Dopo aver parlato della potatura dell’olivo, della potatura del ciliegio, della potatura del limone e della potatura della vite, oggi parliamo della potatura del pero.
Sei interessato a conoscere tutti i segreti sulla potatura del pero? Sei curioso di sapere quali sono i metodi migliori per eseguirla? Cara/o amica/o di Noi Siamo Agricoltura mettiti comodo, perché questo è l’articolo che stai cercando.
Indice
Il pero (Pirus communis)
Prima di vedere quali sono le malattie del pero e le eventuali cure, vediamo innanzitutto quali sono le caratteristiche e le origini di questa pianta, in modo da rispondere correttamente alle sue esigenze ambientali.
Il pero appartiene alla famiglia delle Pomacee, proprio come il melo, e cresce spontaneamente nei boschi di tutta Europa.
La pianta, originaria delle regioni centrali di questo continente, era conosciuta già dai greci e dei romani.
L’Italia è uno dei principali paesi produttori di pere destinati al consumo diretto.
In altre nazioni, come la Francia, le pere vengono utilizzate per la produzione di marmellate, confetture e bevande.
Il pero non richiede grandi spazi per crescere. Viene perciò coltivato anche nei piccoli orti familiari, praticamente in tutta la penisola.
La coltivazione specializzata è invece circoscritta: circa il 75% delle pere che arrivano sul mercato italiano provengono dal Veneto meridionale e dalla Romagna.
Il pero comune è la specie principale, dalla quale derivano quasi tutte le varietà coltivate. Questa pianta può raggiungere anche i 10 m di altezza.
Il pero è una pianta che richiede per il suo sviluppo molta luce e predilige una posizione soleggiata. Non tollera invece la piena ombra, neanche per poche ore al giorno.
La temperatura ideale per la sua crescita è compresa tra i 18 e i 22 °C, la massima tollerata è di 30 °C circa.
In inverno la pianta sopporta bene il freddo: sopravvivere fino a -15 °C senza subire danni, perché perde le foglie ed entra in uno stadio di riposo vegetativo.
Per tale motivo, può essere coltivata anche in montagna fino a 700 m di altitudine.
Le uniche limitazioni per la sua coltivazione riguardano le zone molto ventose e quelle che durante l’estate hanno un clima caldo e secco.
Come riconoscere i rami fruttiferi del pero
Il pero produce frutti su vari tipi di rami, che hanno dimensioni e caratteristiche diverse. Di seguito ti vado ad elencare solamente i principali: la lamburda, il brindillo e il ramo misto.
La Lamburda
La lamburda è un ramo lungo solo 1-4 cm che ha un ciclo produttivo di 4 anni.
- Nel corso del primo anno produce solo una rosetta di foglie ma non fiorisce (e quindi non dà frutti). In questa fase, infatti, viene chiamata “lamburda vegetativa”.
- Nel corso del secondo anno fiorisce e fruttifica, per questo prende il nome di “lamburda fiorifera”.
- Il terzo anno si ingrossa alla base e fruttifica ancora e prende il nome di ”borsa”.
- Nel quarto anno si allunga e sviluppa delle corte ramificazioni. Per la forma caratteristica che assume prende il nome di “zampa di pollo”. La sua produzione è continua, ma fornisce solo pere piccole e di scarsa qualità (quindi come vedremo si deve eliminare).
Il brindillo
Il brindillo è un ramo esile e flessibile, lungo dai 12 ai 30 cm. All’apice presenta una gemma mista, cioè che produce sia foglie sia fiori (e quindi frutti). Ha un ciclo produttivo di un solo anno.
Il ramo misto
Il ramo misto ha un diametro maggiore rispetto al brindillo ed è più lungo. Al suo apice spicca una gemma che produce foglie e germogli. Anche il ramo misto ha un ciclo annuale.
Potatura del pero
La coltivazione delle piante di pero richiede potature regolari che devono essere eseguite con procedimenti leggermente diversi secondo il tipo di varietà.
Il metodo di potatura più comunemente usato, e più efficiente dal punto di vista produttivo, si divide in 4 fasi: potatura di allevamento, potatura di produzione, potatura delle lamburde, potatura dei brindilli.
