di Dott. Giuseppe Pepe
Oggi parleremo delle cicaline del rosmarino.
Abbiamo già parlato di parassiti delle piante aromatiche nei giorni scorsi citando anche le cicaline; oggi ci dedicheremo con maggiore attenzione a questi piccoli insetti.
Le cicaline attaccano molte piante aromatiche ma principalmente rosmarino e salvia; in questo articolo andremo a parlare di come riconoscerli, quali sono i danni sulle piante aromatiche e come contenerne le popolazioni.
Buona lettura!
Indice
Cicaline: descrizione e ciclo biologico
Le cicaline sono dei minuscoli insetti Emitteri di pochi millimetri di lunghezza dotate di apparato boccale di tipo pungente-succhiatore e capaci, quindi attraverso punture di alimentazione, di sottrarre la linfa dagli organi della pianta attaccata.
Hanno una colorazione generalmente verde e un corpo stretto e lungo ma presentano anche una notevole variabilità di colore e di forma in base alle specie, soprattutto per quanto riguarda ali e aspetto del capo.
Presentano uno stadio di uovo e cinque stadi giovanili del tutto simili alla versione adulta.
Sono molto polifaghe, quindi attaccano una grande varietà di piante ospiti, sia erbacee che arboree, sia spontanee che coltivate.
Le cicaline, riuscendo a spostarsi su molte piante diverse e non solo sul rosmarino, riescono ad essere presenti praticamente tutto l’anno.
Le cicaline che maggiormente si ritrovano su rosmarino e salvia appartengono alla specie Eupteryx salviae e sono riscontrabili in campo nel periodo che va dalla primavera a inizio dell’estate, soprattutto negli areali più caldi del Centro-Sud Italia, compiendo un paio di generazioni all’anno provocando la maggior parte dei danni nei mesi che vanno da maggio a luglio.
Danni delle cicaline su rosmarino
Le cicaline del rosmarino causano sia danni diretti, dovuti alla sottrazione di linfa dalle foglie e alle punture di alimentazione; sia danni di tipo indiretto a causa della capacità di alcune specie di veicolare virus, batteri, e fitoplasmi, da una pianta infetta a una pianta sana mediante le punture di alimentazione.
Una delle cicaline più pericolose e dannose è ad esempio lo Scaphoideus titanus, che sulla vite può trasmettere il fitoplasma agente causale della Flavescenza dorata della vite; questo fa sì che questa cicalina sia soggetta a lotta obbligatoria per decreto ministeriale.
Tutti gli stadi delle cicaline attaccano le foglie provocando una tipica decolorazione a carico della pagina superiore delle foglie, a causa delle punture di alimentazione.
Alcune specie di cicaline, come la Cicadella viridis, causano danni diretti per mezzo dell’ovideposizione e della abbondante produzione di cera e di melata sui frutti.
Piccole popolazioni di cicaline sono tollerate dalle piante, anche dal rosmarino; in caso di forti infestazioni però i danni possono diventare rilevanti, provocando anche il disseccamento e l’accartocciamento delle foglie fino alla loro completa caduta.
Come ben risaputo, le piante aromatiche, come il rosmarino, sono coltivate essenzialmente per le loro foglie e, le punture di cicaline possono causare deprezzamento del prodotto, a causa della perdita di colore dovuta alle punture di alimentazione.
Con infestazioni elevate possiamo avere anche la perdita di parte del prodotto a causa del disseccamento dello stesso.
Lotta alle cicaline del rosmarino
La lotta alle cicaline si effettua alla comparsa delle prime colonizzazioni e segni di punture di alimentazione utilizzando insetticidi.
Nel caso del rosmarino, ma anche negli altri casi, consigliamo di utilizzare prodotti fitosanitari a bassa tossicità e con breve periodo di carenza, ricorrendo anche all’utilizzo di parassitoidi come ad esempio gli Imenotteri del genere Anagrus, in grado di compiere il loro intero ciclo vitale all’interno dell’uovo delle cicaline, non facendole arrivare a schiusura.
In questo caso bisogna pensare, come fasce perimetrali o come piante consociate, piante capaci di ospitare questi parassitoidi delle uova.
Alcuni prodotti validi contro le cicaline del rosmarino, senza ricorrere a insetticidi di sintesi, sono:
- il macerato d’ortica, utile anche come concimazione fogliare perché ricco di azoto;
- il macerato di foglie di pomodoro;
- il macerato di equiseto;
- prodotti naturali a base di piretro.
In zone di vicinanza a vigneti, le cicaline, come anticipato, sono soggette a lotta obbligatoria a causa della capacità di trasmettere la flavescenza dorata, oltre che di ridurre il tenore zuccherino nelle uve (°brix), riconducibile al fatto che i vasi, compromessi dall’attacco, non traslocano più sostanze nutritive verso i grappoli; e al solito danno indiretto dovuto all’imbrattamento dei grappoli mediante produzione di melata.
In questo caso i prodotti utilizzabili sono di tipo chimico come fenitrothion, buprofezin e flufenoxuron e rientrano generalmente tra quelli suggeriti dai disciplinari di lotta obbligatoria.
Come sempre, ai fini di avere un buono stato fitosanitario generale di tutte le colture, compreso il rosmarino, le azioni da intraprendere sono:
- Equilibrare le concimazioni azotate; come detto più volte, troppo azoto rende le piante maggiormente appetitose per parassiti fungini e insetti con apparato boccale pungente succhiatore come le cicaline, predisponendole quindi all’attacco;
- Non ripetere le stesse colture sullo stesso appezzamento, scegliendo opportune rotazioni mediante specie non ospiti dello stesso parassita riscontrato in campo; in genere, in regime biologico, una coltura può ripetersi sullo stesso appezzamento solo dopo due colture principali, una delle quale leguminosa;
- Preferire la presenza in prossimità della zona coltivata di piante ospiti di predatori naturali dei parassiti attesi;
- Utilizzare infusi, macerati e decotti utili ad aumentare le difese naturali delle piante;
- Utilizzare macerati e decotti ad azione repellente;
- Ricorso a preparati a base di microrganismi naturali, ad azione competitiva o parassitaria quali ad esempio Bacillus thuringiensis, nei confronti del parassita riscontrato in campo;
- Utilizzare sistemi di difesa meccanici quali trappole e reti anti-insetto;
- Lancio in campo di insetti utili come i già citati imenotteri del genere Anagrus;
- Utilizzo di antiparassitari naturali, o di origine naturale a bassa tossicità residua.
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