Milioni di occhi hanno ammirato estasiati i colori accesi e le forme sinuose del quadro “Olive Trees” di Van Gogh ma in 128 anni nessuno aveva mai notato che, nascosto nel dipinto, c’è sempre stato un microscopico frammento di vita: una cavalletta. Non una firma nascosta dell’artista, non un’abile pennellata per aggiungere la sagoma di un insetto sui tronchi degli alberi di olivo ma una vera cavalletta incastrata nella tela! Riconoscerla ad occhio nudo è praticamente impossibile perché è lunga pochi millimetri ed perfettamente mimetizzata nei colori marrone e verde predominanti del dipinto.
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Tra gli olivi una cavalletta
L’incredibile scoperta è merito di Mary Schafer, curatrice del Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City in Missouri dove l’opera del pittore olandese è conservata, che ha notato qualcosa di strano mentre esaminava la tela con una lente d’ingrandimento durante un progetto di catalogazione della collezione di dipinti francesi del museo. La prima ipotesi, quella che si trattasse di una foglia, è stata smentita dalla stessa Schafer che, dopo un’ulteriore ispezione, ha identificato l’oggetto come il corpo di una cavalletta a cui manca il torace e l’addome.
Le difficoltà della pittura all’aperto
La curatrice e il direttore del museo Julián Zugazagoitia hanno chiarito al giornale Architectural Digest che il modo in cui l’insetto sia finito sul dipinto è strettamente collegato allo stile pittorico di Van Gogh, che come molti impressionisti amava dipingere all’aria aperta, e al momento in cui ha realizzato la tela a Saint-Rémy-de-Provence nel 1889.
Lo stesso Van Gogh in una lettera al fratello Theo del 1885 raccontava le difficoltà di dipingere “en plein air”, scelta consapevole e faticosa per assorbire completamente la visione della natura e riportarla contestualmente su tela: “Bisogna sedersi all’aperto e dipingere sul posto stesso! Possono capitare ogni sorta di avventure. Per esempio, sulle quattro tele che riceverai ho dovuto togliere almeno un centinaio di mosche, forse anche di più; senza contare la polvere, la sabbia eccetera”.
Come è arrivata sulla tela
Secondo Michael Engel, un paleo-entomologo dell’Università del Kansas e collaboratore del museo di storia naturale di New York, molto probabilmente la cavalletta era già morta quando è finita sulla parte inferiore della tela poiché il corpo dell’insetto è danneggiato e sono assenti tracce di movimento nell’area di pittura che lo circonda. La cavalletta è entrata a pieno titolo nella storia dell’arte per puro caso, molto probabilmente una forte folata di vento, mentre il maestro olandese dipingeva uno dei suoi ultimi quadri. Van Gogh si suicidò infatti nel 1890, solo un anno aver completato “Olive Trees”. Un numero sempre crescente di visitatori del museo americano, venuti a conoscenza della scoperta, si avvicinano al dipinto con occhi curiosi e la speranza di trovare la cavalletta che ha trasformato un capolavoro di Vincent Van Gogh in un autentico inno appassionato alla bellezza straordinaria della natura.
Laura Cannarella
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