di Dott. Giuseppe Pepe
L’albero di noce oltre a dare dei frutti buonissimi è anche uno degli alberi più belli che la natura possa regalarci.
In questo articolo parleremo dell’albero di noce delle sue caratteristiche e consigli di potatura.
L’ albero di noce (Juglans regia, L., 1753), è un albero originario dell’Himalaya appartenente alla famiglia delle Juglandaceae, capace di raggiungere anche considerevoli dimensioni ed età centenaria.
In Europa arrivò in epoca molto antica, apprezzato, più che per il suo aspetto forte e vigoroso, per i suoi prelibati frutti e per la robustezza del suo pregiato legno.
La coltivazione dell’albero di noce è diffusa soprattutto in USA e Turchia, Italia, Romania e Grecia. Nel nostro Paese ha una rilevanza particolare in Campania, seguita a distanza da Lazio, Toscana, Sicilia e Calabria.
Dal punto di vista ornamentale l’albero è adatto a grandi giardini, parchi e paesaggi di media collina. In città lo si trova anche in alberate stradali ornamentali.
In autunno l’albero di noce regala colori romantici e meravigliosi, da paesaggio incantato.
Andiamo a vedere adesso, come coltivare l’ albero di noce.
Indice
Descrizione e caratteri botanici
L’ albero di noce è un albero molto vigoroso, coltivato anche per la produzione di legno oltre che da frutto. Il noce americano, Juglans nigra viene coltivato appunto per il legno; il nostro noce, Juglans regia, viene coltivato invece sia da frutto che da legno.
Il noce raggiunge anche i 30 metri di altezza, con un portamento veramente maestoso. Ha un robusto apparato radicale fittonante, un tronco grosso e vigoroso, dritto, con corteccia grigio-bianco cenere, foglie composte, caduche e imparipennate, fiori unisessuali. La pianta è monoica.
I fiori maschili sono degli amenti che compaiono prima delle foglie, alla fine di aprile, sui rami dell’anno precedente, sono penduli con lunghezza di 10-15 cm; i fiori femminili invece appaiono in maggio sui germogli dell’anno in corso in contemporanea con le foglie, quindi dopo quelli maschili e si trovano in gruppetti di due o tre, oppure isolati.
Il frutto, la noce, è una drupa con la parte più esterna carnosa (il mallo) e la parte più interna legnosa. Il frutto che noi mangiamo, i gherigli di noce, altro non sono che il seme dell’ albero di noce e come tali sono ricchi di lipidi e sostanze nutritive.
Il frutto può essere usato sia per il consumo fresco che per l’industria e l’estrazione di olio.
Cultivar principali
Le principali cultivar di albero di noce sono:
- Noce di Sorrento sia a frutto ovale che a frutto tondo;
- Noce di San Giovanni (detto anche comune o tardivo);
- Noce di Benevento;
- Nocione di Mugello;
- Noce feltrina;
- Noce di Sant’Antonio e Marocca;
- Payne;
- Hartley;
- Tehana;
- Serr.
Come coltivare un albero di noce
L’ambiente preferito dell’ albero di noce è la collina tra i 600 e 800 m di altezza. Preferisce terreni freschi, fertili e di facile sgrondo delle acque. Si adatta però bene anche alla pianura e presenta notevoli esigenze idriche comprese tra i 1500-2000 m3/ha/anno con sistema localizzato.
La concimazione prevede:
- 40-60 t/ha di sostanza organica nella fase di impianto;
- 100-400 g/pianta di azoto nei primi 5 anni;
- 250 kg/ha di fosforo a pianta nei primi 5 anni;
- 300 kg/ha di potassio a pianta nei primi 5 anni;
- Passati i cinque anni il rapporto NPK è di 2:1:2
Non tollera i ristagni idrici e i terreni pesanti e asfittici. Tollera bene i suoli ricchi di calcare. Tollera male sia eccessi di temperatura fredda che calda.
La messa a dimora si fa normalmente con innesti a spacco diametrale su branche, su semenzali di franco o selvatico si di J. Regia che di J. Nigra.
La forma di allevamento preferita è a vaso impalcato di 3-4 metri da terra. Negli impianti di noce da utilizzo industriale da frutto la forma di allevamento preferita è quella a vaso basso, impalcato a 1,5 metri di altezza. I sesti di impianto più usati sono a quadrato da 8 e 12 metri.
Mediamente la produzione di un noceto industriale si aggira intorno ai 70 kg a pianta. La raccolta va fatta con scuotitori e raccattatura su teli posti a terra.
Una volta raccolti, i frutti vengono privati del mallo e sbiancati con anidride solforosa, avviati infine a conservazione in luoghi asciutti e ventilati per evitare attacco di funghi e marciumi vari.
Per quanto riguarda le malattie più comuni che possono affliggere la coltivazione dell’ albero del noce, ne abbiamo già parlato qui.
Potatura dell’albero di noce
La potatura fa si di aiutare e guidare lo sviluppo del noce ai fini di produrre fusti di pregio, dritti, ben sviluppati e di diametro regolare.
Nel minor tempo possibile e compatibilmente con le potenzialità della cultivar, l’obbiettivo è quello di avere diametro e lunghezza del fusto maggiori possibili.
Gli interventi di potatura però si pongono nel mezzo di finalità contrastanti; se da un lato interventi deboli tendono ad aumentare il vigore, stabilità meccanica e diametro, dall’altro non aiutano a raggiungere velocemente lunghezze soddisfacenti.
Interventi di potatura troppo forti invece, tendono a creare problemi di stabilità meccanica, in quanto la pianta tende a crescere maggiormente in lunghezza rispetto a sviluppare maggior diametro. Tale scelta può essere un problema soprattutto in aree ad elevata fruibilità, come parchi, giardini o strade.
Interventi di potatura eccessiva inoltre tende a generare:
- riduzione dell’apparato fogliare;
- maggiori tempi richiesti per la cicatrizzazione delle ferite e dei tagli di potatura;
- riscoppi indesiderati;
- generale condizione di stress della pianta con maggiore suscettibilità a patogeni;
- rallentamento della crescita;
- abbassamento della produzione.
L’albero di noce reagisce in modi differenti in funzione del livello di vigore della pianta, della tipologia e dell’intensità della potatura, oltre ché del periodo di intervento.
Le potature di marzo, con la pianta in riposo vegetativo, facilitano ricacci in prossimità dei tagli.
Quando si pota nel periodo giugno-luglio, quando la pianta è in vegetazione, l’emissione di ricacci è diminuita.
A cominciare dal primo anno di impianto si fanno un intervento di potatura verde quando i germogli raggiungono i 20-25 cm, selezionando quelli da far crescere in futuro, eliminando i polloni e raccorciando gli altri; un secondo intervento in estate, verso luglio, per favorire il germoglio centrale.
Nel secondo anno di impianto si ripetono i due interventi fino al raggiungimento di circa 2,5 m da terra. A questa altezza va formata l’impalcatura.
Negli anni successivi gli interventi di potatura debbono essere più contenuti, eliminando i rami secchi e i succhioni.
L’applicazione di mastice cicatrizzante sui tagli di potatura è assolutamente indispensabile ai fini di accelerare i processi di cicatrizzazione.
I fiori si sviluppano alle estremità dei rami principali e secondari in maniera molto simile al nocciolo.
A causa delle grosse dimensioni del noce e a meno di non avere a disposizione un cestello su braccio elevatore o altri strumenti di taglio telescopico, difficilmente riusciremo a fare interventi di potatura ad altezze elevate. La produzione di noci quindi, essendo periferica, si allontanerà col passare degli anni, dal centro della pianta.
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