Il come combattere la batteriosi del kiwi è una sfida importante portata avanti da anni sia da enti nazionali che regionali. La batteriosi del kiwi è dovuta a un cancro di origine batterica e in particolare dal batterio Pseudomonas Syringae Actinidiae, PSA.
La malattia è specifica del kiwi, in particolare la specie dell’Actinidia, e ha un decorso rapido che nei casi peggiori porta alla morte della pianta in 2-3 mesi.
Il batterio è stato ritrovato per la prima volta in Giappone. In Italia, le fonti datano il primo incontro con il PSA nell’ultima decade del secolo scorso, nel Lazio.
Ad oggi sono disponibili trattamenti preventivi che permettono di fortificare e difendere la pianta dal batterio. Bisogna considerare tuttavia che una volta presente nell’impianto, il problema non può essere risolto se non isolando l’area e adottando le misure di contenimento segnalate dalla regione di residenza.
Pertanto, è bene agire d’anticipo e seguire un piano di prevenzione in tutte le fasi di crescita e sviluppo delle piante di kiwi per evitare disagi o spiacevoli imprevisti.
Ma vediamo come si combatte la batteriosi del kiwi e come si può evitare che lo Pseudomonas Syringae Actinidiae distrugga le nostre colture.
Indice
Come combattere la batteriosi del kiwi
La batteriosi del kiwi si presenta quando il batterio PSA penetra nella pianta. Per riuscire nel suo obiettivo, il batterio sfrutta gli stomi fogliari o le ferite dovute a potature, legature, gelo o grandine.
La malattia si manifesta con l’emergere di maculature necrotiche sulle foglie. Sarà visibile ad occhio nudo un generale avvizzimento dei rami così come l’imbrunimento dei boccioli e dei fiori.
In conclusione, si potranno notare i tratti tipici dei cancri rameali, da cui è possibile che fuoriescano essudati di colore di una tonalità tra il rosso e l’ambrato.
Il batterio è inattivo se le temperature sono sotto i 10° e anche al superamento dei 20º C. L’attività decresce a tal punto da arrestarsi al superamento dei 25º C. Inoltre, a favorire la moltiplicazione e la riproduzione batterica è l’umidità sia all’interno che all’esterno della pianta di kiwi.
È quindi indispensabile agire a scopo preventivo, specie se le condizioni climatiche sono favorevoli allo sviluppo del batterio.
Ecco, quindi, che adottare soluzioni preventive senza aspettare che sia troppo tardi è vitale. Tra le principali operazioni di prevenzione contro la batteriosi del kiwi è bene ricordare di:
- Garantire un buon equilibrio vegeto-produttivo delle piante
- Usare sistemi di irrigazione idonei
- Efficientare il drenaggio e la rimozione dei ristagni idrici
- Ridurre al minimo i tagli fortuiti alla pianta
- Disinfettare con ipoclorito di sodio gli attrezzi impiegati per la potatura (da pianta a pianta)
- Evitare di condurre trattori e accessori meccanici da un impianto infetto ad un altro
- Rimuovere i tralci di potatura e depositarli lontano dall’impianto
- I residui infetti sono da eliminare o con sotterramento in profondità o bruciando il materiale
A queste operazioni preventive, è fondamentale associare trattamenti con prodotti rameici. Questi composti a facile dispersione idrica creano una protezione sulla pianta, schermandola dal batterio.
Poltiglia 20 WG è un chiaro esempio di soluzione eco-sostenibile ed efficace. Il prodotto ha lo scopo di bloccare l’accesso ai batteri in prossimità delle lesioni superficiali. Sviluppato da Manica, il composto di solfato di rame è risultato essere un fungicida di alta qualità che rispetta l’ambiente.
La scelta del trattamento
Sul mercato sono numerosi i prodotti proposti per contrastare la proliferazione del PSA. Tuttavia, esistono alcuni trattamenti che rispettano dei canoni di qualità, eco-sostenibilità e sicurezza del tutto superiori e vantaggiosi.
Uno dei composti più affidabili al momento è la Poltiglia 20 WG, un fungicida versatile ed efficace che non solo è ottimo per la batteriosi del kiwi, ma anche per proteggere altri tipi di colture come pomacee, drupacee e cucurbitacee ad esempio.
Si tratta di un fungicida rameico fitosanitario autorizzato dal Ministero della Salute che permette di schermare le piante di Actinidia e kiwi gialli. Il composto è costituito da rame metallo e coformulati.
Inoltre, la sua composizione idrosolubile consente una miscibilità elevata con i principali antiparassitari, e in primis, zolfi bagnabili e fertilizzanti fogliari.
In accordo con degli studi condotti presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento, è emerso che il livello di porosità del micro-granulo WG Manica è alto, favorendo quindi con maggior facilità la penetrazione di acqua al suo interno. In questo modo, si facilita la dispersione della poltiglia nell’irroratrice.
La dispersività del prodotto è superiore al 95% e il micro-granulo WG Manica, con le sue dimensioni di circa 400 micron, garantisce la massima sicurezza per il dosaggio per l’operatore. Pertanto, alla domanda: come combattere la batteriosi del kiwi? La risposta può certamente essere: Poltiglia 20 WG di Manica.
Vantaggi Poltiglia WG
I micro-granuli WG Manica hanno un’elevata dispersività per un’efficacia superiore rispetto alla media e la loro dimensione garantisce una maggiore sicurezza all’operatore che miscela. Grazie al pH controllato, il prodotto può essere miscelato con numerosi agrofarmaci e fertilizzanti in commercio.
Per concludere, la formulazione è del tutto green, grazie alla scelta di materiali ricavati da cave sostenibili e al riutilizzo di prodotti di scarto verificati e sicuri. Il prodotto si rende inoltre ideale per l’agricoltura biologica e integrata. Senza dimenticare che si tratta di un prodotto 100% italiano.
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