A tutta Bio! E’ proprio il caso di dirlo. Oltre 100 mila ettari d’Italia possono essere definiti vigneto biologico. Ma quali sono i segreti di questa crescita?
Nel 2016, gli ettari di vigneto convertiti a vigneto biologico sono aumentati del 24% rispetto al 2015, passando da 84.000 ettari a oltre i 103.000. Questo è certamente un grandissimo risultato per la viticoltura italiana che, ancora una volta, si dimostra meritevole del primato.
Gli ettari di vigneto biologico ammontano ormai precisamente a 103.545 ha (dati Sinab e Agea, 2017). In altre parole, corrispondono al 16% di tutto il territorio vitivinicolo italiano. Quelli effettivamente biologici sono circa 65.000 mentre in conversione sono circa 37.000. Un grande traguardo per il settore agricolo che, oltre ai classici marchi di qualità, trova nel biologico i migliori canali di vendita.
Il fenomeno è in crescita e seconda all’Italia a livello mondiale risulta solo la Spagna, la cui superficie di vigneti biologici è aumentata solo dell’11% rispetto all’anno precedente. La regione italiana che più di tutte le altre ha la maggior superficie a biologico è la Sicilia, con 38.935 ettari equivalenti al 38% del totale nazionale.
Subito dopo vengono la Puglia, con 15.990 ettari, ovvero il 15% del totale, e solo al terzo posto troviamo la Toscana, con 12.832 ettari, cioè il 12% del totale. Le altre regioni si trovano ad una quota che va dai 4.000 ettari in giù. Ultima la Valle d’Aosta, con solamente 22 ettari rimasti tali nel corso di questi ultimi due anni.
Ad avere il primato di maggior incidenza, invece, è la Calabria, che con i suoi 4.223 ettari è stata la regione che più si è manifestata sensibile al tema bio. Negli ultimi anni, infatti, quasi il 40% della superficie vitivinicola regionale è stata convertita. Particolare merito va anche alla Basilicata che ha praticamente raddoppiato la sua superficie biologica, passando da circa 500 ettari a più di 1.000.
L’Italia si dimostra una pioniera di successo del vigneto biologico, ottenendo così il primato mondiale senza pregiudicare la qualità dei vini, ma anzi aumentando la sostenibilità dell’agro-ecosistema vigna e il valore aggiunto del vino prodotto. In Europa, infatti, i terreni utilizzati a vigneto biologico coprono una superficie di 313 mila ettari su tutto il territorio comunitario, seguendo l’indirizzo culturale che si dirige verso un cambiamento radicale del sistema agricolo.
Oltre alla conversione in biologico, i vigneti italiani sono stati convertiti anche in piantagioni di bacche di Goji, soprattutto in quei territori dove fare viticoltura era diventato troppo impegnativo e poco remunerativo. Questa conversione ha ottenuto ottimi risultati in questi ultimi anni, soprattutto rispondendo ad una domanda del mercato sempre più crescente.
Sempre più agricoltori e, in questo caso, viticoltori (per quanto riguarda il vigneto biologico) quindi accrescono la propria sensibilità verso un’agricoltura migliore e più sostenibile, sia dal punto di vista sanitario che ambientale. Il biologico sta divenendo ogni anno un punto di forza e un valore aggiunto in molti rami del settore agricolo. Ed è proprio questo valore aggiunto che conferisce ai prodotti l’alta qualità e la richiesta da parte dei canali di vendita.
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