Il mondo dell’agricoltura è vasto e vario: le coltivazioni sono tante, le pratiche agricole sono innumerevoli.
Per rendere più agevole la categorizzazione di quanto si fa nel proprio orto è stata creata una distinzione importantissima da conoscere, ovvero quella tra agricoltura estensiva e agricoltura intensiva.
L’agricoltura estensiva prevede l’impiego limitato di macchinari e investimenti minimi per prodotti fitosanitari e macchinazioni: è un po’ l’agricoltura di un tempo, tutta aria aperta, campagna e mano d’opera che tutti abbiamo in mente quando pensiamo al contadino e al suo lavoro.
L’agricoltura intensiva, invece, prevede l’uso di suoli estesi (o di piccoli appezzamenti di terreno) che però non vengono sfruttati al massimo dato che una parte del suolo dovrà essere lasciata a maggese (a riposo).
In questo articolo vedremo come fare dell’agricoltura estensiva il tuo pane quotidiano, qualora decidessi di dedicarti con costanza alla vita campestre.
Iniziamo!
Indice
Agricoltura estensiva ai giorni d’oggi
Il mondo in cui viviamo è sicuramente frenetico: i tempi stretti di produzione e la grande richiesta in termini di quantità hanno sicuramente portato a una grande trasformazione dell’agricoltura estensiva.
Le realtà che si occupano di agricoltura in queste modalità, infatti, sono poche, tanto che oggi questo termine indica tutte le produzioni su vasta scala (estese) che vengono gestite senza l’uso di particolari tecniche agronomiche e che hanno come fine ultimo quello di massimizzare il raccolto usano poca manodopera.
Da questo punto di vista, l’agricoltura estensiva è una pratica sicuramente più sostenibile per l’ambiente poiché riduce notevolmente le immissioni e riduce il consumo di energia, danni che sono in cima alla lista di effetti scatenanti dell’inquinamento e della crisi climatica che stiamo vivendo.
Con questa pratica, per esempio, l’uso di fertilizzanti è ridotto e questo, a sua volta, riduce l’inquinamento delle falde acquifere.
Dove si pratica l’agricoltura estensiva?
L’agricoltura estensiva è particolarmente sviluppata nei paesi in via di sviluppo, poiché gli investimenti iniziali per l’acquisto di macchinari vari è relativamente basso.
In Italia, per esempio, l’agricoltura estensiva viene usata per coltivazioni foraggere o di cereali che, per loro natura, non necessitano di particolari tecniche intensive.
Il grande vantaggio che questa tecnica offre è quello di poter associare alle coltivazioni anche delle zone estensive di pascolo per l’allevamento degli animali: i pastori muovono gli animali su vaste aree, dove possono nutrirsi di mangimi occasionali e l’acqua è garantita per lo più dalle precipitazioni.
Agricoltura intensiva VS estensiva
Se da un lato l’agricoltura intensiva punta a sfruttare al meglio ogni centimetro di suolo, con il modello estensivo molto è lasciato al caso.
Il modello intensivo, si basa su questi principi:
- Usare la massima manodopera
- Applicare fertilizzanti e insetticidi su vastissima scala
- Usare erbicidi e fungicidi per proteggere le coltivazioni
- Lavorare il terreno frequentemente
Con l’agricoltura estensiva, invece, le cose cambiano radicalmente, poiché questo tipo di coltivazioni prevedono una bassa manodopera (in base al terreno coltivato), un ridotto impiego di mezzi e una drastica riduzioni di emissioni e/o inquinamento.
In termini pratici, l’agricoltura estensiva ha una resa inferiore e perché sia effettivamente conveniente a livello commerciale, richiede una grande quantità di terreni coltivabili: ecco perché, in genere, si adatta a terreni poco fertili, ma comunque non impossibili da gestire.
Nonostante ciò, nello specifico, i suoi vantaggi (per agricoltore e ambiente) sono:
- Una totale assenza di terrazzamenti e altre lavorazioni del suolo
- Ridotto uso di mezzi agricoli
- Maggiore efficienza del lavoro
- Benessere di piante e animali dato dalla coesistenza di coltivazioni e pascoli
- Basso uso di fertilizzanti
Come praticare l’agricoltura estensiva
Dal punto di vista dell’innovazione tecnica, lo sviluppo agricolo di tipo intensivo è considerato sicuramente più avanzato rispetto a quello estensivo, tanto che nel mondo questo modello di coltivazione viene applicato solo al latifondo.
Il profitto, in questo caso, è assicurato proprio dalla vastità dei terreni messi a coltura che, in caso, garantiranno del raccolto e delle entrate all’agricoltore; per questo motivo è praticata quando si tratta di produrre cereali, erba medica e foraggere, ovvero colture che per caratteristiche e tipologie possono essere organizzate in grandi e sconfinate piantagioni.
I danni dell’agricoltura intensiva e soluzioni alternative
I danni provocati dall’agricoltura a regime intensivo (a causa dell’eccessivo uso di macchinari e prodotti per rendere sempre produttivi i campi) sono tanti e hanno colpito praticamente tutti gli elementi della natura: suolo, acqua, aria, perdita di biodiversità, alla riduzione nella fertilità dei suoli.
Come abbiamo scritto in precedenza, nonostante l’agricoltura estensiva dia meno in termini di resa e di produttività, si tratta comunque di una alternativa green e sostenibile che può aiutare il mondo a invertire la terribile rotta che sta prendendo al momento dal punto di vista ambientale.
Certo, riuscire a mettere in piedi un ecosistema agricolo estensivo redditizio e sostenibile in ogni ambito è piuttosto difficile, ma qualora non ci siano le condizioni favorevole per questo regime colturale, è sempre possibile ricorrere a tecniche alternative come l’agricoltura integrata e l’agricoltura sostenibile.
Entrambi i modelli si distaccano dalla più famosa agricoltura biologica, che tanto non si distingue dall’agricolture intensiva per uso di prodotti fitosanitari e concimi per una massimizzazione della produzione.
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