Sebbene sia conosciuto più nella sua forma selvatica che in quella di allevamento, il finocchietto selvatico può essere coltivato sia in un orto urbano che in vaso per averlo sempre a disposizione.
E’ infatti una delle piante più diffuse nella cucina italiana, a condimento di primi e secondi piatti dal nord al sud Italia.
Vediamo insieme come coltivare il finocchietto passo per passo.
Indice
Finocchietto selvatico: caratteristiche botaniche
Il finocchietto selvatico (Foeniculum vulgare, Mill.) è una pianta aromatica perenne originaria delle calde regioni del Mediterraneo.
E’ diffusa soprattutto vicino alle zone costiere fino a 1000 metri di altezza.
La pianta forma un cespuglietto perenne con fusto eretto, rizomatosa, con altezza massima di 1,50 mt. Le foglie sono filiformi in gruppi di 3-4 foglie, con fiori gialli o bianchi molto piccoli riuniti in ombrelle.
Il frutto è un achenio contraddistinto da un forte aroma.
Finocchietto selvatico: coltivazione
Come il nome stesso suggerisce, il finocchietto cresce spontaneamente nelle zone miti e costiere.
Può tuttavia essere coltivato anche in casa, seguendo delle semplici istruzioni che riporteremo in seguito.
Terreno
Il terreno ideale per coltivare il finocchietto è sciolto e ben drenato, per evitare la formazione di ristagni idrici.
In natura lo si può trovare anche su terreni sabbiosi o ghiaiosi, ma la crescita risulta più lenta rispetto ad un terreno ricco di sostanza organica.
Clima ed esposizione
Data la sua origine, il finocchietto prospera bene ove il clima è caldo e temperato.
La pianta teme moltissimo il gelo, e dove il clima va sotto zero è meglio non piantare.
L’esposizione al sole è fondamentale per la buona riuscita della pianta; dovrebbe tuttavia essere tenuta al riparo dal vento, poiché il cespuglio potrebbe essere intaccato dalle raffiche di vento.
Irrigazione
La pianta di finocchietto selvatico è abituata a periodi prolungati di siccità.
Tuttavia, specialmente nel primo periodo, quando la pianta deve ancora consolidare le radici, è consigliabile mantenere il terreno sempre umido con innaffiature frequenti.
Le innaffiature vanno effettuate lontano dalle ore calde, mandando l’acqua direttamente sul terreno e mai sulla parte emersa della pianta.
Per prolungare il periodo tra un’annaffiatura e un’altra si può ricorrere alla pacciamatura.
Concime
La migliore concimazione per il finocchietto avviene nella fase di preparazione del terreno prima della messa a dimora.
Durante la lavorazione si può aggiungere della materia organica, come il compost maturo, per dare alla pianta tutte le sostanze nutritive di cui necessita per crescere.
Moltiplicazione
In un terreno libero, la propagazione del finocchietto avviene per semina naturale.
I semini, contenuti nei fiori, si spargono sul terreno spinti dal vento, posandosi così sul terreno circostante.
In inverno basta tagliare la pianta alla radice; nella successiva primavera la radice fittonante darà vita ai nuovi getti.
Se, invece, decidete di coltivare il finocchietto per la prima volta, sarà necessario preparare prima il terreno con una buona vangatura per garantire il reflusso dell’acqua.
Prima di seminare bisogna predisporre il semenzaio, pareggiando per bene il terreno e creando file distanti tra loro 80 cm.
Le piante vanno invece coltivate a 50 cm l’una dall’altra all’interno della stessa fila.
Il periodo migliore per la semina è quello primaverile, avendo cura di piantare il seme a massimo 1 cm di profondità.
Questo tipo di coltivazione si rivela spesso non necessaria: come detto all’inizio, il vento spargerà direttamente i semi a terra e le piantine cresceranno spontaneamente.
Per la coltivazione in vaso valgono le stesse regole: preparare il terriccio con sabbia o ghiaia a fondo per il drenaggio, allocare la piantina o il semino a 1 cm di profondità e innaffiare regolarmente.
Raccolta
All’arrivo dell’inverno la pianta di finocchietto va tagliata lasciando solo la radice nel terreno, così da poter dare vita l’anno successivo ad un nuovo rigetto.
Per il resto dell’anno possono essere raccolte le foglie, da utilizzare fresche o essiccate per condire le nostre preparazioni culinarie.
La raccolta dei semi si effettua solitamente ad agosto. Bisogna stare attenti ad essere delicati durante la raccolta, per evitare che i semi si disperdano nel terreno.
Malattie del finocchietto
Il forte odore della pianta di finocchietto può attirare facilmente parassiti esterni come afidi e tignola.
Per scacciare l’infestazione di insetti dalle tue piante di finocchietto senza ricorrere ai pesticidi, dai un’occhiata al nostro articolo sugli antiparassitari naturali.
La pianta, inoltre, può soffrire di alcune patologie legate ad un’irrigazione eccessiva, come il marciume del colletto o il marciume radicale.
Usi del finocchietto
L’uso del finocchietto selvatico in cucina è ampio e va dalla preparazione degli antipasti fino ai secondi piatti.
Ha un sapore simile all’anice e al finocchio molto fresco, di cui è un parente “povero” ma ugualmente apprezzato.
Molte ricette meridionali prevedono l’uso del finocchietto, come le sarde a beccafico e la pasta con le sarde in Sicilia, piatto tipico della regione.
I semi di finocchietto vengono inoltre impiegati nella preparazione di decotti dal potere digestivo e antiinfiammatorio.
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