La raccolta del pistacchio meccanica è una pratica molto importante poiché si tratta di uno dei prodotti d’eccellenza del territorio italiano, coltivato in numerose regioni ed esportato in tutto il mondo nelle sue varietà più note, come ad esempio quella di Bronte.
Non tutti sanno però quanto sia difficoltoso portare a termine una coltura di questo genere, soprattutto a causa dei terreni scoscesi e impervi e delle condizioni climatiche che ultimamente non sono troppo prevedibili.
Questo tende a scoraggiare i piccoli produttori e a direzionarli verso soluzioni differenti, non consentendo di investire in un business che potrebbe essere decisamente redditizio.
La situazione si complica se si pensa che molte attività svolgono ancora buona parte della raccolta a mano utilizzando tecniche tradizionali ma allo stesso tempo perdendo una notevole quantità di tempo che potrebbe essere impiegato per produrre ed esportare in maniera più consistente.
Se siete curiosi di sapere come può essere effettuata una raccolta del pistacchio meccanica step by step, non vi resta altro da fare che leggere questo articolo e valutare se vale la pena investire su un elemento così famoso nel mondo e apprezzato anche ben oltre i confini nazionali.
Indice
Aspetti preliminari da considerare nella raccolta del pistacchio meccanica
Se avete deciso di coltivare il pistacchio o siete curiosi di scoprire come viene raccolto, il primo aspetto da considerare è quello della sua corretta gestione.
Questo viene solitamente prodotto solo negli anni dispari, in un periodo dal clima caldo ma non torrido come quello che va da fine agosto ai primi giorni di settembre.
In questo modo il seme ha la possibilità di seccarsi accuratamente, dopo essere cresciuto su un terreno adatto alla sua germinazione.
In base la luogo nel quale sorge la pianta è possibile decidere se eseguire una raccolta del pistacchio meccanica o a mano, poiché alcuni terreni lavici impediscono di utilizzare la strumentazione adeguata poiché il frutto potrebbe danneggiarsi.
Dove possibile si tratta tuttavia della soluzione migliore da utilizzare, perché permette di risparmiare tempo e fatica, andando ad aumentare di molto la propria produzione annuale.
Tuttavia esistono macchinari che compiono questa operazione in maniera piuttosto delicata, andando a rimuovere gli elementi dai rami in una fase detta sgrappolamento e convogliando il risultato all’interno di appositi contenitori dall’ampia capienza.
Parliamo di un rito che si tramanda di generazione in generazione, che ormai le famiglie hanno imparato ad apprezzare anche con l’ausilio della tecnologia, così che sia maggiormente rapido e agevole.
Coloro che decidono di investire per la prima volta nel settore potranno imparare a svolgere questa mansione in modo moderno e funzionale, ma solo se la conformazione del posto lo consente.
La raccolta del pistacchio meccanica inizia con il rimuovere il mallo
Una volta raccolti tutti i frutti presenti sull’albero e fatto in modo che questi siano convogliati all’interno dell’apposito contenitore di raccolta, è giunto il momento di dividere la parte interna dal suo mallo.
Si tratta di un involucro esterno che una volta seccato al sole assumerebbe l’aspetto di un confetto, dalla consistenza dura e dal colore bianco.
Eliminandolo con un apposito macchinario che si occupa di togliere solo il primo strato, ciò che otterrete è un pistacchio con il guscio, che nel gergo tecnico prende il nome di tignosella.
Non è detto che questo debba essere a sua volta eliminato, poiché il frutto potrebbe essere servito direttamente con questa copertura, ma l’industria alimentare richiede solitamente dei prodotti sgusciati che possono essere impiegati per la preparazione di ottimi piatti, dall’antipasto al dolce.
Permettere al pistacchio di essiccarsi correttamente
La fase più delicata della lavorazione meccanica del pistacchio è quella della sua essiccazione, che avviene attraverso appositi macchinari che consentono di arieggiare il frutto e favorire la sua disidratazione con la corretta temperatura.
La procedura tradizionale prevede invece la fase della stenditura, cioè il posizionamento di apposite reti a maglia molto stretta, sulle quali sono adagiati i semi posti a una certa distanza gli uni dagli altri.
All’interno di serre settate correttamente, il pistacchio impiega circa 3 giorni per raggiungere la consistenza desiderata, grazie all’azione del caldo sole siciliano del periodo di fine estate.
Coloro che approcciano alla produzione per la prima volta potranno ridurre di molto i tempi agendo in maniera meccanica, così che sia possibile aumentare la redditività dell’azienda e arrivare ad esportare una quantità molto superiore di prodotti tipici all’estero.
Tuttavia è molto importante che vengano rispettate determinate condizioni a livello di clima e tempi, poiché si tratta del momento in cui il frutto matura tutti i suoi tipici aromi che lo rendono apprezzato in tutto il mondo.
Sgusciare il frutto: una parte importante della raccolta
Il pistacchio presenta una doppia protezione, quindi dopo la rimozione del mallo è giunto il momento di togliere anche quel guscio duro e legnoso che ricopre il frutto, così che sia disponibile per essere consumato con maggiore facilità.
La consistenza tenace deriva dal processo di essiccatura, quindi più intensa sarà stato questo momento e maggiormente coriacea e difficile da rimuovere sarà la parte.
Oggi è possibile utilizzare del appositi macchinari dotati di una sorta di strumento adunco, che si insinua tra l’interno e la copertura e la rimuove senza in alcun modo danneggiare l’interno.
Anticamente veniva invece impiegato dai contadini un blocco di pietra lavica dotato di un bordo molto ampio, dove poggiare il seme per separarlo dalla copertura attraverso elementi appuntiti.
Per eseguire questa operazione a regola d’arte è però decisamente meglio affidarsi alla tecnologia moderna, così che il risultato finale sia non solo più rapido, ma anche decisamente più uniforme.
Pelare lo strato superficiale del pistacchio
Essendo un frutto molto prezioso, il pistacchio è stato dotato di un doppio rivestimento, quindi è necessaria una fase successiva per togliere quello strato sottile e leggero che copre il vero e proprio frutto.
Lo riconoscerete perché somiglia a una pellicola violacea che, una volta immersa in acqua, si distacca con maggiore facilità.
Anche questa operazione può essere eseguita in modo meccanico, immergendo il pistacchio in macchinari contenenti acqua a 90 gradi, così che possa ammorbidirsi e pelarsi nella maniera corretta.
Passando attraverso degli appositi cilindri gommati, il seme acquista il suo tipico colore verde smeraldo ed è finalmente pronto per essere commercializzato sul territorio nazionale e internazionale.
Ultima parte della raccolta pistacchio meccanica: la scelta degli esemplari migliori
In passato, essendo tutto il procedimento eseguito a mano, era necessario eseguire una selezione dei pistacchi meglio riusciti da poter mangiare e soprattutto vendere.
Grazie alle tecnologie più moderne, che prevedono l’impiego di una sofisticata strumentazione meccanica, oggi la maggior parte dei semi escono dal comparto industriale pressoché perfetti e identici, così che sia possibile utilizzarli tutti per la vendita.
Affidarsi alla modernità significa quindi massimizzare il proprio business, rendendo il procedimento molto più rapido e soprattutto redditizio dal punto di vista della produttività nel tempo.
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