È da un po’ che pensi di convertire la tua azienda agricola ad agriturismo, ma non sai da dove iniziare? In questo articolo ti spiego come aprire un agriturismo, i requisiti richiesti e gli adempimenti da seguire.
Indice
La normativa di riferimento per aprire un agriturismo
La normativa di riferimento che disciplina l’attività agrituristica è la legge-quadro “Disciplina dell’agriturismo” n. 96 del 20 febbraio 2006 (comparsa sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 del 16 marzo 2006), a cui fanno seguito leggi specifiche sviluppate in autonomia dalle singole regioni. Questo significa che la legge emanata dallo Stato traccia solo l’impianto normativo di fondo, definendo l’attività di agriturismo e stabilendone le caratteristiche fondamentali, mentre è attribuito alle singole Regioni il compito di regolare gli aspetti specifici della materia.
La legge statale definisce cosa si intende per attività agrituristica, ovvero “le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, anche nella forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali (l. n. 96 del 20 febbraio 2006)”.
Ti rimandiamo quindi alla legge emanata dalla regione nella quale intendi aprire il tuo agriturismo, per conoscere i criteri e i limiti per l’esercizio dell’attività stessa sul tuo territorio di riferimento: sono infatti le stesse a regolare gli aspetti amministrativi, organizzativi, produttivi e igienico-sanitari in dettaglio.
I requisiti necessari per aprire un agriturismo
La prima cosa che devi verificare per aprire il tuo agriturismo, è quella di possedere i requisiti oggettivi e soggettivi stabiliti dalla legge quadro statale.
Requisito soggettivo
Come abbiamo visto nella definizione precedente, un agriturismo può essere condotto da un’impresa individuale o societaria, nella quale almeno uno dei soci deve avere la qualifica di imprenditore agricolo (così come definito dall’articolo 2135 del codice civile), attraverso l’utilizzazione dell’azienda in rapporto di connessione con le altre attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali.
Si è imprenditore agricolo se si gestisce un’azienda agricola, la cui attività deve rimanere prevalente rispetto all’attività agrituristica. È a tutti gli effetti prevalente quando vengono utilizzati spazi aziendali e prodotti derivanti principalmente dall’attività dell’azienda agricola, attraverso l’impiego di tempo\lavoro in misura superiore in questo genere di attività.
Nel 2004 il legislatore ha introdotto una specificazione della figura dell’imprenditore agricolo, ovvero quella dell’imprenditore agricolo professionale (IAP, Decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99 e successive modifiche): in base a questo decreto, per essere considerati imprenditore agricolo professionale, bisogna essere in possesso delle qualifiche professionali necessarie per portare avanti l’attività agricola. Ogni regione ha emanato a riguardo una legge specifica, ma in generale sono riconosciute come competenze e conoscenze professionali necessarie, tre anni di lavoro in un’azienda agricola, oppure il possesso di un titolo di studio come la laurea o un diploma ad indirizzo agrario. Oltre alle competenze, l’imprenditore agricolo professionale deve dedicare alle attività agricole almeno la metà del proprio tempo di lavoro e ricavare dalle stesse almeno la metà del proprio reddito globale (anche in qualità di socio o amministratore di società agricole).
Il requisito oggettivo
Una volta verificati i requisiti soggettivi, devi chiederti quali sono le attività che intendi sviluppare nel tuo agriturismo, tra quelle definite dalla legge come rientranti tra le attività agrituristiche:
a) dare ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori;
b) somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona, ivi compresi i prodotti a carattere alcoolico e superalcoolico, con preferenza per i prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG o compresi nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, secondo le modalità indicate nell’articolo 4, comma 4;
c) organizzare degustazioni di prodotti aziendali, ivi inclusa la mescita di vini, alla quale si applica la legge 27 luglio 1999, n. 268;
d) organizzare, anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’impresa, attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche e di ippoturismo, anche per mezzo di convenzioni con gli enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.
(l. n. 96 del 20 febbraio 2006)
Cosa serve per iniziare
Una volta che hai verificato il possesso dei requisiti oggettivi e soggettivi stabiliti da legge statale, devi rifarti a ciò che è stabilito dalla legge della tua regione in materia di agriturismi.
Per prima cosa devi richiedere l’iscrizione all’Elenco regionale o provinciale degli Operatori Agrituristici, rivolgendoti al settore agricoltura della Provincia in cui vuoi aprire l’agriturismo.
Per poter ottenere l’iscrizione a tale elenco, devi essere in possesso di alcuni requisiti soggettivi, oltre ad alcuni requisiti specifici dell’azienda: a seguito della verifica da parte di un funzionario regionale, vengono stabiliti i limiti di ricettività per i diversi servizi agrituristici (numero di camere, numero di pasti…), in base alla consistenza della tua attività agricola.
Basta essere iscritti all’Elenco degli Operatori Agrituristici per poter aprire un agriturismo? Certamente no. Le singole regioni richiedono l’ottenimento del Certificato di connessione e complementarietà dell’attività agrituristica rispetto all’attività agricola, rilasciato dall’Amministrazione Provinciale competente. Questo documento serve ad attestare che l’attività agricola sia prevalente rispetto a quella agrituristica: ricorda che i criteri per valutare la prevalenza, e conseguentemente il rapporto di connessione, sono definiti dalle singole Regioni.
Ottenuto il certificato e l’iscrizione presso le Commissioni provinciali per gli agriturismi, puoi partire con i lavori necessari agli edifici che pensavi di riconvertire ad attività agrituristica, come la realizzazione di alloggi, punti ristoro e servizi ricreativi e non. In questo caso funziona il silenzio assenso: completati i lavori, devi presentare al Comune la Domanda di Segnalazione certificazione di Inizio Attività (SCIA), a cui devi allegare l’iscrizione all’Elenco e gli altri documenti specificati dalle singole leggi regionali; se il tuo Comune non risponde entro un arco di tempo stabilito dalla Regione, la domanda si intende accolta.
La Scia consente l’immediato avvio dell’attività agrituristica: sei pronto per aprire il tuo agriturismo!
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