Potatura di allevamento
Durante i primi due anni di crescita della pianta, deve essere pratica una serie di tagli per darle la forma definitiva che si è scelta, cioè la cosiddetta forma di allevamento.
Per tale motivo, la potatura del pero che si attua in questo periodo viene chiamata potatura di allevamento e si conclude dopo 4-5 anni dall’impianto, quando la struttura della chioma è ormai completata.
Potatura di produzione
Appena la pianta inizia a produrre frutti, è necessario intervenire tutti gli anni con una potatura regolare in modo da rinnovare i rami fruttiferi, cioè quelli che hanno già prodotto frutti.
L’operazione consiste nell’eliminazione dei rami vecchi per consentire lo sviluppo di quelli giovani. Questo secondo tipo di potatura del pero prende il nome, appunto, di potatura di produzione.
La potatura di allevamento e la potatura di produzione non sono due fasi distinte e separate tra loro: vi è un periodo, infatti, di circa 2-3 anni, in cui le due potature vengono eseguite contemporaneamente.
La potatura di produzione viene effettuata, di solito, già dopo 2-3 anni dall’impianto, quando la pianta inizia a produrre frutti. Ciò significa che, con un’unica operazione, un potatore esperto modifica la forma della pianta e, allo stesso tempo, asporta i rami che hanno già prodotto frutti e sono ormai esauriti.
Dal momento in cui la pianta inizia a dare i suoi frutti, la potatura di produzione deve essere eseguita ogni anno, durante i mesi invernali, nel periodo in cui si ha il cosiddetto riposo vegetativo, cioè quel periodo che va dalla caduta delle foglie a 2-3 settimane prima del previsto germogliamento (febbraio-marzo).
Potatura delle lamburde
La potatura delle lamburde deve riguarda il 20-25% circa della quantità totale di rami. Come abbiamo detto sopra, questi hanno un ciclo produttivo di 4 anni e solo le lamburde dell’età di 4 anni devono essere tagliate.
Il motivo di questa potatura sta nel fatto che, passato questo periodo, assumono una forma a “zampa di pollo” e producono frutti piccoli e di qualità scadente. Per tale motivo, non è economicamente conveniente tenerli per un’azienda agricola a scopo remunerativo.
Potatura dei brindilli
La potatura dei brindilli e dei rami misti, che hanno un ciclo produttivo di un solo anno, deve portare all’eliminazione di circa il 50% dei rami.
Sulla pianta si trovano contemporaneamente brindilli e rami misti dell’anno in corso, che devono ancora fruttificare, e altri dell’anno precedente, che hanno già prodotto frutti: solo quest’ultimi vanno eliminati.
Diradamento dei frutti
Alcune varietà, oltre alla potatura richiedono un diradamento dei frutti.
Queste varietà, infatti, tendono a produrre una grande quantità di frutti di piccole dimensioni. Se tutti questi frutti fossero lasciati giungere a maturazione, alla fine si otterrebbero pere piccole e di qualità scadente.
Per tale motivo è necessario asportare soprattutto quelle più piccole e deboli e quelle che si sono sviluppate a distanza troppo ravvicinata l’una con l’altra, intralciandosi reciprocamente nella crescita.
Il diradamento dei frutti si esegue circa un mese dopo la fioritura, cioè nel periodo compreso tra la fine di aprile e l’inizio di giugno, a seconda delle zone.
Periodo e tempi di potatura del pero
La potatura del pero deve essere programmata in modo che sia completata 2-3 settimane prima che i germogli comincino a svilupparsi, cioè entro i primi giorni di marzo.
Questo accorgimento è necessario per far sì che il risveglio vegetativo della pianta non coincida con l’inizio del germogliamento, ma con l’inizio dell’attività dell’apparato radicale.
L’inizio dell’attività radicale viene segnalata dalla fuoriuscita di liquido dalle ferite provocate dalla potatura del pero.
Se la potatura del pero viene effettuata troppo tardi (prima dell’inizio dell’attività radicale o addirittura quando la pianta è già germogliata) la crescita della pianta si arresta per qualche settimana e tutte le fasi del suo ciclo produttivo, dalla fioritura alla maturazione dei frutti, subiscono dei ritardi.
Se ciò accade, la produzione di frutti sarà minore e questi avranno dimensioni più piccole rispetto al normale.
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