C’è chi ne è strenuo sostenitore e chi, invece, la guarda con sospetto e poca credibilità: quella dell’agricoltura biodinamica è una filosofia che ancora oggi fa molto discutere, ma che, proprio per questo, merita un approfondimento importante.
In questo articolo parleremo della nascita dell’agricoltura biodinamica, dei suoi legami con la Germania nazista e dello sviluppo commerciale post-bellico, fino alla formulazione di un marchio registrato che impone regole severe per chi segue i suoi principi.
Indice
Come nasce l’agricoltura biodinamica
Prima di parlare del ruolo attuale dell’agricoltura biodinamica, è importante sapere in quale ambito si è sviluppata e quali sono le idee alla base di questa filosofia.
Parliamo di filosofia, e non di metodo, perché i principi dell’agricoltura biodinamica derivano da un approccio più ampio alla vita stessa, elaborato dal teosofo tedesco Rudolf Steiner.
Tutte le teorie di Steiner erano incentrate sulla profonda connessione tra l’essere umano, la natura e gli astri. Tutto ciò che accadeva nel cosmo, dalle fasi lunari alla posizione dei pianeti, aveva un effetto diretto sulla vita della Terra, e di conseguenza anche sulle coltivazioni.
Di agricoltura parlò, nello specifico, in otto lezioni intitolare “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura“. In questi trattati si esplorava il rapporto tra le forze cosmiche e la produttività del suolo, la crescita delle piante e le posizioni lunari.
È un approccio di tipo olistico, ritenuto di tipo pseudo-scientifico poiché, per i dati raccolti finora, non ha mai dato riscontri reali sulla sua efficacia, a differenza dell’agricoltura biologica per cui è invece riscontrabile la differenza con tecniche di coltivazione classiche.
L’agricoltura biodinamica e il legame con il Nazismo
L’ideale di coltivazione di Steiner trovò applicazione dopo la sua morte, in particolare nella Germania nazista per opera dell’agronomo Erhard Bartsch e del chimico Franz Dreidax.
Questo ritorno a un metodo di coltivazione classico, legato alla natura e ai suoi tempi, venne da loro visto come un ritrovamento delle tecniche di coltivazione degli antichi germani.
In un periodo storico in cui la nazionalità rappresentava il punto fermo della politica, quindi, il legame con la storia dell’agricoltura tedesca trovò un forte punto di contatto con quanto spiegato nei trattati di Steiner.
Il culmine di questo legame arrivò nel 1928, con la fondazione dell’associazione Demeter per la promulgazione dell’agricoltura biodinamica.
Il destino della prima Demeter non fu dei migliori: l’associazione fu presa sotto l’ala protettrice di una cerchia dedita alle attività esoteriche con forte impronta nazista, e con la fine della guerra questo genere di leghe furono dichiarate fuorilegge.
I principi dell’agricoltura biodinamica
Gli obiettivi e i fondamentali dell’agricoltura biodinamica sono ben spiegati dalla Demeter International, l’associazione nata nel dopoguerra, sulle ceneri della prima Demeter, divenuta ora marchio commerciale con un preciso disciplinare regolatore.
Dal sito ufficiale si legge che gli obiettivi dell’agricoltura biodinamica sono:
- accrescere e mantenere la fertilità della terra, attraverso la cura dell’humus;
- creare un organismo agricolo, ossia un ecosistema, all’interno di ogni attività agricola, in cui convergono i processi ecologici aziendali, lo sviluppo del lavoro interiore e delle capacità percettive dell’agricoltore e della sua spiritualità;
- l’individualità agricola, ossia la capacità di autosostentamento attraverso i frutti del proprio lavoro;
- la rigenerazione delle sementi, migliorandone la qualità e rendendole in grado di dialogare autonomamente con il terreno e le forze cosmiche;
- l’esaltazione delle caratteristiche e delle qualità singolari di ogni coltura.
I preparati biodinamici
Un ruolo maestro nell’agricoltura biodinamica è rappresentato dai preparati biodinamici, composizioni di natura organica con potere fertilizzante.
In altre parole, si tratta di veri e propri concimi che non vanno a sostenere solo la crescita della pianta, ma anche a mantenere il terreno vivo e sano attraverso la fornitura di sostanza organica pura.
La biodinamica rigetta l’uso di fertilizzanti chimici per il principio che un componente inorganico o prodotto sinteticamente non può fornire vitalità, in quanto esso stesso non è vitale. Di conseguenza, i preparati sono composti da altre piante, quali fiori di camomilla, valeriana, achillea, parti di piante quali l’ortica e la quercia, e ancora letame, corna bovine e quarzo.
