di Antonino Crapanzano
Avete notato sui vostri alberi di pesco un gran numero di piccolissimi insetti di colore nero concentrati soprattutto sulle foglie?
Se la vostra risposta è sì, questo articolo vi potrà essere sicuramente di grande utilità per capire di cosa si tratta e per cercare di risolvere il problema.
Parleremo, infatti, dell’afide nero del pesco. Si tratta di un piccolo insetto del quale descriveremo le caratteristiche principali, il ciclo biologico, come si ha l’infestazione, i sintomi che causa alle piante, come possiamo difendere le nostre piante e nel caso in cui sia già in corso, come possiamo curarle.
Buona lettura!
Indice
Caratteristiche dell’afide nero del pesco
L’afide nero del pesco o Brachycaudus persicae (Passerini, 1860) è un insetto che rientra nella famiglia delle Aphididae o pidocchi delle piante e appartiene all’ordine dei Rincoti. Nel nostro Paese è presente in tutte le ragioni anche se con bassa frequenza.
E’ stato rinvenuto in gran parte del mondo come Europa, Turchia, Caucaso, Africa del sud, Australia e America.
Oltre a stabilirsi sul pesco, secondariamente possiamo trovare questi piccoli insetti patogeni anche sull’albicocco e sugli alberi di susino dove svolgeranno la loro azione parassitaria. La sua presenza è stata segnalata su piante spontanee come Euphrasia, Melampyrum, Rhinanthus, Bellardia, Parentucellia e Bartsia trixago.
Molto simile all’afide bruno del pesco o Brachycaudus schwartzi, lo possiamo distinguere facilmente per la sua colorazione lucida.
Di colore nero lucente, le forme alate e adulte di Brachycaudus persicae a maturità raggiungono una lunghezza compresa tra 2,5 e 2,7 mm, comprese le ali; per lo più privi di ali, le forme attere, invece, a maturità raggiungono lunghezze comprese tra 2 e 2,2 mm. Le ninfe hanno una colorazione che può variare dal rosso al marrone.
Ciclo biologico
Il ciclo biologico dell’afide nero del pesco procede con le seguenti fasi:
- inverno: durante questa stagione gli esemplari svernano sulle radici più superficiali della pianta ospite dove supereranno l’inverno, occasionalmente anche con uova deposte sui rametti;
- primavera: in questa fase, in cui si ha l’ingrossamento delle gemme, nasceranno diverse generazioni di femmine, che si sposteranno, insieme alle fondatrici, dalle radici verso la parte aerea della pianta e infesteranno i fiori, i rametti, i germogli e i frutti;
- estate: all’inizio dell’estate nascono gli esemplari alati che si sposteranno verso altre piante diffondendo l’infestazione, anche sulla pianta stessa, e a metà stagione gli esemplari senza ali si sposteranno verso le radici più grosse dove potranno cibarsi e in seguito svernare;
- autunno: in questo periodo nasceranno nuovi esemplari alati e non, in prossimità delle radici, i primi dei quali torneranno sulla chioma successivamente per dare origine a nuove femmine che, dopo essere state fecondate dai maschi, deporranno le uova sui rametti di un anno.
Nel caso in cui la stagione invernale sarà piuttosto mite, l’afide nero del pesco potrà restare sulla parte epigea della pianta ospite, tra le cavità della corteccia o riuniti in colonie sui rami e continuerà a riprodursi molto lentamente anche durante il periodo invernale.
Sintomi
Le infestazioni causate da Brachycaudus persicae possono verificarsi già a fine inverno quando le femmine colonizzano la parte aerea della pianta dopo aver trascorso i mesi più freddi sulle radici. Si insediano soprattutto sui rametti e sulle gemme, all’inizio del loro rigonfiamento.
I sintomi principali si avranno a carico delle radici dalle quali, risalendo, colonizza fiori, frutti, rametti e germogli causandone deperimento vegetativo e il disseccamento degli organi vegetali maggiormente colpiti. In caso di gravi infestazioni, le piante più giovani saranno vulnerabili all’attacco di altri patogeni.
Le radici, sulle quali l’afide vive durante il periodo invernale, possono avere ipertrofie che nei casi più gravi condurranno al loro marciume. Se gli afidi presenti sul pesco sono numerosi causeranno danni alle foglie e ai frutti mediante la secrezione della melata.
Le parti superiori della pianta, comunque, raramente subiscono gravi danni; le foglie ingialliscono, si accartocciano e possono cadere prematuramente, i frutti possono presentare alcune deformità.
Le infestazioni si hanno soprattutto a carico di piante isolate o presenti in un piccolo frutteto familiare.
Metodi di difesa contro l’afide nero del pesco
Tra i metodi di difesa contro l’afide nero del pesco e, in generale, contro tutti gli afidi abbiamo sicuramente la prevenzione che possiamo attuare controllando la presenza di colonie sulla pagina inferiore delle foglie durante le stagioni primaverili ed estive. Dobbiamo controllare anche la presenza di colonie sulle radici.
Dobbiamo intervenire subito nel caso in cui troviamo almeno una colonia su alberi sotto i tre anni di età, nel caso in cui troviamo almeno due colonie su alberi di età più grande. I trattamenti preventivi che possiamo adottare sono:
- l’utilizzo di anelli di vischio che verranno disposti preventivamente per bloccare la strada agli insetti;
- l’utilizzo di polisolfuro di bario al 5% per eseguire la disinfestazione preventiva delle radici, al momento dell’impianto dei giovani alberi.
Inoltre, possiamo ricorrere all’impiego di insetticidi appartenenti al gruppo dei neonicotinoidi che hanno mostrato efficacia nella difesa degli afidi. Molto importante è non impiegare questi prodotti più volte nell’arco dello stesso anno.
I trattamenti che vengono effettuati in maniera precoce hanno una maggiore efficacia; questi sono rivolti contro le fondatrici della colonia durante la fase dei bottoni rosa o contro le colonie primarie prima della fioritura del pesco.
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