La parola energia per chi si occupa di allevamento è sicuramente fondamentale.
Molto spesso si parla di deficit energetico nei bovini quando si vedono le vacche fresche dimagrire, quando la produzione di latte è considerata insufficiente, quando le proteine del latte sono troppo basse oppure quando le visite ginecologiche veterinarie non vanno bene.
Ovviamente quando parliamo di energia, il collegamento diretto è quello con i piani alimentari. Per questo, per le bovine da latte l’obiettivo è produrre la più grande quantità possibile di flora microbica ruminale e una quota di nutrienti, che in virtù di una loro propria e relativa minore degradabilità ruminale possano passare indenni dal rumine agli altri stomaci e poi all’intestino.
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Capiamo meglio il deficit energetico nei bovini
Il principale problema legato al deficit energetico nei boini lo si riscontra all’inizio della lattazione nelle vacche da latte.
Queste, di fatto, non sono in grado di coprire il fabbisogno energetico dovuto alla loro abbondante produzione mediante la regolare assunzione di foraggio.
Questa “mancanza” causa un debito energetico che costringe le bovine a mobilizzare le riserve di grasso che hanno in corpo.
Considerando che c’è una carenza sistemica di glucosio, la situazione diventa molto più seria.
Quando ci troviamo di fronte a degli allevamenti mirati a un’elevata produzione, il bestiame fa registrare un bilancio energetico negativo, nettamente pronunciato all’inizio della lattazione dell’animale.
Molto spesso, in media, le vacche tornano a mostrare un bilancio energetico positivo solo a 85-100 giorni dal parto, quando sono in grado di raggiungere la massima capacità di assunzione di foraggio.
È il foraggio proprio l’elemento chiave.
Per riuscire ad uscire da questa problematica ed assicurare ai nostri animali un soddisfacente livello energetico, ciò che si deve fare è quindi aumentare la densità energetica del foraggio.
Sarebbe troppo semplice se questo processo si potesse fare in modo illimitato, ma purtroppo bisogna prestare molta attenzione e stare dentro certi limiti, che con l’alimentazione spesso vengono già raggiunti.
Di fatto con l’assunzione di mangimi troppo concentrati la razione non risulta più adeguata ai bisogni dei bovini, poichè nel rumine si abbassa troppo il valore di pH e si rischiano problemi gravi, come l’acidosi.
Il consiglio più utile è quindi quello, nel caso di elevata produzione di latte, ridurre il fabbisogno intermedio di glucosio per la sintesi del latte, e questo si può ottenere solo attraverso l’alimentazione e somministrando al bestiame un buon integratore alimentare.
È sbagliato seguire il consiglio che molto spesso viene dato, che più elevata è la concentrazione energetica della razione delle bovine al picco produttivo migliori saranno le performance produttive e riproduttive.
Il modo migliore di agire in questi casi, è quello di seguire una nutrizione attenta, ciò creerà le condizioni per la maggiore produzione cellulare di energia, ossia di ATP, massimizzando così l’approvvigionamento essenzialmente di glucosio ma anche degli altri metaboliti essenziali, come gli aminoacidi.
Questo procedimento così non enfatizza amido e grasso come esclusiva fonte energetica.
Deficit energetico nei bovini: altre considerazioni
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È opportuno anche, invece che creare razioni ad alta concentrazione energetica, cercare di far ingerire alla bovina più calorie possibili attraverso una massimizzazione della capacità d’ingestione attraverso poi i molteplici strumenti conosciuti agli allevatori.
Un altro caso in cui, le bovine posso soffrire a livello di deficit energetico nei bovini è quello collegato a problemi ginecologici.
Quasi sempre, dopo aver effettuato una visita dal ginecologo, se sono state riscontrate cisti ovariche, ovaie «ferme», calori silenti, diagnosi di gravidanza negative si evoca il ricorso urgente dell’«alimentarista» perché manca proprio energia nella razione.
Questa mancanza di energia apporta alla vacca, anche un altro problema estremamente grave come quello dell’infertilità.
Ovviamente nei casi più gravi e nelle grandi imprese con enormi coefficienti di produttività è utile essere seguiti passo dopo passo da persone competenti come lo zootecnico o il veterinario e non affidarsi a rimedi provvisori che potrebbero solamente apportare danni ancora più gravi.
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