Il noce rientra tra le colture redditizie. Per trovare l’origine del noce dobbiamo focalizzare la nostra attenzione in una zona centrale dell’Asia: l’Himalaya. Da questo territorio lontanissimo, le noci arrivarono in Italia mediante la penisola greca, che fece da sponda per l’importazione già a partire dal VII-V secolo. Il nome scientifico del noce, che tutti noi conosciamo oggi è Juglans regia, che deriva dal latino “Jovis glans” la cui traduzione letterale è “Ghianda di Giove”. Questo a testimonianza dell’importanza di questo frutto tra la popolazione greca.
Da questo momento, il noce inizia ad espandersi in tutta Europa e ne abbiamo testimonianza diretta dalla storia che ci viene narrata, quando lo stesso Carlo Magno ordinò la coltivazione del noce nel suo immenso frutteto.
Il frutto del noce ottenne sempre maggior sviluppo e prestigio anche a livello economico tanto che le tasse stesse, potevano essere pagate in noci, invece che in denaro.
Se in queste regioni questo frutto era conosciuto per il suo valore nutrizionale ed economico, in Cina già a partire dagli anni 200 a.c , le noci venivano utilizzate all’intero della corte imperiale per svolgere un popolarissimo gioco cinese, ovvero far ruotare sul palmo della mano contemporaneamente due noci.
Indice
AMBIENTE IDEALE:
Una caratteristica molto importante da tenere in considerazione quando parliamo di habitat ideale per il noce, è il clima.
Di fatto è una pianta che teme il gran freddo (10-12° sotto zero) come il gran caldo.
Per questo l’ambiente ideale deve essere un terreno dove le temperature sono abbastanza costanti, grandi sbalzi termici non sono da considerare adatti per questo tipo di coltura.
Le zone collinose protette dai venti vengono considerate le più adatte, basti pensare che appunto la zona d’Italia dove troviamo la maggior parte delle coltivazioni di noce è la Calabria con il 70% della produzione nazionale.
Il terreno ideale per coltivare il noce, è sicuramente quindi un terreno sabbioso, secco, non troppo calcareo.
È sconsigliato un terreno argilloso e compatto.
Sono consigliabili soprattutto terreni profondi, di buona fertilità e disponibilità irrigua.
PERIODO DI COLTIVAZIONE DEL NOCE:
Come la maggior parte delle specie a frutto secco, anche il noce viene propagato sia per seme che per innesto.
L’albero di noce deve essere posto a dimora in buche non troppo profonde, infatti è consigliato porle a 12 – 15 cm di terra sopra le radici.
La messa a dimora delle piante avviene normalmente durante i mesi invernali come dicembre e gennaio.
Il noce necessita della potatura, che viene effettuata sin dal primo anno di vita, due volte all’anno.
La prima potatura deve essere eseguita quando i germogli raggiungo i 20-25 cm mentre il secondo intervento deve essere effettuato in luglio, durante la seconda ripresa vegetativa, per favorire il germoglio centrale.
Negli anni successivi, l’albero da noce non necessita di particolari potature poiché si autocontrolla.
Bisogna solamente eliminare i rami secchi ed effettuare al massimo qualche taglio di ritorno.
I noci, poi, vanno piantati con un sostegno, in modo che crescano dritti.
La concimazione e l’irrigazione sono indispensabili per poter far crescere la coltivazione in modo corretto e per poter ottenere i migliori risultati di produzione.
È doveroso specificare che, per chi desidera creare piantagioni a doppia attitudine (ricavando sia il frutto, che il legno), è necessario il ricorso costante negli anni ad una concimazione bilanciata, organica e anche minerale.
La raccolta delle noci avviene nei mesi di settembre ed ottobre attraverso degli scuotitori o delle raccattatrici.
COSTI:
Per avviare una coltivazione di noce è consigliabile partire da un investimento iniziale pari ad almeno 6 ettari, le coltivazioni più piccole non sono indicate ad ottenere il giusto guadagno.
Ovviamente, come in tutte le colture il costo iniziale dipende dalla densità di piante che si vuole piantare.
Per creare un impianto medio servono 12.700 euro all’ettaro considerando una densità di 240 piante ad ettaro e tenendo in considerazione il sesto di 7×6 metri.
A questo costo iniziale vanno aggiunti 15 mila euro all’ettaro per gestire le piante fino al 5° anno.
A partire dall’anno successivo e fino al 25° anno (termine ipotetico di morte delle piante) i costi di produzione sono 9.000 euro all’ettaro.
RICAVI:
La produzione lorda stimata al 6° è pari a 10.500 euro all’ettaro, mentre dal 7° anno fino all’anno di fine carriera delle piante è di 14 mila euro all’ettaro.
Il prezzo di vendita ipotizzato è di 3,50 euro al chilo e una produzione di circa 40 quintali/ettaro.
L’ammortamento dei costi iniziali finisce già all’undicesimo anno poiché si calcola circa un utile superiore ai 4 mila euro all’ettaro.
La richiesta di noci cresce sempre di più nel nostro territorio, grazie alle numerose proprietà di questo prodotto, tra cui l’elevata percentuale di proteine che contengono e i grassi monoinsaturi presenti (grassi che apportano benefici alla salute).
I guadagni descritti fin’ ora si riferiscono solo al ricavo dalla vendita del frutto, ma anche in questo caso come in altre colture da reddito il ricavato può avere una doppia strada, quello alimentare e quello legato ai materiali, e nel caso specifico del legno del noce, uno dei migliori d’Europa per la lavorazione, resistenza e riconosciuto per le sue raffinate venature.
Acquista ancora maggiore valore poiché questo legno è molto raro, e la sua produzione soddisfa soltanto il 30% del mercato, quindi la richiesta è molto elevata.
NON BUTTARE LE NOCI SIMMETRICHE!
Il mondo legato alla coltivazione del noce è molto vasto e articolato e anche in questo caso non mancano le curiosità, di fatto se non avete deciso di intraprendere una coltivazione, potete sempre contare su questo passatempo che è tornato di moda: la collezione delle noci.
Più sono antiche, grandi o simmetriche, più sono ricercate.
In particolare le noci simmetriche possono essere vendute per centinaia di dollari.
Basti pensare che una coppia di noci identiche è stata messa in vendita online a 31.000 dollari.
Quindi forse, prima di mangiarle conviene darci un’occhiata..
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