Quali sono le malattie della dipladenia?
Tra le piante ampiamente coltivate che vengono usate per abbellire e arredare giardini e terrazzi esterni ed anche strutture indoor certamente c’è la dipladenia.
Indice
Le caratteristiche della pianta
La Mandevilla (come viene anche chiamata) è una pianta rampicante tropicale originaria in particolar modo del Brasile appartenente alla famiglia delle Apocynaceae.
Le sue lunghe foglie verdi lucide creano un caratteristico contrasto con i suoi bellissimi fiori a forma di imbuto di diversi colori che possono variare dal rosa al bianco. Queste gemme che fioriscono nel lungo periodo tra maggio e novembre hanno una durata tra le 2-4 settimane, in condizioni ottimali di semina, crescita e opportuna cura. Visto che i suoi graziosi fiori decorano i nostri ambienti, è premura di chi le coltiva conoscere quali accorgimenti prendere affinché siano sempre rigogliose così da goderne della loro vista.
Seppur sia conosciuta come una pianta generalmente resistente rispetto a tante altre, è necessario sapere che è soggetta ad alcune malattie derivanti da molteplici cause.
Ecco alcune utili informazioni in merito alle principali malattie della Dipladenia.
Quali malattie della dipladenia sono più comuni?
La Dipladenia non è, purtroppo, esente dall’essere colpita da malattie sia fisiologiche sia infettive.
La più comune tra le malattie fisiologiche è l’ingiallimento delle sue foglie. Questa manifestazione può avvenire a livello del bordo della lamina fogliare o delle punte delle foglie e porta alla caduta delle foglie nel corso dei giorni.
Per poterlo prevenire è necessario concimarla e irrigarla appropriatamente con acqua e azoto, dato che la sua causa è uno scarso innaffiamento con conseguente rinsecchimento della pianta.
Un’altra seria malattia che colpisce questa rampicante è il marciume. Essa la si riscontra con la mancata crescita della pianta, marciume dei germogli e soprattutto imbrunimento delle foglie.
L’agente principale responsabile di questo poco piacevole effetto è il fungo Rhizoctonia solani che si sviluppa negli strati superiori del suolo e colpisce la pianta dapprima all’altezza del colletto per poi scendere verso il suo sistema radicale.
Nel caso di una coltivazione di molteplici Dipladenie ravvicinate, quelle che manifestano questi sintomi devono essere assolutamente scartate, eliminate mentre quelle sane devono essere trattate con specifici fungicidi.
Tra gli altri funghi e pseudo-funghi (gli Oomiceti) che si trovano nel suolo e che colpiscono questa pianta ci sono il Phytophthora (o Pythium) e lo Sclerotium. Essi creano danni seri ed irreparabili, come la morte, se le piante sono ancora giovani. Nel caso di piante più adulte e strutturate è difficile che essi causino problematiche serie ma solo sintomi come macchie marroni a livello delle foglie.
Esistono anche altri funghi che colpiscono solo le foglie e i fiori, definiti fogliari e floreali. Tra di essi si annoverano la ruggine, la Botrite, la muffa e l’oidio, i quali causano sintomi molto ben visibili: macchie marroni sulle foglie, muffa bianca o grigiastra e macchie arrotondate arancioni o rosse.
La Dipladenia potrebbe anche manifestare macchie rotonde leggermente infossate, incavate marroni tendenti all’ingrigimento. In questi casi sul lato sottostante inferiore delle foglie sarebbero visibili dei grappoli a forma di anello dovuti a sporulazione di funghi presenti all’interno delle macchie. Se presenta tali sintomi è affetta da una malattia definita Dipladenia Ringpot.
Questa pianta può anche essere soggetta all’attacco di muffe grigie che si manifestano creando macchie rotondeggianti, dapprima biancastre e in seguito ingrigite. Purtroppo, la necrosi delle sue foglie si sposta a livello dei germogli e progredisce verso il basso, verso le radici.
