La storia di cui parleremo in questo articolo ha luogo a Biella, in Piemonte, in cui i fatti di cronaca legati ai cinghiali sono frequenti e sempre molto particolari.
In questa triste vicenda, i protagonisti sono 5 cuccioli di cinghiali rimasti orfani, raccolti dalle forze dell’ordine e affidati a una ditta di salumi che avrà il compito di abbatterli per scopi alimentari entro la fine dell’anno.
La notizia ha creato subito una forte mobilitazione nel mondo degli animalisti, che hanno iniziato una campagna per salvare i piccoli animali da morte certa.
Ma analizziamo l’accaduto nel dettaglio.
Indice
Biella, 5 cuccioli di cinghiali condannati a un infausto destino
I piccoli protagonisti di questa vicenda sono 5 cuccioli di cinghiale che, insieme alla madre, si sono ritrovati nel giardino di un’abitazione di Bioglio.
I proprietari, insieme alle Forze dell’Ordine, hanno provato in tutti i modi di far uscire gli ungulati dal cortile, ma senza successo.
Non avendo altre soluzioni disponibili e reputando l’animale pericoloso per residenti e cittadini, i Carabinieri, insieme alle al personale della Provincia, hanno deciso di abbattere il mammifero adulto condannando i piccoli cinghiali a un destino tutt’altro che roseo.
I 5 cuccioli (di pochissimi giorni), infatti, sono stati catturati dai dai dipendenti del servizio Caccia e Pesca ed essendo davvero troppo piccoli per sopravvivere in autonomia, sono stati affidati a un centro autorizzato specializzato nell’allevamento di cinghiali con fini alimentari dove dovrebbero essere abbattuti entro la fine dell’anno.
Queste le parole di Giorgio Mosca, direttore del servizio provinciale: “Erano troppo piccoli per sopravvivere e li abbiamo portati in un centro autorizzato, dove vengono allevati cinghiali con fini alimentari”.
La polemica degli animalisti
Non appena è stata diffusa la notizia, gli animalisti si sono subito mobilitati per evitare che i cinghialetti andassero incontro a questa tragica fine.
Opposta alla posizione di Mosca, abbiamo quelle di Alberto Scicolone, presidente dell’associazione animalista di Biella Legami di Cuore:
“Affidare dei cuccioli a un mattatoio è inaccettabile e chiediamo che i cinque cinghialini vengano tolti immediatamente da quella azienda, altrimenti faremo partire una mobilitazione a livello nazionale. Dei cuccioli andrebbero mandati in un centro per la ripopolazione della fauna selvatica, non condannati a morte. Chiederemo, inoltre, di verificare con che criterio si decide di sparare a un esemplare femmina che ha partorito da poco: forse si sarebbe potuto salvarla e chiudere la vicenda senza versare del sangue.”
Gli ultimi sviluppi
Dei 5 cuccioli, soltanto 2 sono riusciti a sopravvivere data la giovanissima età e l’assenza della madre.
La buona notizia è che i cinghialini sopravvisuti verranno trasferiti al centro di protezione della fauna selvatica di Novara è stata accolta dalla Provincia, proprio come richiesto dall’associazione Legami di Cuore.
Il clamore mediatico sollevato dalla vicenda ha portato anche l’OIPA (Organizzazione Internazionale per la Protezione degli Animali) a scendere in campo presentando un’istanza formale di accesso agli atti per capire come prima cosa perché si sia deciso di abbattere la mamma e se davvero non ci fossero altre vie percorribili (come la sedazione) e, in secondo luogo, per valutare l’invio di una diffida alla Provincia di Biella per la tutela dei cuccioli.
Cinghiali, una questione che divide
Se da un lato l’aver salvato la vita di questi piccoli cinghiali è un gesto bellissimo e un enorme passo avanti nella salvaguardia e protezione degli animali selvatici, è altrettanto vero che questi mammiferi pongono un serio problema di sicurezza nelle campagne.
Le specie che al momento popolano le zone più rurali del nostro paese, infatti, sono l’incrocio di razze provenienti dai Balcani e introdotte nel nostro paese solo per avere più animali da cacciare durante la stagione; questo procedimento ha ovviamente creato dei problemi dato che questi cinghiali hanno dimensioni discretamente maggiori rispetto a quelli nostrani, partoriscono molti più cuccioli e sono molto più longevi.
Essendo un animale in grado di adattarsi a qualsiasi situazione, il cinghiale è spesso nocivo per le colture, per il raccolto e, spesso, per l’incolumità degli esseri umani (qui un articolo su come difendersi dai cinghiali).
Se da un lato, quindi, è giusto salvaguardare la salute e il benessere di questi grandi animali selvatici, dall’altro è corretto evitare in tutti i modi che la loro diffusione metta a rischio il lavoro degli agricoltori.
La soluzione non è abbatterli, ma evitare che importazioni come quella avvenuta tra gli anni ’50 e ’60 dai Balcani succedano di nuovo e creare più riserve naturali in cui i cinghiali possano vivere secondo le loro naturali esigenze e in totale sicurezza.
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