Hai già cominciato a fare l’orto vero? Ti sei ricordato/a di mettere lo scalogno?
Se non l’hai ancora messo o non sai come fare, ti aiutiamo noi. Oggi vediamo insieme come coltivare lo scalogno.
Indice
Lo scalogno (Allium ascalonicum)
Prima di parlare di come coltivare lo scalogno, vediamo innanzitutto le origini di questa pianta orticola. Lo scalogno appartiene alla famiglia delle Liliacee, come l’aglio, la cipolla e l’asparago. Non si conosce esattamente la sua origine, ma molti ritengono che sia derivato da una mutazione della cipolla.
Le prime notizie storiche certe relative a questo ortaggio risalgono al IX secolo: le cronache riferiscono che era presente nei giardini della reggia di Carlo Magno. Da allora lo scalogno si è diffuso in particolare in Francia, dove viene tuttora coltivato in quasi tutti li orti. Questo bulbo, dal sapore più intenso di quello della cipolla, ma più dolce rispetto a quello dell’aglio, è in effetti un ingrediente importante della cucina transalpina. In Italia, la sua coltivazione viene praticata prevalentemente in Emilia – Romagna.
Esigenze ambientali
Per sapere come coltivare lo scalogno è fondamentale conoscere anche le sue necessità climatiche e pedologiche. Lo scalogno preferisce climi temperati e asciutti. Le varietà più rustiche vegetano bene anche in montagna, ma se viene coltivato in zone marittime si ottiene un prodotto ancora più dolce.
Lo scalogno germina normalmente ad una temperatura di 12-15 °C, con un minimo di 5 °C. La velocità di crescita dipende soprattutto dalla temperatura ambientale infatti, durante l’inverno, la pianta non subisce danni ma ferma la sua crescita per poi riprendere vigorosamente all’inizio della primavera.
Per quanto riguarda il terreno, lo scalogno vuole terreni che gli permettano di crescere meglio sottoterra. Questi terreni sono quelli sciolti, con sabbia, di medio impasto e soprattutto permeabili. Lo scalogno, infatti, non sopporta i ristagni idrici e quindi l’argilla deve essere presente in quantità molto ridotte. Il pH invece non deve essere mai inferiore al 7.
Coltivare lo scalogno
Il terreno destinato a coltivare lo scalogno deve essere lavorato ad una profondità di 30-40 cm durante l’autunno precedente la semina, avendo l’accortezza di sminuzzare bene le zolle di terreno tramite un’ottima erpicatura. Per la semina, si devono scegliere i bulbi migliori, più belli e più sodi, con un peso di circa 10 g. I bulbi vengono posti ad una profondità di 4-5 cm con la punta rivolta verso l’alto, in modo che l’apice si trovi a livello della superficie del terreno, o anche più in alto nei terreni meno soffici. I bulbi devono essere posti ad una distanza di circa 15-20 cm tra loro. Se vuoi coltivarlo in più file, devi fare in modo che queste siano distanti 25-30 cm l’una dall’altra.
La cosa più importante è non coltivare lo scalogno nello stesso terreno dell’anno precedente. Questo ortaggio, infatti, è una pianta depauperante e si rischia anche la diffusione di parassiti e malattie che potrebbero rimanere nel suolo. Durante la sua crescita, lo scalogno non richiede molti interventi colturali. È bene operare con una sarchiatura di tanto in tanto, in modo da eliminare le erbacce, ed eventualmente anche una rincalzatura. È una pianta che risponde bene anche alla pacciamatura.
Per quanto riguarda la concimazione, le quantità medie di elementi nutritivi per ogni metro quadro di terreno sono: 7,2 g di Azoto, 2,4 g di Fosforo (P2O5), 4 g di Potassio (K2O). Se si vogliono ottenere bulbi più grandi, si può ricorrere ad una moderata fertirrigazione con acidi umici.
Raccolta e conservazione
Dopo aver chiarito come coltivare lo scalogno, adesso è il momento di passare alla raccolta e alla conservazione. Solitamente la raccolta avviene quando le foglie cominciano ad appassire e si ingialliscono, cioè nel periodo che va da giugno a luglio.
I bulbi devono avere una buona consistenza, senza alcuna traccia di muffa e, soprattutto, non devono essere germogliati. Il metodo migliore per conservare lo scalogno è anche quello più comune, cioè l’essiccazione. Una volta raccolte, le piante vengono fatte seccare al sole e poi conservate in un luogo buio, arieggiato e fresco ad una temperatura di circa 10 °C. Puoi conservarlo anche in frigorifero per massimo 2 mesi, ad una temperatura di 1-2 °C.
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