Quando si conosce ancora poco dell’agricoltura idroponica ci si chiede: può il terreno essere sostituito, o addirittura completamente eliminato, nelle coltivazioni?
Questa domanda è molto ricorrente tra chi vuole avviare nuove colture o trasformare le proprie coltivazioni per mancanza di nuovi terreni o per problemi legati alla terra in possesso.
Le odierne tecnologie agrarie hanno fatto passi da gigante in questa direzione, inventando due modi di coltivare che non prevedono l’utilizzo della terra.
Si tratta della coltivazione aeroponica, che non prevede l’utilizzo di suolo e di nessun altro tipo di supporto, e la agricoltura idroponica, dove il suolo viene sostituito da un substrato composto artificialmente.
Della coltivazione aeroponica abbiamo già parlato nel nostro articolo “Coltivazione aeroponica: come coltivare senza terreno“.
Parleremo qui invece dell’agricoltura idroponica e di come sfruttarla per migliorare le nostre colture per trarre numerosi vantaggi.
Indice
Agricoltura idroponica: cos’è
La coltivazione idroponica è una tecnica di coltivazione che elimina la presenza del terreno sostituendolo con un substrato “inerte“.
Tale substrato è composto da elementi come argilla espansa, vermiculite, perlite, zeolite, lana di cocco.
Questo substrato non solo sostituisce il terreno, ma ne migliora addirittura alcune funzionalità esercitate nei confronti delle piante.
La classica terra può, infatti, essere portatrice involontaria di danni nei confronti delle piante, essendo un substrato “vivo” e potendo quindi veicolare sostanze tossiche rilasciate al suo interno o influenzando la crescita delle radici con il clima del sottosuolo (pensiamo, ad esempio, a ciò che avviene per colpa delle gelate tardive).
Funzioni della coltivazione idroponica
Il substrato della coltivazione idroponica svolge tutte le funzioni utili allo sviluppo della pianta ed elimina i rischi della coltura classica.
In particolare, l’idrocoltura rispetto alle piante svolge quattro funzioni:
- protezione delle radici contro gli agenti atmosferici. Le radici delle piante coltivate in idrocoltura non hanno bisogno di espandersi e svilupparsi, trovando nelle immediate vicinanze gli elementi nutritivi di cui necessitano;
- annullamento della necessità di ancoraggio. Proprio perché le radici non si espandono molto in termini di grandezza, la pianta non ha bisogno di ancorarsi al terreno e di trovare nella sua porosità la stabilità di cui ha bisogno per fissarsi nella terra. La pianta viene piuttosto sospesa in alto per essere sorretta;
- assorbimento elementi nutritivi non più dal terreno, ma attraverso un impianto di fertirrigazione: è l’acqua a portare alle radici tutte le sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno. Proprio per questo è richiesto che il substrato sia inerte, così da non interferire con gli elementi chimici forniti alle coltivazioni;
- protezione nei confronti dei parassiti, dei batteri e delle micosi. Mancando il contatto con il terreno, le piante sono salvaguardate da tutti questi agenti infettivi e pericolosi per la loro crescita.
Agricoltura idroponica: come funziona
Abbiamo quindi realizzato che, nell’agricoltura idroponica, il contatto delle radici con l’acqua è fondamentale.
Ciò, però, non è sufficiente a far funzionare una coltura idroponica. I fattori da considerare sono principalmente quattro:
- il pH dell’acqua, che deve essere mantenuto stabile per permettere la circolazione degli elementi nutritivi al suo interno;
- la composizione chimica della soluzione, ossia gli elementi presenti al suo interno, che devono essere equilibrati in maniera perfetta per rispondere alle esigenze della pianta;
- il controllo periodo della soluzione nutritiva in termini di ciclo di erogazione e tempi, per essere sempre certi che ogni elemento nutritivo sia presente nella giusta quantità – anche un eccesso può portare al danneggiamento delle piante;
- la conducibilità elettrica, che serve a controllare la concentrazione della soluzione nutritiva. Se è bassa, indica una diluizione eccessiva, che porta velocemente ad una carenza di nutrizione delle piante; se è alta, accresce lo spreco di energia da parte delle piante, causando in poco tempo avvizzimento o appassimento.
Agricoltura idroponica: vantaggi e svantaggi
L’idrocoltura è oggi molto diffusa e apprezzata, sebbene sia ancora lontano dal sostituire completamente la coltura classica in terreno.
Così come per l’aeroponica, anche l’agricoltura idroponica è infatti sconsigliata per le coltivazioni estensive come quella del grano o del mais, così come per le piante che hanno di natura un apparato radicale molto sviluppato.
E’ innegabile, comunque, che da un punto di vista economico presenta diversi vantaggi. Non si deve curare un terreno, che già ha un proprio costo di manodopera importante con le lavorazioni necessarie di anno in anno.
Anche a livello idrico il risparmio è notevole. La coltura in acqua prevede una miscela ben definita con un quantitativo di acqua preciso. In questo modo gli sprechi idrici di cui l’agricoltura soffre sono praticamente azzerati.
Un altro importante vantaggio è quello di eliminare totalmente il pericolo di infestazioni parassitarie, come quelle degli afidi, della cocciniglia o dei nematodi. Il substrato inerte rende impossibile la deposizione delle uova o la crescita delle larve.
In ultimo, ma non meno importante, è il basso impatto ambientale della coltivazione idroponica: l’uso dei diserbanti è inesistente, mentre quello dei fertilizzanti è mirato e non causa dispersioni nel terreno.
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