Ovviamente, in quanto componenti vitali, i preparati seguono il ciclo di vita dei loro componenti. Pertanto, in ogni periodo dell’anno è prevista la produzione e l’uso di specifici preparati biodinamici.
Il calendario delle semine
Abbiamo già detto che l’agricoltura biodinamica tiene conto non solo della natura e dei suoi cicli stagionali, ma anche delle forze cosmiche e spirituali che governano il pianeta Terra.
In virtù di questo, il calendario delle semine così come conosciuto dagli agricoltori è profondamente diverso per i coltivatori che utilizzano i principi dell’agricoltura biodinamica.
Sul buon esito del raccolto influiscono, di base, il rispetto del terreno, la qualità delle sementi, il mantenimento del ciclo di produzione. Tuttavia, intervengono nella biodinamica anche altri fattori, quali:
- lontananza e prossimità della luna: se in perigeo, quando la luna è più vicina alla Terra, le semine sono sfavorite; se in apogeo, quando la luna è più lontana, la produzione è abbondante;
- la vicinanza alle costellazioni (luna siderea): la posizione della luna rispetto alle dodici costellazioni determina quali parte delle piante si svilupperanno maggiormente in quel periodo.
Ecco lo schema della luna siderea, come riportato sul sito dedicato all’agricoltura biodinamica:
- Costellazioni dei Pesci, Cancro e Scorpione > Acqua > Umido > Foglie
- Costellazioni dell’ Ariete, Sagittario e Leone > Calore > Caldo > Frutto
- Costellazioni del Toro,Capricorno,Vergine > Terra > Fresco/Freddo > Radici
- Costellazioni della Bilancia, Acquario e Gemelli> Luce> Arioso > Fiori.
La certificazione Demeter
Basta dichiarare di seguire i principi dell’agricoltura biodinamica per far parte di questo mondo?
In realtà non è così.
Esiste, infatti, una certificazione ufficiale, rilasciata esclusivamente dall’associazione Demeter International con sede in Germania.
La certificazione va rinnovata ogni anno, e si può accedere solo dopo diverse verifiche e controlli che attestino la congruenza alle buone pratiche riportate nel disciplinare.
Tra le regole imposte rientrano la tutela dell’ecosistema e della biodiversità, l’uso di preparati biodinamici e l’aderenza alla filosofia dell’organismo agricolo.
Agricoltura biodinamica in Italia
Gli agricoltori italiani si mostrano più che propensi ad adottare il modus operandi imposto dall’agricoltura biodinamica.
L’Italia, difatti, è il primo paese esportatore al mondo di prodotti biodinamici, anche più della Germania in cui questo tipo di coltivazione ha trovato i suoi natali.
Nel 2018 si contavano 4500 aziende agricole biodinamiche, anche se solo una su dieci era ufficialmente certificata dal Demeter International.
Il metodo biodinamico per fare il vino
Il settore che più di tutti è coinvolto nel biodinamico è quello vitivinicolo.
Il vino biodinamico è diventato più che una semplice moda da seguire: rientra, a tutti gli effetti, in quell’approccio olistico alla vita che considera l’essere umano e le sue abitudini, anche a tavola, strettamente connesse agli equilibri della natura e del cosmo.
In un vino biodinamico sono naturalmente esclusi additivi di qualunque tipo, siano essi organici (batteri, enzimi, zuccheri) o chimici (coloranti, aromatici).
Lo stesso sapore del vino risulta quindi fortemente influenzato da tutti i fattori naturali che non possono essere controllati in alcuna maniera.
La differenza di colore, di intensità, di sapore, di palabilità si può riscontrare anche di bottiglia in bottiglia, ed è questo che lo rende davvero interessante per gli amanti del succo d’uva.
Cosa dice la scienza
Nonostante l’agricoltura biodinamica rivendichi a gran voce la sua scientificità, a oggi i dati raccolti sono ancora valutati come privi di fondamento scientifico dalle istituzioni.
Anche in Italia, in questo senso, sembra lontano il momento in cui l’agricoltura biodinamica verrà riconosciuta come scientificamente approvata.
Nel 2022 è stato presentato un disegno di legge per equipararla all’agricoltura biologica, ma numerose personalità del mondo scientifico, tra cui la senatrice a vita Elena Cattaneo, farmacologa e biologa italiana, e il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, hanno tacciato l’agricoltura biodinamica come “equiparabile alla magia e alla stregoneria”.
Al momento, quindi, resterà una filosofia dotata comunque diversi aspetti condivisibili, come il rispetto della biodiversità e la ricerca della qualità massima dei prodotti della Terra.
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