Le piante palustri carnivore stanno diventando sempre più popolari e molto amate dai bambini.
Inoltre si possono coltivare in vaso sui davanzali, in serre, in contenitori all’aperto e nel terrapieno del giardino adattandosi al design impostato sia tradizionale che contemporaneo.
In riferimento a queste piante palustri, vediamo di cosa si trattano e come si coltivano analizzando nel contempo la drosera in tutto il suo temibile splendore.
Indice
La relazione tra insetti e piante
Esiste un’intima relazione tra insetti e piante; infatti, nessuno potrebbe esistere senza l’altro.
Api, vespe e farfalle avvantaggiano le piante impollinando i loro fiori, mentre altre specie di insetti si nutrono succhiando linfa dal tessuto vegetale o divorandone alcune parti.
Tuttavia, in natura ci sono delle piante che mangiano insetti di vario genere compresi acari, cimici e occasionalmente piccoli animali come le rane.
Le piante palustri carnivore e non, tuttavia, non sopravvivono solo mangiando insetti e altre prede, bensì come tutte quelle verdi che contengono clorofilla attingono al cibo generato attraverso il processo di fotosintesi.
Cosa sono le piante palustri carnivore?
Le piante carnivore dal punto di vista botanico hanno diversi nomi; infatti, troviamo le Cephalotus, la Darlingtonia, la Dionaea e la Drosera, giusto per citarne alcune tra le più popolari.
Si tratta tra l’altro di un gruppo erbacee, perenni e sempreverdi che fioriscono in primavera.
Le piante carnivore provengono da una vasta gamma di climi tra cui l’Asia tropicale, l’Australia, l’Europa temperata e da aree diverse come il Messico fino all’Alaska.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che le piante carnivore catturano insetti di vario genere ed estraggono cibo da altri organismi viventi con meccanismi di raccolta che includono trappole, brocche, cuscinetti adesivi o tecniche di aspirazione.
Come si coltivano le piante palustri carnivore?
Per fare in modo di coltivare correttamente le piante carnivore è necessario selezionare la formula di compost specifica per ogni genere.
Non a tutte le specie infatti piacciono i nutrienti presenti nel terriccio, e ci sono alcune che preferiscono il drenaggio libero mentre altre (la maggioranza) hanno bisogno di condizioni paludose.
Per quanto riguarda invece l’alimentazione aggiuntiva per le piante carnivore, è importante sottolineare che tranne che in circostanze eccezionali, un quarto di fertilizzante per piante d’appartamento può essere applicato nebulizzandolo non più di una volta al mese e al mattino presto.
Le annaffiature invece vanno effettuate con acqua piovana, poiché quella del rubinetto contiene cloruri e fluoruri e alti livelli di calcio che la rendono troppo alcalina.
Lo splendore della temibile drosera
Tra le tante specie di piante carnivore ce ne sono molte abbastanza tenere come la drosera e che si presta per la coltivazione all’aperto.
Questa specie il cui nome botanico è Drosera Rotundifolia richiede tra l’altro una buona luce ma non quella diretta del sole.
Premesso ciò, va altresì aggiunto che la drosera ha delle foglie modificate ricoperte di peli rossi che secernono una sostanza appiccicosa indispensabile per catturare la loro preda.
Come coltivare correttamente la drosera?
Per coltivare nel migliore dei modi la drosera è necessario innanzitutto preparare in parti uguali una corteccia compostata e della sabbia fine e accuratamente lavata.
Per quanto riguarda invece la propagazione avviene per seme e per talea di foglie o radici.
Premesso ciò, la scheda della drosera ci dice che è una pianta carnivora con un modo ingegnoso di catturare le sue prede; infatti, ha dei cuscinetti appiccicosi che intrappolano gli insetti e presenta anche delle attraenti rosette spesso dai colori vivaci.
La pianta dal punto di vista strutturale ha minuscoli steli ricoperti in prossimità delle punte da filamenti molto appiccicosi che secernono una sostanza in grado sia di catturare insetti che per digerirli.
Gli steli inoltre tendono a piegarsi per tenere bloccata la preda per 4 o 5 giorni ossia fino a quando non viene digerita. La drosera può crescere sia all’interno che all’esterno, ed in entrambi i casi (specie nel primo) risulta eccellente per controllare tutti i tipi di insetti piccoli.
Le varie tipologie di coltivazione della drosera
Le drosera è una pianta carnivora che prospera bene in vaso e nello specifico in una miscela di muschio di sfagno e vermiculite o perlite.
Il contenitore tuttavia si deve mantenere costantemente umido in quanto si tratta di una condizione (paludosa) necessaria per la massima crescita.
Tuttavia, va sottolineato che il terriccio deve essere completamente filtrato e con l’aggiunta di muschio di sfagno condizioni indispensabili per aumentarne l’acidità.
Fatta questa importante premessa, va aggiunto che un luogo ben soleggiato si adatta bene alla pianta, anche se è possibile coltivarla nella penombra.
Come curare le piante carnivore palustri?
La pianta di drosera coltivate nei contenitori non richiede particolari tipi di fertilizzanti, ma soltanto acqua piovana oppure quella distillata in quanto non tollera livelli di minerali alti.
Un’umidità dal 40% al 60% è altresì importante per ottimizzarne la crescita; infatti, basta posizionare un piattino pieno di ciottoli di piccole dimensioni sotto la pianta riempiendolo poi d’acqua, in modo che l’evaporazione renderà umida l’aria circostante.
Per quanto riguarda invece la potatura va detto che è piuttosto minima e prevede soltanto il taglio di gambi e delle foglie spesse, mentre il travaso va eseguito quando la drosera diventa troppo grande rispetto alle dimensioni del contenitore.
La fantastica e temibile drosera binata
La drosera a foglie biforcute, nota come binata, è una pianta dall’aspetto insolito, con foglie ricoperte di minuscoli peli, in grado di intrappolare insetti e ragni.
Si tratta tra l’altro di una varietà particolarmente attraente; infatti, le sue foglie rampicanti dai tentacoli rossi, gli conferiscono un aspetto quasi simile a una felce. Inoltre le foglie sono sottili, strette e biforcute all’estremità in 2 punte.
La lamina fogliare è invece rivestita da tentacoli bruno-rossastri che contengono minuscole gocce di mucillagine che contengono enzimi digestivi che distruggono i corpi degli insetti intrappolati.
Infine, è dato sapere che la drosera binata regala fiori bianchi o occasionalmente rosa chiaro composti in entrambi i casi da petali obovati disposti a forma di stella.
Circa 15-30 fiori si presentano su un’infiorescenza a spiga e soltanto 1 oppure 2 si aprono alternativamente.
Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!