La primavera sta tornando e questo è il momento giusto per conoscere come coltivare i pomodori.
Solo così potrai ottenere delle belle piante ricche di frutti profumati, da gustare in famiglia o con gli amici.
Anche se esistono molte varietà di pomodori, le regole da seguire sono pressappoco uguali per tutte e te le vado ad esplicitare proprio in questo articolo.
Ecco a te come coltivare i pomodori.
Indice
Il pomodoro (Solanum lycopersicum)
Prima di sapere come coltivare i pomodori bisogna innanzitutto capire le loro origini e le loro necessità ambientali. Il pomodoro appartiene alla famiglia delle Solanacee, come la patata, il peperone e la melanzana. È una pianta originaria delle regioni tropicali dell’America centro-meridionale, probabilmente del Perù.
Il pomodoro è una pianta a ciclo annuale: essendo originario di climi caldi, è una cultura tipicamente estiva. La parte che viene utilizzata è il frutto, in botanica detto “bacca”, che può avere forme molto diverse a seconda della varietà. L’introduzione del pomodoro in Europa, dove è stato portato degli spagnoli, risale alla metà del Cinquecento.
Per diversi secoli questo ortaggio è stato coltivato nel nostro continente solo come pianta ornamentale: viene infatti la diffusa credenza che il frutto avessi uno scarsissimo potere nutritivo e che non fosse adatto all’alimentazione umana o addirittura velenoso. Il nome scientifico del pomodoro, lycopersicum, (che gli fu attribuito nel Seicento) deriva da due parole, una greca e una latina e significa “pesca per lupi”. Il nome comune invece, in quasi tutti i paesi europei, deriva dal vocabolo con cui gli indigeni americani chiamavano la pianta, cioè tomate. Solo a partire dalla metà dell’800 si è cominciato a superare il pregiudizio sui pomodori, che finalmente hanno fatto la loro comparsa sulle tavole. Proprio in Italia, in particolare nelle regioni meridionali, furono avviate le prime coltivazioni di questa pianta che divenne in breve tempo molto diffusa: alla fine del 1800 era già presente in tutti gli orti dei paesi mediterranei.
Esigenze ambientali
Come abbiamo detto, per sapere come coltivare i pomodori dobbiamo conoscere le esigenze ambientali della pianta. Il pomodoro, infatti, germina normalmente da 5 a 8 giorni dopo la semina. La temperatura ottimale per la germinazione è di circa 20 °C, con un minimo di 18 °C. Le condizioni ottimali per le fasi successive della crescita variano da 22-25 °C, durante il giorno, a 16-18 °C durante la notte. In ogni caso, se la temperatura scende al di sotto dei 10 °C, i pomodori arrestano la crescita, per poi riprenderla quando la temperatura risale. Per questo motivo, la semina viene effettuata solitamente in ambiente protetto, con successivo trapianto in pieno campo in primavera inoltrata, quando la temperatura dell’aria, anche durante la notte, non scende mai a livelli pericolosi per la pianta.
Il pomodoro, data la sua origine, preferisce un clima temperato-caldo e una posizione soleggiata: l’esposizione diretta ai raggi del sole è necessaria perché frutti assumono la loro colorazione tipica. La pianta viene distrutta se si verificano brinate. Addirittura non sopporta temperature inferiori a 5 °C, alle quali subisce danni irreversibili.
Il terreno ideale per il pomodoro è profondo, ricco di sostanza organica e soffice. Questa pianta non tollera l’eccessiva umidità del suolo e soffre fino a morire quando si verificano ristagni d’acqua, soprattutto nel mese successivo al trapianto. Per questo motivo sono da preferire i terreni di medio impasto, oppure quelli ricchi di sabbia, cioè sciolti. Possono andare bene anche i terreni argillosi, purché ben lavorati, in modo tale che se piove abbondantemente l’acqua vada rapidamente verso la falda acquifera e non dia luogo a ristagni superficiali. Il pH ottimale per il pomodoro è compreso tra sei e 7,2, cioè neutro o leggermente acido.
Lavorazioni del terreno
Il pomodoro richiede per la sua crescita un terreno preparato con molta cura. Si deve innanzitutto effettuare in autunno una buona aratura abbastanza profonda, a 30-40 cm circa. Qualora fossero presenti sul terreno i residui della coltivazione precedente, occorre interrarli alla fine dell’estate, contemporaneamente all’aratura.
Prima di eseguire la semina in piano campo o il trapianto, bisogna effettuare i necessari lavori di affinamento del terreno tramite un’erpicatura. Le zolle devono essere molto ben sminuzzate e la superficie del suolo deve risultare pareggiata. Per arrivare a questa soluzione si può ricorrere ad una buona rullatura.
Come seminare i pomodori
Come coltivare i pomodori significa anche conoscere come seminare i pomodori. La semina viene normalmente effettuata in ambiente protetto alla fine dell’inverno, febbraio-marzo. Questo è dovuto sia perché i pomodori non tollerano il freddo, sia per favorire la loro germinazione che deve avvenire a temperature piuttosto elevate. L’ambiente ideale per la semina è una serra calda, dove la temperatura interna viene mantenuta intorno ai 20 °C.
