono essere affini, ovvero appartenere alla stessa specie
Il pero, circa il secondo punto, è un albero che ti viene incontro: può infatti essere innestato su diverse specie di piante purché siano appartenenti alla stessa famiglia, come il cotogno (di cui abbiamo parlato in questo articolo) e il biancospino (di cui abbiamo invece parlato qui).
Ma entriamo nel dettaglio.
Innesto del pero: quali finalità ha?
L’innesto del pero è molto utile se stai perseguendo uno di questi obiettivi:
- frutti più saporiti e di diverse varietà
- produzione più veloce
- adattabilità maggiore del pero a un terreno non adatto
- resistenza all’attacco di parassiti (abbiamo scritto questo articolo per metterti in guardia circa le malattie che potrebbero colpire il tuo pero)
- nuova vigoria per alberi vecchi e deperiti
Attento alle tempistiche. Il pero, così come il ciliegio, il cotogno, il melograno e altri, va innestato tra il mese di marzo e quello di aprile.
Pero: quale modalità di innesto scegliere?
Per la pianta del pero, le tecniche di innesto più utilizzate sono tre:
- innesto a corona, usato per rivitalizzare e ampliare la produttività
- innesto a spacco, usato quando si vuole creare una varietà più ampia dello stesso frutto
- innesto per approssimazione, utile quando a una pianta muore una branca e la si vuole sostituire con un’altra della stessa varietà
Vediamoli insieme.
Innesto a corona
L’innesto del pero, come detto sopra, deve avvenire nei primi mesi primaverili. Per questa ragione, dovrai occuparti di prelevare le marze a fine inverno, quando cioè su di esse inizieranno a comparire le prime gemme. Abbi cura che le marze siano di una lunghezza di circa 10cm e abbiano almeno quattro gemme. Conservale in frigorifero oppure in un posto molto fresco.
Ecco come dovrai procedere in primavera:
- durante il riposo vegetativo, taglia il portainnesto qualche centimetro sopra il punto scelto per l’innesto
- effettua dei tagli leggermente inclinati lungo tutta la circonferenza del portainnesto
- affila le marze solo da un lato, scortecciandole, in modo da far loro assumere la forma a becco di clarino
- inserisci le parti senza corteccia delle marze nel taglio fatto sul portainnesto
- fissa le parti utilizzando della rafia oppure del nastro isolante
- in ultimo, cospargi il tutto con del mastice specifico per innesti
Puoi approfondire l’argomento leggendo questo articolo.
Innesto del pero a spacco
Anche per quanto riguarda l’innesto a spacco, dovrai prelevare le marze e conservarle così come abbiamo spiegato per l’innesto a corona.
A essere diverso, in questo caso, è il tipo di taglio:
- taglia il portainnesto sopra il punto scelto per l’innesto e assicurati che abbia un diametro di 10cm
- effettua un taglio verticale della profondità di circa 3cm
- prepara la marza a cuneo, in modo che la punta sia della stessa lunghezza del taglio sul portainnesto
- fissa le parti con della rafia o del nastro isolante, poi ricopri tutto con del mastice per innesti
Ricorda che il mastice per innesti è fondamentale per evitare l’ingresso di acqua e per prevenire degli attacchi fungini che potrebbero debilitare la tua pianta prima ancora che si sviluppi.
Vuoi saperne di più? Leggi qui.
Innesto per approssimazione
Questo specifico tipo di innesto si basa sul fatto che, in natura, dei rami vicini e fisicamente a contatto tra loro, possano fondersi senza l’intervento dell’uomo.
Ecco come dovrai procedere:
- avvicina due rami sottili, appartenenti a due diversi alberi
- scorticali leggermente e legali saldamente tra loro
Pero: quali portainnesti?
Abbiamo parlato all’inizio di questo articolo che tra il nesto e il portainnesto ci dev’essere affinità, altrimenti l’innesto non solo non produrrà alcun beneficio, ma potrebbe anche essere rigettato.
In linea generica, il pero può essere innestato su un portainnesto franco oppure sul cotogno; quest’ultimo è particolarmente indicato nel caso si vogliano ottenere dei frutti più succosi.
Ecco qui un piccolo elenco di portainnesti che potrebbero fare al caso tuo:
- portainnesto franco, ottenuto cioè dal seme della stessa varietà della marza; sebbene molto lento nell’entrare in fase produttiva, il pero franco è un tipo di albero estremamente longevo e vigoroso
- fox 11, un portainnesto che deriva dei semi di una varietà antica di pero; la pianta sarà più precoce rispetto al pero franco, e abbastanza produttiva
- il cotogno MA, che però mal si adatta ai terreni calcarei
- il cotogno BA29, ottimo per le zone con un alto rischio di siccità
- il pesco farold 69, che soffre il ph acido del terreno, ma ha un’ottima vigoria (se non sai come calcolare il ph del tuo terreno, leggi qui)
Sai tutto! Aspetta la primavera per divertirti ad ampliare il tuo frutteto.
Buon lavoro!
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