Maltempo agricoltura: Nord, Sud, Centro. Non c’è stata tregua per nessuno. Ma i danni? Raggiungono cifre da calamità naturale… e non è finita.
Indice
Maltempo agricoltura: situazione al Nord
È davvero pesante il bilancio dei danni causati dall’ondata di maltempo di questi giorni, tracciato dai tecnici di Coldiretti.
Stalle e abitazioni scoperchiate, viabilità interrotta per frane e smottamenti, alberi sradicati e serre distrutte, oltre agli allagamenti che si sono registrati un po’ ovunque.
Dopo la frana in Val di Scalve dei giorni scorsi, a pagare il conto più alto al Nord Italia è forse la Bassa pianura, dove una violenta tromba d’aria si è abbattuta su un’ampia striscia di territorio, danneggiando aziende agricole e coltivazioni, oltre alle residenze private.
Scoperchiata a Canonica una cascina situata alla confluenza tra Adda e Brembo.
Problemi analoghi a Fara d’Adda e nelle campagne di Treviglio. Diverse serre sono state abbattute dal maltempo a San Paolo d’Argon; a Palosco le strutture di un allevamento di cani sono state completamente distrutte.
Nella zona di Romano di Lombardia i campi sono stati allagati e si teme che le semine dei cereali vadano perse.
Anche Como e Lecco sono state duramente colpite; “Abbiamo passato 4 ore d’inferno” ci riferisce un agricoltore della provincia di Monza, parlando del tifone che si è abbattuto nella sua zona nella giornata del 29 ottobre.
I campi delle pianure del Nord Italia si sono allagati: “Dopo un ottobre secco – spiega il presidente di Coldiretti Como-Lecco – i terreni si sono induriti e non hanno fatto in tempo ad assorbire la gran quantità d’acqua caduta in così poco tempo”.
Maltempo agricoltura: situazione al Centro
Anche il Centro è stato messo in ginocchio dall’aggressivo ciclone che sta affliggendo tutta Italia.
In Umbria il livello di emergenza è altissimo. Si registrato danni in tutti i comparti del settore agricolo. A rischio parte della produzione agricola regionale, con il maltempo di questi ultimi giorni che ha compromesso vigneti, frutteti e colture ortive di interi territori.
A denunciare la grave situazione è la Cia dell’Umbria che chiede interventi urgenti: “molti territori della regione dopo aver subìto condizioni di stress idrico – afferma il presidente Cia Umbria, Domenico Brugnoni – ora si sono trovati a fronteggiare repentine variazioni di temperatura, con temperature notturne scese ripetutamente sotto lo zero.
Ancora oggi, in Umbria – denuncia la Cia – si attendono inutilmente i pagamenti relativi all’assicurazione “grandine” del 2015, annunciati dal Ministro Martina, ma mai pagati agli agricoltori.
Ingenti danni sono stati già accertati dai tecnici della Cia su diverse colture viticole e ortive dell’Alta Umbria.
Gli imprenditori agricoli delle ortive presentano danni alle colture dal 50% al 90% della produzione, a seconda dei comuni, mentre le Aziende vitivinicole dell’Alta Valle del Tevere, in particolare del Niccone e del Carpina, registrano forti danni generalizzati a tutte le superfici vitate con sicure e pesanti ripercussioni sulla prossima vendemmia, con una perdita presunta di raccolto di un 50-70%.
“L’agricoltura – commenta Brugnoni – sconta i pesanti effetti dei cambiamenti climatici e della continua instabilità metereologica. La nostra raccomandazione a tutti i soci è di sottoscrivere una polizza assicurativa che li tuteli dalle improvvise avversità metereologiche. Ma solleciteremo la politica perché si attivi a tutela degli agricoltori e del loro reddito”.
La Toscana non è da meno. Il maltempo agricoltura ha colpito duramente tra Livorno e Pisa.
Coldiretti parla infatti di “capannoni crollati, tetti scoperchiati, annessi agricoli inagibili, stalle distrutte, alberi caduti su auto e mezzi e terreni sommersi da centimetri di acqua”, con venti che raggiungono anche i 75 km/h. Le aree più colpite sono tra Rosignano, Santa Luce, Orciano Pisano e Castelnuovo di Val di Cecina.
Drammatica è anche la situazione a Latina. Con un morto e diversi feriti resta Terracina la città maggiormente colpita.
Distruzione e conseguenze che si protrarranno per mesi, con centinaia di serre a pezzi da Pontinia in giù.
In Sardegna, grandine e forte vento hanno scoperchiato stalle, abbattuto alberi, raso al suolo colture in pieno campo, danneggiato strutture e mezzi e qualche animale morto.
Un ciclone purtroppo ancora in corso che, cominciato domenica sera da Alghero, si sta allargando su tutto il territorio isolano, anche se al momento il territorio più danneggiato è quello del centro: Alto oristanese e Marghine.
La siccità straordinaria dello scorso anno, che ha causato danni per circa 300 milioni di Euro, come stimato da Coldiretti Sardegna, quest’anno è compensata da piogge e grandinate altrettanto anomale e, da domenica notte, anche da forti raffiche di vento.
Primavera e l’agosto più piovoso di sempre sono stati quasi letali per diverse colture, sia per la prolungata umidità che ha favorito il dilagare dei funghi nelle piante, sia per le continue bombe d’acqua che, soprattutto ad agosto, hanno rovinato diverse colture.
Poi, il 10 ottobre è arrivato l’alluvione che ha colpito il sud Sardegna ed il Sarrabus causando danni per oltre 5 milioni di Euro.
In Abruzzo (e non solo) gli agricoltori sono con il fiato sospeso per le colture ancora in campo.
Maltempo agricoltura: situazione al Sud
Non sono state di certo risparmiate le regioni meridionali, in particolare la Sicilia.
Agrumi e ortaggi sommersi dall’acqua, muri di contenimento distrutti, alberi abbattuti e torrenti straripati.
In Sicilia le zone più colpite sono quelle comprese fra Catania e Siracusa e quella intorno a Palermo ed Enna.
La grandine – precisa Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché provoca danni irreversibili alle coltivazioni in prossimità della raccolta e fa perdere un intero anno di lavoro in pochi minuti.
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