Coltivazione grano saraceno: tecniche colturali

chicchi grano saraceno

La riscoperta delle antiche colture e dei grani antichi, molto in voga in quest’ultimo decennio, ha portato anche alla rivalutazione del grano saraceno, molto apprezzato come sostituto di altri carboidrati sulle nostre tavole.

In questa guida andremo alla scoperta delle migliori tecniche per la coltivazione del grano saraceno, svelando tutti i segreti per ottenere una granella buona e ricca di proprietà nutritive.

Indice

Coltivazione grano saraceno: caratteristiche botaniche

Il grano saraceno (Fagopyrum esculentum, Moench.) è originario dell’Asia, in particolare delle regioni della Siberia e della Manciuria.

Arriva in Europa nel Medioevo attraversando la Russia, stabilizzandosi come coltura in Francia e in Germania.

In Italia la coltivazione del grano saraceno è diffusa soprattutto al nord, e in particolare a Bolzano e a Sondrio.

La granella di grano saraceno viene utilizzata sia come ingrediente di insalate e primi piatti, sia per realizzare pasta e pane con farine diverse da quelle di frumento.

La pianta è caratterizzata da una pianta erbacea con radice non molto sviluppata, fusto di forma cilindrica, foglie lanceolate facilmente riconoscibili grazie alla peculiare ocrea, una formazione stipulare propria di questa pianta.

L’infiorescenza può essere sia ascellare che terminale e si presenta senza petali, ma con cinque sepali di colore bianco, rosa o verde.

I fiori sono caratterizzati dall’eterostilia dimorfa, così da rendere sicura l’impollinazione incrociata tra fiori diversi, ma della stessa specie.

Il frutto è un achenio triangolare e racchiude l’embrione al suo interno. Il peso di ogni singolo frutto è di circa 0,02 grammi.

Coltivazione grano saraceno: come coltivarlo

Terreno

Il terreno ideale per il grano saraceno è ben concimato con sostanza organica, freschi e acidi.

Mal sopporta sia i terreni argillosi che i terreni umidi.

Viene considerata una raccolta intercalare estiva, quindi occupa il terreno in seguito alla raccolta del segale o del frumento.

Dove non è possibile avvicendarlo in una doppia coltura, viene solitamente coltivato a maggio scegliendo la varietà che si sviluppa in 4 mesi circa, e ottenendo così una produzione maggiore.

Il grano saraceno ha una crescita molto rapida e copre velocemente il suolo: per questo è utilizzato anche per il controllo delle erbe infestanti, che ben riesce a sopprimere.

Clima

Le basse temperature non sono molto amate dalle piante di grano saraceno.

La pianta è molto sensibile al freddo e incontra serie difficoltà di accrescimento dove le temperature scendono sotto i 6 gradi.

La crescita veloce di questa pianta le consente di evitare le gelate e i climi più rigidi quando la si coltiva tra maggio e giugno.

La migliore temperatura è quella mite e temperata delle Alpi estive, dove per l’appunto trova la sua migliore collocazione in Italia.

Concimazione

La presenza di un’adeguata concimazione è fondamentale per la buona riuscita delle piante di grano saraceno e per la loro fruttificazione.

La sua capacità di assunzione di fosforo dal terreno è limitata; per questo la sostanza organica ricca di fosforo e azoto costituisce il concime più appropriato per il grano saraceno.

Per la produzione di granella, invece, è più appropriato sincerarsi che la pianta abbia sufficiente quantità di potassio.

Per il resto, in terreni già concimati prima della messa a dimora, la pianta riesce a trarre il meglio della fertilità del terreno.

Semina e messa a dimora

La semina del grano saraceno viene solitamente effettuata durante il periodo primaverile o all’inizio dell’estate.

La temperatura deve comunque superare gli 8 gradi al momento della semina.

I semi possono essere facilmente reperiti presso qualunque negozio di giardinaggio.

Le tecniche di semina sono principalmente due: a spaglio, distribuendo circa 60 kg di semi ogni ettaro, o con seminatrice a righe, formando file distanti tra loro circa 20 cm e distribuendo su ogni fila 40 kg di semi.

La profondità di semina va dai 3 ai 5 cm.

Raccolta

La maturazione del grano saraceno è scalare, e la maggior parte del raccolto risulta maturo tra la fine di settembre e ottobre.

I frutti, a questo punto, hanno raggiunto un colore abbastanza scuro, e le piante sembrano in fase morente.

La raccolta viene effettuata con la falce o con il falciuolo, o ancora con una mietitrebbia fornita di testata a frumento.

Una volta raccolte, le piante vengono raggruppate in mazzi detti covoni, i quali vengono lasciati a riposare e ad essiccare per dieci giorni successivi.

In questo modo i frutti completano la loro maturazione.

La resa è di circa 20 quintali per la granella e 30 per la paglia.

Una volta raccolto il grano, questo viene prima sottoposto prima alla battitura, utilizzando apposite coperte di canapa, e poi macinato per la creazione della farina da utilizzare per pasta e pane.

Se il grano saraceno viene coltivato come foraggio per gli animali, i tempi di raccolta cambiano notevolmente.

La pianta viene, in questo caso, falciato subito dopo l’inizio della fioritura. La produzione verde ottenuta in questo modo è di circa 130 quintali per ettaro.

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Coltivazione grano saraceno: tecniche colturali ultima modifica: 2019-02-20T14:00:20+00:00 da Simona Ruisi

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