L’aratro è un attrezzo tanto importante quanto essenziale quando si parla di lavorazione della terra e che accompagna la storia dell’uomo praticamente da sempre.
L’aratura, infatti, è una tecnica agricola il cui obiettivo è quello di migliorare la fertilità del terreno attraverso un processo di reimpasto delle zolle di terra con aria e acqua.
La presenza dell’aratro, per esempio, viene attestata fin dai tempi delle civiltà mesopotamiche, in cui l’agricoltura e l’allevamento erano attività molto praticate.
In principio, ovviamente, l’aratro era un attrezzo a trazione animale: gli animali da soma venivano agganciati all’attrezzo e la loro forza veniva sfruttata per farlo muovere su tutto il terreno da coltivare.
Oggi, fortunatamente, le cose sono cambiate e questo tipo di strumento agricolo viene agganciato a trattori di dimensioni e pesi diversi in base alle esigenze.
Indice
Come scegliere l’aratro?
Ogni agricoltore, a un certo punto della sua vita, si trova a dover rispondere a questa fatidica domanda e, come spesso accade, non esiste una risposta giusta in assoluto.
Le tipologie di aratro presenti in commercio sono tante proprio perché tante sono le esigenze del terreno su cui dovranno lavorare.
Il criterio migliore con cui scegliere questo attrezzo, infatti, è quello di valutare il suolo che dovrete lavorare e capire quali caratteristiche si adattano meglio a te, a ciò che dovrai fare con il tuo appezzamento di terra (tipologia di ortaggi o rotazioni colturali) e al tipo di forza trainante che dovrai usare (nella maggior parte dei casi, un trattore con sedile).
Tipologie diverse per diversi usi
Gli aratri, principalmente, si differenziano in base al versoio che montano, ovvero lo strumento che solleva il terreno e lo rigira.
A seconda della tipologia, infatti, i residui presenti nel terreno verranno sminuzzati e interrati, in funzione della texture e dell’umidità dello stesso.
Il versoio, quindi, può essere:
- cilindrico: ideale per l’interramento dei residui colturali e con una profondità di lavoro di massimo 45 cm
- universale: perfetto per terreni a impasto medio e con una profondità di lavoro di massimo 35 cm
- elicoidale: per terreni pesanti (sbriciola il terreno) e con una profondità massima di 30 cm
- a losanga: per lavori entrosolco e trattori che montano ruote abbastanza grandi; profondità massima di 35 cm
- fenestrato: perfetto per terreni pesanti e umidi e con una profondità di massimo 45 cm
Altro elemento fondamentale quando si parla di aratri sono i vomeri, ovvero la parte che agisce come un vero e proprio coltello e taglia la base della fetta di terreno.
Questi elementi sono quelli che si usurano con più facilità e, quando questo succede, l’aratro risulta sbilanciato e non riesce più a garantire un lavoro uniforme.
A questo vanno ad aggiungersi:
- la larghezza di lavoro
- la testata
La larghezza di lavoro è lo spazio che il tuo aratro riuscirà a coprire mentre è in azione.
I modelli più semplici hanno una larghezza di lavoro fissa, mentre quelli polivomere reversibili hanno un sistema di regolazione continua della larghezza di lavoro.
La testata, invece, deve poter reggere elevati livelli di stress dovuti alla trazione e essere in grado di garantire il rovesciamento dell’aratro di 180° in modo pratico e rapido; più la testa è compatta, minore sarà lo sforzo di sollevamento.
Vediamo allora quale tipologia scegliere e perché.
Aratro idraulico reversibile: per trattori potenti
Un aratro idraulico reversibile è una tipologia di macchinario pensata principalmente per trattori di medie e grandi dimensioni e con una trazione integrale o posteriore.
Un esempio di aratro di questo tipo è il Geotech DP35
Montando un meccanismo di tipo idraulico, questo attrezzo permette operazioni più precise e dinamiche, con un movimento che evita il ritorno a vuoto e che permette di andare sia da sinistra verso destra che da destra verso sinistra senza alcun problema.
Ecco perché questa categoria di attrezzi è perfetta per campi e orti di grandi dimensioni.
L’attacco dell’aratro idraulico reversibile è, generalmente, a tre punti standard, di modo che sia possibile agganciarlo a qualsiasi tipo di trattore e portare avanti di semina e preparazione del campo in totale serenità.
Il vomere, in questo caso, è in acciaio, composto da punta rinforzata e da una parte superiore ricurva che serve per creare un solco nel terreno e rovesciare la zolla, di modo da impastarlo per bene.
Se vuoi conoscere nel dettaglio le caratteristiche dell’aratro Geotech DP35, consulta la sua scheda prodotto.
Aratro monovomere per trattore: la forza dei piccoli
Come suggerisce il nome, l’aratro monovomere è una tipologia di attrezzo che monta un solo vomere, pensato per trattori di piccole dimensioni che, ovviamente, lavoreranno su campi e orti di dimensioni ridotte o comunque medie.
A differenza dei modelli idraulici, la libertà di movimento a disposizione dell’operatore è sicuramente ridotta: l’aratro, infatti, può solo essere inclinato (dipende da quanto bisogna rovesciare il terreno) o spostato lateralmente (per lavori di fino a bordo campo).
In questo caso, abbiamo ben 3 modelli che potrebbero fare al caso tuo, tutti simili tra loro, ma che differiscono per piccole specifiche tecniche che è sempre bene tenere in considerazione:
- Geotech DP16: un aratro per trattore ad ala corta e quindi perfetto per lavori che non richiedono azioni troppo incisive
- Geotech DP20: un aratro che monta una struttura rinforzata e che quindi può essere usato per lavorazioni anche più estensive
- Geotech DP35: un aratro che, attraverso la regolazione a vite, garantisce una profondità di solco perfetta e regolabile, quindi utile per lavori che richiedono un certo livello di omogeneità anche in campo aperto
Quale si presta meglio alle tue esigenze? A te la scelta!
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