Anche se estremamente raro, la Dipladenia può ammalarsi a seguito dell’attacco di batteri, tra i quali la Pseudomonas savastoni mandeville che provoca sulle foglie e gli steli delle macchie dovute a necrosi e foglie con strane protuberanze.
Infine, un altro nemico della bella Dipladenia è un determinato virus: il Virus del mosaico della Dipladenia, denominato con l’acronimo inglese DipMV. Come il nome suggerisce, esso causa l’insorgenza di mosaici di colore verde, bianco o giallastro sulle foglie. Questo virus può entrare in contatto con la pianta perché trasmesso da un qualche parassita oppure attraverso un piccolo taglio fatto con attrezzi di potatura contaminati.
Un’ultima menzione dev’essere fatta ad alcuni parassiti che considerano la Dipladenia fonte di interesse, come gli afidi, le cocciniglie e soprattutto il ragno rosso. Ovviamente, possono danneggiare la pianta e vanno necessariamente allontanati con opportuni trattamenti.
Quali sono alcune cause dell’insorgenza di tali malattie?
Precisando che la pianta della Dipladenia non è particolarmente delicata e vulnerabile, essa può essere comunque soggetta alle malattie descritte nel momento in cui alcuni importanti fattori per la corretta crescita e sviluppo della pianta non sono adeguati.
Quando condizioni di crescita e determinate attenzioni, cure non vengono rispettate può accadere che batteri, funghi e virus la colpiscano danneggiandola.
Per questo è importante anche conoscere quali sono i fattori che promuovono l’insorgenza delle malattie in modo da prevenirle ed evitarle il più possibile per il bene di questi organismi vegetali.
Eccone alcuni:
– scarsa irrigazione: quando non si effettua un regolare innaffiamento alcuni parassiti, come cocciniglie e mosche bianche, sono particolarmente attratti dalle piante quando sono in uno stato di sofferenza e debolezza. Una volta che attaccano la pianta stimolano la formazione del fungo nero il quale secerne una sostanza di colore nero (da questo il suo nome) che ricopre le foglie della Dipladenia impedendole di respirare regolarmente;
– eccessiva irrigazione: se si innaffia la pianta quando il terreno è già stato innaffiato e risulta essere ancora umido, le radici della pianta esauriscono l’aria da respirare. Se non si permette al terreno di asciugarsi si creano le condizioni di scarsa ossigenazione perché le molecole di ossigeno si dissolvono man mano che l’acqua viene aggiunta;
– eccessivo grado di umidità interna della casa: esattamente quanto un eccesso di acqua non favorisce un’adeguata crescita della pianta, altrettanto anche un’alta percentuale di umidità crea condizioni favorevoli all’insorgenza di malattie. Questo perché un’alta umidità ambientale e temperature miti durante la stagione invernale sono le condizioni ideali per lo sviluppo di funghi come la Botrite;
– semina in un terreno troppo compatto: piante come la dipladenia ha bisogno di affondare le proprie radici in terreni che drenano correttamente l’acqua. Se essa è piantata in un terreno eccessivamente duro e compatto, l’apparato radicale non solo non si svilupperà liberamente durante il suo pieno sviluppo ma, in seguito ad innaffiamento, rimarrà bagnato, umido per lungo tempo ponendo le basi per condizioni rischiose che porterebbero alla sua morte;
– scelta sbagliata del vaso: dato che la dipladenia ha necessità che venga piantata in un vaso con un foro alla sua base, sarebbe sbagliato piantarla in un vaso senza buchi forse per riutilizzare vasi già in possesso. Altrettanto scorretto è porre un piatto al di sotto del vaso e, dopo l’innaffiamento, non scolare l’acqua contenuta in esso in eccesso. Un ristagno di quest’acqua per lungo tempo causa la morte delle sue radici;
– cattive abitudini: riutilizzare un vaso che si è già utilizzato per piantare e far crescere precedentemente altre piante senza dovute accortezze di pulizia, fa correre il rischio di mettere in contatto la pianta con l’eventuale presenza nel vaso di batteri, spore di funghi e virus che potrebbero farla ammalare.
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