La lavanda è sicuramente la pianta ornamentale, profumata e conosciuta per eccellenza. Nota per il suo color accesso e il suo profumo inconfondibile, la lavanda si impone come una delle colture più particolari e al tempo stesso ricercate. In questo articolo vi spiegheremo tutti le caratteristiche e i passaggi fondamentali per poter realizzare questo tipo di coltura. Coltivare la lavanda è quindi uno scenario concreto e possibile nel nostro paese.
Come molte varietà presenti nel nostro territorio, la lavanda è arrivata fino a noi grazie agli antichi romani, che la conservavano nei lunghi viaggi intercontinentali per poter usufruire degli innumerevoli benefici di questa pianta. In modo spontaneo la lavanda cresce nel suo bacino di origine, ovvero in Nord Africa e in Arabia.
I numerosi pellegrinaggi e viaggi delle truppe romane quindi, hanno permesso quindi alla lavanda di farsi conoscere in tutta Europa, e una volta entrata in questi territori ha subito catturato l’attenzione delle popolazioni residenti, che non hanno più potuto farne a meno.
Indice
Dove possiamo coltivare la lavanda?
AMBIENTE IDEALE PER COLTIVARE LA LAVANDA
La prima cosa da precisare quando si parla di lavanda è la forte adattabilità e resistenza, caratteristiche basilari della pianta stessa. La lavanda è una pianta sempreverde e il suo cespuglio non è quasi mai spoglio. Grazie alla sua adattabilità è possibile coltivare la lavanda in tantissime zone d’Italia. Cresce spontaneamente nelle zone collinari, poiché in questi territori il terreno è molto arido e nello stesso tempo secco, condizione favorevole per la pianta di lavanda.
Grande adattabilità al terreno e in egual misura anche al clima. È possibile coltivare la lavanda da Nord a Sud Italia, di fatto questa pianta sopporta bene tutti i climi, sia quelli molto caldi, sia quelli rigidi invernali. Ovviamente come in tutte le coltivazioni, le gelate sono particolarmente pericolose e anche in questo tipo di coltura bisogna prendersi cura delle piante e proteggerle da eventuali traumi causati dalla basse temperature.
Il terreno adatto per coltivare la lavanda deve essere ben esposto al sole, (di fatto solo con una buona esposizione la pianta riuscirà a produrre un olio essenziale di ottima qualità) e in una zona molto ventilata in pieno campo, senza che quest’ultimo sia ostacolato dal passaggio dei venti, di fatto la lavanda viene definita una pianta eliofila.
Una condizione sfavorevole e dannosa è segnata dai ristagni idrici, da evitare in qualsiasi caso. Per questo motivo le annaffiature non devono essere abbondanti ed esagerate. È inoltre opportuno verificare che il terreno assorba tutta l’acqua prima di procedere con ulteriori annaffiature. Queste vengono effettuate solamente nel periodo estivo, dove appunto il clima è particolarmente secco e i fenomeni di siccità sono frequenti.
Per quanto riguarda la concimazione, la lavanda non ha particolari esigenze, l’unico momento ideale ed indicato è il mese di aprile, ovvero il periodo più vigoroso per la pianta stessa.
PERIODO PER COLTIVARE LA LAVANDA
Il periodo di coltivazione consigliato per chi intende coltivare la lavanda è l’autunno, (se vi trovate in territori dove il clima è abbastanza mite) al contrario se il terreno si trova in zone fredde è opportuno aspettare la primavera, dove sicuramente le temperature saranno più favorevoli.
Ci sono due modalità per coltivare la lavanda, per talea o per seme. La prima consiste nel piantare direttamente le piantine piccole nel terreno, (ovviamente questa via fa risparmiare molto tempo, poiché non bisogna aspettare che nasca il germoglio). La seconda invece è seminare i semi di lavanda nel terreno, tenendo in considerazione che ci vorrà più tempo per far germogliare la piantina con il suo sviluppo annesso.
La raccolta della lavanda deve essere effettuata nel periodo estivo ed in particolar modo nei mesi di Luglio e Agosto e attualmente viene spesso realizzata meccanicamente impiegando le mietitrici. È molto importante effettuare la raccolta durante giornate asciutte, questo per evitare eventuali fermentazioni che potrebbero sia danneggiare il prodotto che diminuirne la qualità stessa.
SCENARI DI MERCATO DELLA LAVANDA
Innanzitutto bisogna specificare che la prima raccolta viene eseguita il secondo anno di vita della coltivazione, tenendo quindi presente che un anno risulterà senza guadagno.
Coltivare un ettaro di lavanda significa mediamente avere un ricavo di 800 kg di prodotto essiccato. Ovviamente la lavanda è molto conosciuta ed è considerata una delle piante ornamentali più belle e profumate e per questo motivo è molto richiesta per la realizzazione di aiuole e giardini. Coltivare la lavanda quindi può avere questo doppio scenario di mercato, come abbiamo visto ad esempio nel caso della coltivazione di girasoli. Molti produttori di fatto si affidano alla vendita diretta delle piante di lavanda.
Per quanto riguarda la produzione di olio essenziale di lavanda, molto profumato e con innumerevoli benefici dobbiamo concentrarci nel calice dei fiori, dove sono presenti i peli ghiandolari, sono proprio questi ultimi che contengono l’olio essenziale. L’olio essenziale ha un mercato in continuo sviluppo con una richiesta abbondante e una realtà consolidata. Possiamo trovarlo all’interno di creme, saponi e prodotti per il corpo, senza dimenticare tutto il campo medicale ed erboristico associato a questo elemento.
L’olio di lavanda viene di fatto impiegato con un’azione sedativa ed antinfiammatoria, riequilibrando il sistema nervoso centrale e producendo una funzione antisettica ed antibatterica. Possiamo trovare quindi traccia di questa essenza in moltissimi prodotti.
Visto che la lavanda non vuole proprio farsi mancare nulla, recenti studi hanno confermato che l’olio essenziale è un ottimo prodotto antitumorale. Questa innovativa scoperta apre le porte a tutto un altro scenario di mercato che potrebbe diventare in breve tempo molto redditizio.
Bella, profumata, richiesta e con stupefacenti caratteristiche… la lavanda non ha bisogno di altre presentazioni. A voi la parola.
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