Sapere come coltivare il prugnolo selvatico può essere molto utile soprattutto nel caso in cui tu avessi bisogno di avere una siepe che funzioni anche come barriera protettiva.
Questa pianta antichissima e famosa anche per i suoi usi all’interno della medicina popolare, resiste benissimo alle avversità e all’inquinamento. Per questo, è oggi una delle piante ideali per recintare cortili di abitazioni private, orti, frutteti e parchi pubblici.
Scopriamo dunque tutte le caratteristiche di quest’albero, come coltivarlo al meglio e con quali benefici.
Indice
Il prugnolo selvatico: caratteristiche
Il Prunus spinosa, conosciuto come prugnolo selvatico o come strozzapreti, è un piccolo arbusto molto folto, appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
È un albero presente in Europa, in Asia e in Africa settentrionale. In tutte le zone in cui è diffuso è in grado di crescere spontaneamente ai margini di boschi e sentieri. Il prugnolo è inoltre in grado, grazie alle sue spine, di offrire un riparo sicuro agli uccelli o ad altri piccoli animali.
Caratterizzato da una crescita molto lenta, può però arrivare anche ai 5m di altezza e ai sessant’anni d’età. Il portamento del prugnolo è solitamente di tipo arbustivo-cespuglioso, ha un apparato radicale molto robusto e profondo e i suoi rami fini, contorti e spinosi, sono ricoperti da una corteccia marrone. La propagazione del prugnolo è favorita da una frequentissima emissione di polloni basali, che contribuisce a creare un senso di impenetrabilità in quest’albero.
La fioritura avviene tra marzo e aprile e i fiori, bianchi e composti da cinque petali, ricoprono completamente tutti i rami. Le foglie compaiono dopo la fioritura e sono grandi, ovate e con dei margini leggermente dentati. Lungo le nervature le foglie hanno una lieve peluria e, nella parte inferiore, sono di una sfumatura di verde più chiara.
Il prugnolo produce dei frutti tondi e blu, detti prugnole. Questi frutti sono delle drupe, cioè dei frutti carnosi che completano la loro fase di maturazione intorno al mese di settembre. Il loro sapore è un po’ acidulo e all’interno racchiudono un seme centrale di forma oblunga.
Presta molta attenzione al seme: contiene una sostanza tossica chiamata acido cianidrico. Per questa ragione ti sconsigliamo di utilizzarlo in alcun modo.
Ora che abbiamo visto assieme quali sono le sue caratteristiche principali, entriamo nel vivo della sua coltivazione.
Prugno selvatico: messa a dimora
Innanzitutto, la messa a dimora: questa va effettuata nel periodo autunnale, mediante una buca scavata nel terreno. Le dimensioni della buca devono corrispondere al doppio delle misure del pane di terra che avvolge la piantina.
Se dovessi decidere di piantare più prugnoli, ecco le misure per il sesto d’impianto:
- distanza di 1,5m tra le piante
- distanza di 2,5m tra le file
Sia che tu voglia coltivare una sola pianta sia che tu voglia coltivarne diverse, ti consigliamo comunque di sostenere il tuo albero con dei tutori, in modo da facilitargli la crescita.
Hai già un prugnolo e vuoi riprodurlo? Ecco quello che devi fare per propagarlo per talea:
- il momento ideale per procedere è durante il riposo vegetativo della pianta, cioè durante l’autunno o le prime settimane della primavera
- usando delle cesoie disinfettate, preleva delle talee (ovvero dei frammenti del tuo prugnolo)
- mettile a radicare in contenitori con all’interno un miscuglio di terriccio e sabbia
- una volta che le talee avranno radicato, sistemale in vasi singoli e lasciale crescere lì per almeno due anni prima di passare alla messa a dimora nel tuo orto o nel tuo giardino
Prugnolo selvatico: cure culturali
Il prugnolo è una pianta molto semplice da coltivare perché, essendo una specie rustica, non ha bisogno di particolari condizioni per crescere e prosperare: tollera bene sia il gelo molto intenso sia il caldo e non ha esigenze specifiche a livello di terreno.
Tuttavia, come ogni pianta, anche il prugnolo ha bisogno di essere seguito durante la coltivazione.
Il terreno, come abbiamo visto, non è un problema: sia esso calcareo o argilloso, andrà benissimo. L’importante è che sia ben drenato e che dunque non si formino dei pericolosi ristagni d’acqua.
Per quanto riguarda invece l’esposizione, ti consigliamo di piantarlo in una zona abbastanza soleggiata del tuo giardino. Se tale spazio non dovesse essere disponibile, sarai felice di sapere che il prugnolo riesce a svilupparsi anche in zone semi-ombrose.
Anche l’innaffiatura non è complicata: questa pianta non ha problemi con dei periodi di siccità anche piuttosto lunghi e generalmente si accontenta dell’acqua piovana. Anche in questo caso, però, ti consigliamo di stare più attento durante la fioritura e la fruttificazione, momenti della vita del prugnolo durante i quali è meglio innaffiarlo periodicamente.
Per quanto riguarda la concimazione, invece, il nostro consiglio è quello di spargere alla base del prugnolo dello stallatico maturo o del concime granulare a lento rilascio. Effettua questa operazione di concimazione durante l’autunno: in questo modo, riuscirai a stimolare la nascita di nuove branche fruttifere.
Intervieni con degli interventi di potatura nel caso in cui dovessi accorgerti della presenza di rami malati, secchi o spezzati. Puoi anche cercare di dare al tuo prugnolo una più classica forma ad alberello, ma in questo caso faresti bene a intervenire sin dalla messa a dimora per direzionarne la crescita.
Prugnolo selvatico: malattie
Per quanto riguarda le malattie, dovrai prestare un po’ di attenzione in più verso il tuo prugnolo. Ecco da cosa potrebbe essere colpito:
- afidi e cocciniglie, nel caso in cui il clima dovesse essere troppo umido
- colpo di fuoco batterico, responsabile della necrosi dei rami, dei fiori e anche dei frutti
- funghi patogeni come il Corineo o la Monilia delle Drupaceae, che causano la necrosi del tessuto legnoso e, anche in questo caso, la perdita dei fiori e dei frutti
Ti consigliamo di cercare di prevenire le malattie e gli attacchi patogeni usando innanzitutto il macerato di ortica, ottenuto mettendo a macerare nell’acqua dei rametti e delle foglie d’ortica per almeno due settimane. Dovrai poi filtrare il composto per mezzo di un colino, sistemare la quantità da utilizzare al momento in uno spruzzatore e il resto in bottiglie con chiusura ermetica.
Inoltre, prima o dopo la fioritura, ti consigliamo di trattare il prugnolo con del rame contro le malattie crittogame. Durante l’inverno, invece, puoi utilizzare l’olio bianco sui rami e sulla corteccia ed evitare così gli attacchi della cocciniglia.
Ti abbiamo raccontato tutto quello che c’è da sapere sulla coltivazione del prugnolo. Seguendo questa nostra piccola guida siamo certi che potrai goderti i suoi frutti sia freschi sia sotto forma di marmellate e, perché no, potresti anche cimentarti nella preparazione del prugnolino, un buonissimo liquore.
Buon divertimento!
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