Non disponendo di una serra, si può utilizzare un cassone ricoperto da un vetro o da un telo di plastica, all’interno del quale viene disposto uno strato di letame, o compost, e uno strato di terriccio. La fermentazione prodotta dalla decomposizione di questi materiali organici mantiene una temperatura elevata all’interno del cassone. Questo metodo viene perciò chiamato “letto caldo”. La temperatura interna deve essere intorno ai 20 °C, o comunque non inferiore mai ai 18 °C finché le piantine non spuntano dal terreno. Le fasi successive, possono essere caratterizzate da temperature leggermente più basse ma mai meno di 16 °C. Per le varietà da pelati, nelle regioni meridionali più calde è possibile effettuare la semina direttamente in pieno campo, a partire dalla metà di aprile.
Per quanto riguarda la disposizione in campo, bisogna tracciare delle file distanti 60 – 70 cm, lungo le quali scavare delle buchette, a 30 – 40 cm l’una dall’altra. In ogni buchetta vanno collocati 2-3 semi. In alternativa a questo procedimento, si può seminare più fitto lungo la fila, dimezzando la distanza tra le piante e poi effettuare un successivo diradamento, dopo 2-3 settimane, per riportare le piantine alle distanze consigliate della carta d’identità.
Il trapianto
Il trapianto in pieno campo va eseguito quando le piantine hanno raggiunto 3 – 4 cm di altezza, rispettando sempre le distanze consigliate della carta d’identità. Il periodo ottimale per eseguire questa operazione va da metà aprile nelle regioni meridionali e da metà giugno in quelle settentrionali. Se noti piantine affette da malattie, o comunque che non hanno le caratteristiche adeguate, devi distruggerle e assolutamente non trapiantarle, altrimenti potrebbero contagiare facilmente le altre piantine nel campo.
Se la pianta è stata coltivata in vasetti di torba o nelle blocchiere, il trapianto risulta molto agevole: basta scavare delle piccole buche, alle distanze consigliate per la semina in pieno campo, e inserire in esse le piantine insieme al loro pane di terra. Questa operazione risulta inoltre più sicura, poiché la crisi da trapianto in questo caso è molto limitata. Si avranno così maggiori probabilità di attecchimento e, di conseguenza, un minore rischio numero di fallanze.
Come coltivare i pomodori
Una volta effettuati la semina o il trapianto in campo, possiamo adesso vedere come coltivare i pomodori e quali sono le operazioni da eseguire durante il loro ciclo colturale. È bene, ad esempio, effettuare una o più sarchiature, allo scopo di arieggiare lo strato superficiale del terreno e di eliminare le eventuali erbacce.
L’eliminazione dei germogli che crescono all’ascella delle foglie e alla base del fusto prende il nome di “scacchiatura” o “sfemminellatura”. Questa operazione è molto importante perché tali parti della pianta sottraggono ai frutti molte sostanze nutritive, cioè entrano in competizione con essi. Questa va ripetuta ogni volta che è necessario.
Altra operazione da eseguire durante la coltivazione di pomodori è la cimatura, quando sulla pianta si sono formati 3-4 grappoli di frutti: si asporta l’apice della pianta lasciando 2 foglie al di sopra del grappolo di frutti che si trova nella posizione più alta. Questa operazione riduce lo sviluppo in altezza della pianta e, soprattutto, favorisce la nascita dei frutti, che crescono in modo maggiore e più rapido poiché eliminando l’apice si riduce la competizione per le sostanze nutritive tra questo e gli stessi frutti.
Ogni quanto innaffiare i pomodori
Conoscere come coltivare i pomodori non basta se non sai anche ogni quanto innaffiare i pomodori. Se ti stai chiedendo ogni quanto innaffiare i pomodori, questo è il momento giusto per farlo. L’irrigazione del terreno, infatti, va eseguita prima di tutto all’atto del trapianto. È forse questo uno dei momenti più importanti in cui irrigare il nostro orto. Farlo significa favorire l’attecchimento delle radici al suolo e quindi una maggiore probabilità di crescita della pianta.
L’irrigazione deve essere poi proseguita, con quantità moderate, a turni ravvicinati finché le piantine non abbiano ben attecchito: al massimo 2-3 giorni di distanza. In seguito, durante l’estate, occorre innaffiare con regolarità, specialmente durante i periodi siccitosi. È sempre preferibile intervenire spesso, distribuendo piccole dosi di acqua, piuttosto che innaffiare abbondantemente lasciando passare intervalli lunghi di tempo tra un intervento e l’altro.
Bisogna ricordare, inoltre, che è preferibile distribuire l’acqua sul terreno tra le file di pomodori. Occorre infatti evitare di bagnare le piante e in particolare i frutti, specialmente durante le ore più calde della giornata poiché le goccioline d’acqua che rimangono sopra di essi fanno da lente di ingrandimento e concentrano i raggi del sole sulla buccia: questo provoca così delle gravi ustioni ai frutti. Inoltre, un eccesso di umidità sulla pianta favorisce l’insorgere di marciumi. A tale proposito, dai un’occhiata all’articolo sul marciume apicale del pomodoro.
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