Sicuramente molti di voi non avranno mai sentito parlare di questo pericoloso insetto, dal nome insolito e particolare: il cerambicide dal collo rosso, che in termini tecnici viene chiamato Aromia bungii (Faldermann). È stato segnalato nel 2011 per la prima volta in Europa, in Baviera (Germania), su un’unica pianta, dove sembra, essere stato eradicato.
In Italia sembra essere comparso nel 2012, ufficialmente per la prima volta nella zona flegrea tra Napoli e Pozzuoli (Campania), poi in Lombardia e anche nel Regno Unito.
A maggio dello stesso anno è stato poi inserito dalla EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), l’organizzazione intergovernativa dei paesi Europei e del Mediterraneo per la protezione delle piante, nella “Allert List” con lo scopo di richiamare l’attenzione dei paesi aderenti circa il potenziale pericolo relativo alla diffusione di questo parassita estremamente nocivo.
Per evitare la diffusione, come prima cosa bisogna focalizzarsi sulle zone d’origine e di espansione.
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Ecco una foto di questo insetto: Aromia Bungii
Da tenere d’occhio, sono le importazioni di merci provenienti dall’Asia, che potrebbero trasportare il parassita in altri continenti, di fatto la diffusione più probabile può essere il materiale da imballaggio di legno e il commercio di piante da vivaio (piante ornamentali, le specie arboree da frutto).
Secondo la EPPO le piante attaccate sono quelle del genere Prunus (in particolare Prunus armeniaca – albicocco – e Prunus domestica – susino), Azadirachta indica, Bambusa textilis, Diospyros virginiana (stesso genere del cachi), Olea europea (olivo), Populus alba (pioppo bianco), Pterocarya stenoptera (stessa famiglia del noce), Punica granatum (melograno), Schima superba (Theaceae).
Ora è giunto il momento di scoprire qualcosa di più a livello biologico sul cerambicide dal collo rosso.
Essenzialmente è un coleottero appartenente alla famiglia dei Cerambycidae, ha il torace rosso e le elitre nerastre lucide che vanno dai 26 ai 40 mm di lunghezza, è dotato inoltre di dimorfismo sessuale.
Una particolarità dell’insetto adulto è quella di emettere un caratteristico odore fiorato-fruttato utilizzato per tenere a distanza i nemici.
Questo insetto ha dimorfismo per le antenne e compie 2-3 generazioni annuali deponendo le uova (200- 1000) nelle fessurazioni della corteccia al pedale dei fusti e nei rami principali in luglio con schiusura dopo poco più di una settimana.
Da tenere sotto controllo sono le larve, che hanno una colorazione rossastra sul pronoto e si sviluppano in 2\3 anni, svernano nelle gallerie e si nutrono nel periodo aprile-giugno.
L’Aromia bungii è un cerambicide xilofago: le larve di nutrono scavando gallerie all’interno del legno del tronco o delle branche principali, sia di piante sane che di ospiti sofferenti per svariati stress biotici ed abiotici.
Per questo motivo questo insetto è estremamente pericoloso, da segnalare inoltre che le gallerie raggiungono lunghezze di 17-22 cm e determinano un indebolimento strutturale, con una possibile perdita di produzione.
Molto importante è riconoscere tempestivamente quando una pianta è stata colpita da questo parassita, per questo è giusto sapere che i sintomi tipici sono riconducibili alla presenza di rosura che fuoriesce dalle gallerie di sviluppo larvale e, nel caso di infestazioni di due o più anni, sono visibili i fori di sfarfallamento.
Ovviamente non tutti i danni possono essere opera dell’Aromia bungii, per quanto riguarda i fori e le gallerie ci può essere lo zampino anche di altri insetti, come il Capnodis tenebrionis o Cossus cossus.
Da sottolineare il fatto che la presenza di gallerie di alimentazione nelle branche principali compromette la stabilità statica dei palchi, mentre quelle scavate in prossimità del colletto provocano danni sulla stabilità generale della pianta.
Quando invece viene colpita l’alberatura è buona cosa sapere che il primo campanello d’allarme è la presenza di ingiallimento precoce delle foglie unito ovviamente a debolezza.
AROMIA BUNGII PREVENZIONE E CURA
Come in tutti i casi prevenire è meglio che curare, e in primo luogo è doveroso seguire le indicazioni tratte dai bollettini regionali del Servizio Fitopatologi contro insetti come Aromia Bungii.
Bisogna focalizzarsi sull’eliminazione del focolaio, da effettuarsi all’inizio della prossima primavera, da svolgersi nel seguente modo:
- controllare tutte le piante di susino e albicocco presenti nelle aziende e nei giardini privati;
- verificare la presenza di rosume alla base del tronco o sulle grosse branche;
- verificare la presenza di fori e/o larve sottocorticali delle dimensioni di pochi cm;
- verificare lo stato generale della pianta (eventuale deperimento generale);
- nella primavera mettere una trappola su ogni pianta di albicocco e susino per la cattura degli adulti: si può costruire da solo usando una bottiglia di plastica da 2 litri tagliata a metà e capovolta la parte superiore in modo da formare un imbuto per evitare la risalita dell’insetto. Dopo aver unito le due parti, si versa all’interno dell’aceto di mele o della birra. Le trappole vanno poste sulla pianta e ispezionate periodicamente e in linea generale ogni settimana
- la lotta attualmente si concretizza nell’abbattimento infestate o con presenza di sintomi acclamati o sospetti causati dal cerambice è fatto obbligo avvertire Servizio Fitosanitario Regionale.
- Costituisce aspetto di peculiare importanza l’attento controllo dei sintomi anche delle piante ospiti consistenti nella rosura sul fusto e sulle grosse branche nonché la presenza di larve ed adulti.
Per poter effettuare i controlli sul aromia bungii, abbiamo a disposizione dei mezzi meccanici e fisici oppure mediante fitofarmaci.
Per quanto riguarda i mezzi fisici si può procedere con l’uncinamento delle larve in galleria o con l’estirpazione diretta delle piante danneggiate e morte.
Si può agire anche catturando gli insetti adulti con attrattive, come delle bottiglie trappola (esempio con 1 parte di zucchero, vino 0,5 parti ed aceto 1,5 parte)
Per sconfiggere il problema utilizzando i fitofarmaci, tra i prodotti autorizzati troviamo: Acetaprid, Etofenprox, Deltametrina, Thiacloprid.
Non è mai piacevole quando una pianta viene attaccata da parassiti come questo, ma seguendo questi piccoli suggerimenti e consigli sarà sicuramente più facile riconoscere il pericolo e debellare l’indesiderato “ospite”.
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