C’era una volta (circa 200 anni fa) in India un villaggio che nel periodo dei monsoni, da giugno a settembre, a causa delle abbondanti piogge restava isolato perché i corsi d’acqua diventavano torrenti che gli abitanti non riuscivano ad attraversare a piedi.
Qui inizia la storia di come il popolo indigeno Khasi, che da sempre ha abitato nella profondità della giungla, ha inventato una soluzione incredibile per attraversare i fiumi in piena del Meghalaya, Stato dell’India nord-orientale: creare dei robusti e possenti ponti naturali di radici degli alberi di caucciù.
Indice
I ponti di alberi di caucciù del “luogo più piovoso al mondo”
Vicino al confine con il Bangladesh, lo stato federato del Meghalaya è famoso per le sue lussureggianti montagne verdi e fitte foreste tropicali ma anche per essersi guadagnandosi il titolo di posto più umido del mondo sul libro dei Guinness dei primati perché riceve una media di 11.873 millimetri di pioggia all’anno.
Per secoli la tribù Khasi ha costruito ponti di bambù per attraversare i ruscelli della zona ma le strutture non riuscivano a sopportare i forti monsoni perché marcivano e si spezzavano, lasciando gli abitanti del città di Cherrapunjee, e dei villaggi vicini, bloccati.
Come sono stati costruiti i ponti fatti di radici di alberi viventi
Circa 200 anni fa gli anziani Khasi escogitarono una soluzione innovativa e cominciarono a guidare le radici degli alberi di caucciù per farle crescere all’interno di tronchi forati di palme di Betel per direzionarle in modo da creare un’estremità che lentamente giungesse all’altra sponda dei fiumi delle isolate valli dei Monti Khasi.
A quel punto, dopo aver eliminato i tronchi di palme di Betel, le radici degli alberi di caucciù venivano curate fin quando non si inserivano nel terreno e così si creavano la struttura architettonica dei ponte naturali.
Dopo che le radici si erano irrobustite a sufficienza i ponti sono poi stati completati apponendo delle pietre per renderli calpestabili per semplificare il passaggio a piedi, in mezzo alle radici intrecciate, degli abitanti dei villaggi e limitrofi.
Le radici superiori del Ficus elastica, chiamata anche Ficus Robusta, albero del caucciù o pianta della gomma, grazie alla forte umidità del luogo si sono sviluppate in maniera abnorme ma affinché i ponti potessero sopportare il peso umano, dal momento in cui si è iniziato ad intrecciare le radici, sono trascorsi dai 15 ai 20 anni.
Il ponte naturale di radici viventi più famoso ha più di 100 anni
Qual è la particolarità principale di questi incredibili ponti radicali?
A differenza degli antichi ponti tradizionali dell’India i ponti di radici di Meghalaya diventano più forti col passare del tempo, non richiedono alcuna manutenzione o interventi di ricostruzione importanti.
Negli ultimi 25 anni la pratica di costruire questi ponti viventi si è praticamente estinta perché oggi si utilizzano funi di acciaio e metodi di costruzione moderni per erigere i ponti per attraversare i fiumi dello Stato di Meghalaya ma sono sempre di più i turisti provenienti da tutto il mondo per ammirare i possenti ponti di radici viventi sparsi per le fitte valli della regione dei monti Khasi.
Qual è il più spettacolare e probabilmente il più famoso dei ponti di radici dello stato di Meghalaya?
È senza dubbio il ponte a due livelli di Umshiang noto con il nome di “Umshiang Double Decker Root Bridge” che ha più di 180 anni e si trova appena fuori Nongriat, un piccolo villaggio raggiungibile solo a piedi, a circa 10 km a sud della città di Cherrapunjee.
Laura Cannarella
Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!