È stata setacciata tutta l’Italia, da Nord a Sud nell’ambito dei controlli agroalimentari che hanno visto sequestrate 15 tonnellate di alimenti spacciati per bio ma che in realtà di biologico non avevano assolutamente nulla.
Non sono state risparmiate zone e regioni, i carabinieri attivi hanno controllato in totale 45 aziende sparse nel territorio nazionale, per un totale di 15 tonnellate di alimenti sequestrati.
Quali sono gli alimenti coinvolti? Nell’ambito dei controlli effettuati i prodotti in questione sono vari, si passa di fatto dal pesce, passando per la pasta, le uova e gli agrumi.
Erano stati spacciati per “bio” alimenti che poi non hanno superato i controlli agroalimentari necessari per la certificazione.
Il totale delle sanzioni che il reparto dei carabinieri ha dovuto sottoscrivere ammonta a circa 15 mila euro. Totale poi diviso nelle diverse aziende produttrici in questione.
Nel dettaglio, i controlli sono prima partiti dalla Romagna, a Ravenna, per arrivare fino al Sud e con precisione a Catania, dove i militari impegnati hanno ispezionato con attenzione ben 45 aziende produttrici.
In particolare modo in Emilia Romagna, tra Ravenna e Reggio Emilia sono state poste sotto controllo confezioni di erbe aromatiche e frutta secca per un totale di 63 confezioni non a norma a livello di parametri biologici.
Altre 22 contenenti prodotti ittici sono state sequestrate e ritirate. Nel dettaglio le confezioni contenevano baccalà, alici e sardine definite appunto “biologiche”.
Nel capoluogo abruzzese, all’Aquila, sono state sequestrate in totale 381 uova false “bio”. Nelle regioni campane, a Caserta, Salerno e Napoli circa 280 chili di verdura e ortaggi sono stati sequestrati poiché era impossibile individuarne la rintracciabilità. Sempre in queste zone sono stati verificati 30 unità, tra salumi e formaggi e oltre 3.000 chili di passate di pomodoro (corrispondenti a quasi 6.500 barattoli).
All’interno dei controlli effettuati è stata anche individuata e denunciata una persona per aver spacciato delle arance provenienti dall’Egitto per italiane. Nel caso specifico si parla di 11.000 chili di arance. L’uomo è stato accusato di frode in ambito commerciale.
Tra i vari blitz è emerso inoltre, che nelle aziende poste a controllo c’erano delle diffuse irregolarità amministrative che rendevano impossibile l’identificazione e la provenienza della merce.
I numerosi controlli, ha dichiaro il comandate della squadra di reparto, hanno avuto una doppia finalità di azione.
In primis quello che si cerca di fare è tutelare tutti i produttori e gli agricoltori onesti che svolgono un regolare e controllato lavoro. In secondo luogo c’è senza dubbio la tutela dei consumatori, per garantire un cibo sano e certificato al 100%.
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