Agricoltura e turismo possono essere una delle chiavi per risollevare il destino della filiera agroalimentare.
A dirlo è proprio il Ministro Centinaio durante il suo intervento a FilierAgrItalia, forum promosso dall’eurodeputato Stefano Maullu e che riunisce filiere del settore agroalimentare, esperti e politici sia nazionali che europei.
Indice
Il settore agroalimentare italiano: la situazione attuale
Non esiste paese al mondo in cui i prodotti agroalimentari italiani non siano sinonimo di eccellenza: dall’Asia all’Europa, i prodotti a marchio Made in Italy sono rinomati e richiesti.
Quello italiano è un primato che va oltre la “sola” bontà dei prodotti, ma che si applica anche alla sicurezza: le aziende nostrane, infatti, sono in cima alle classifiche quando si tratta di trasformare e immettere sul mercato prodotti davvero sicuri, prive di residui e/o contaminazioni nocive.
Nonostante questi splendidi presupposti il titolo di leader delle esportazioni in Europa è ancora lontano: nella classifica stilata da Nomisma sui beni esportati nel 2017 ci siamo posizionati al quinto posto in Europa, preceduti da Olanda, Germania, Francia e Spagna e con appena 40 miliardi di prodotti distribuiti oltre i nostri confini nazionali.
Dove sono i problemi e quali sono le sfide che bisogna vincere?
Agricoltura e turismo: le nuove frontiere del settore agroalimentare in Italia
Il problema del settore agroalimentare italiano è da ricollegare a due elementi, ovvero la mancanza di innovazione e la mancanza di una adeguata comunicazione ed è proprio di queste tematiche che si è parlato a Milano il 24 settembre durante FilierAgrItalia.
Durante questo summit in cui agricoltura, economia e politica si incontrano, è intervenuto anche il Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo Gian Marco Centinaio.
La sua soluzione è una, ovvero creare un legame duraturo tra agricoltura e turismo:
“Qualcuno ha sorriso quando ho proposto di accorpare i ministeri di Agricoltura e Turismo, ma la realtà dei fatti mi dà ragione. I turisti vengono in Italia per le città d’arte, i paesaggi, ma soprattutto per il cibo. E un turista che assaggia la cucina italiana quando tornerà a casa è probabile che acquisti prodotti italiani.”
Ovviamente, per consolidare questa unione, è necessario investire tanto sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
Della stessa opinione è l’organizzatore dell’evento, l’eurodeputato Maullu, che vede nel settore agroalimentare un ottimo modo per convogliare la cultura italiana e difendere il Made in Italy.
Agricoltura, turismo e tutta la filiera: gli altri temi affrontati
Sono stati tanti i temi affrontati durante l’evento milanese, capaci di dare voce a tutti gli esponenti della filiera agroalimentare.
Largo spazio è stato lasciato al tema della trasparenza e della sicurezza da parte del presidente dei giovani di Federalimentare, Alessandro Squeri, che ha portato l’attenzione sulle aste al buio organizzate dalla grande distribuzione per abbassare i costi dei prodotti rinunciando alla qualità.
Si è parlato di PAC e di rinazionalizzazione delle politiche europee, così come si è parlato di CETA e liberi scambi: i trattati internazionali, infatti, sono linfa vitale per l’export italiano, ma possono rivelarsi anche un’arma a doppio taglio che porterebbe prodotti esteri sul nostro mercato.
Insomma, le idee ci sono e la volontà di realizzarle anche: il Made in Italy ha tutte le carte per ritornare a primeggiare anche nel settore agroalimentare, ma portare a termine questa impresa è il compito di tutti i componenti della filiera, agricoltori inclusi.
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