La coltivazione dello zafferano è una pratica sicuramente interessante: infatti, oltre a farti in mettere in pratica tante tecniche utili nell’agricoltura, risulta essere un’ottima fonte di introiti se sfruttata nel modo giusto.
Lo zafferano, chiamato anche “oro rosso”, è infatti una pianta che richiede tante attenzioni sia in fase di coltivazione che di raccolta, motivo per cui il suo costo è effettivamente elevato.
Sapere dove (e come) mettere le mani, diventa allora cruciale ed è proprio lo scopo di questo articolo.
Indice
Qualche dettaglio sullo zafferano
Lo zafferano è una spezia molto preziosa che si ottiene dalla lavorazione dello zafferano vero (Crocus sativus), ovvero una pianta appartenente alla famiglia delle Iridaceae.
Il nome deriverebbe dalla parola araba za’faran, giallo, per indicarne il singolare colore.
Lo zafferano è particolarmente coltivato in Asia e nei paesi del Mar Mediterraneo, come Italia, Spagna e Grecia.
In Italia le colture più estese si trovano sicuramente nelle regioni delle Marche, Sardegna e Abruzzo.
Caratteristiche botaniche
Nell’età matura, lo zafferano è una pianta che presenta un bulbo tubero di circa 5 cm di diametro, capace di contenere fino a 20 gemme da cui avranno origine i vari organi della pianta.
Da ogni gemma avranno origine i getti, che contengono i fiori e le foglie quasi completamente sviluppati.
Il caratteristico fiore dello zafferano è di colore viola, formato da 6 petali; la parte maschile è costituita da 3 antere gialle su cui è appoggiato il polline, mentre quella femminile è formata dall’ovario, stilo e stimmi (da cui poi ha origine la spezia).
La coltivazione dello zafferano: le basi sono terreno, clima e bulbi giusti
La coltivazione dello zafferano non è di per sé una pratica complessa, ma richiede tanta cura e accortezza perché, come sempre, sono i dettagli a fare la differenza.
Prima di pensare a quale tipo di bulbo piantare, infatti, è bene preoccuparsi di offrire alle future piante l’ambiente giusto che più si confà alle loro esigenze: ecco che quindi clima e terreno giusti diventano elementi essenziali nella coltivazione di questa pianta.
Terreno
Il terreno in cui si deve andare a piantare lo zafferano deve assolutamente essere drenante: ristagni idrici e terra argillosa, infatti, non aiuterebbero lo sviluppo del bulbo, ma anzi, potrebbero causarne una precoce malattia.
Il terreno scelto per la coltivazione dello zafferano, quindi, oltre che essere fertile, deve essere anche lavorato fino in profondità e organizzato secondo baulature rialzate che possono effettivamente proteggere la pianta dall’acqua.
Clima
Per coltivare lo zafferano, l’elemento essenziale è la luce: assicurarsi di scegliere un terreno ben esposto alla luce potrebbe davvero fare la differenza.
Parlando di temperature, il clima mediterraneo sembra essere ottimo per la pianta che non risente troppo né dal freddo né della siccità.
Bulbi
I bulbi che si pianteranno, ovviamente, giocano un ruolo essenziale: per ottenere un prodotto di qualità anche la base di partenza deve essere ottima.
Per essere sicuri di aver comprato dei bulbi buoni, ci sono dei piccoli fattori che devono essere presi in considerazione e che sono:
- Dimensioni (i bulbi, infatti, devono avere un diametro tra i 2 e i 4 cm)
- Devono essere asciutti e privi di parti marce
- Età (i bulbi hanno durata annuale, quindi va piantato abbastanza velocemente)
Coltivazione dello zafferano: passiamo alla pratica
Una volta selezionato il bulbo, non resta che piantarlo.
La pianta di zafferano può essere coltivata sia nell’orto che in vaso e, in entrambe le modalità, le regole da seguire sono identiche.
Per iniziare, bisognerà scavare una fila di buche profonde 10/15 cm e distanti tra loro circa 20 cm.
Ogni bulbo, sia in orto che in vaso, dovrà distare circa 5 cm dall’altro.
Una volta prese le giuste misure, si dovrà coprire tutto di terra fresca e morbida annaffiando immediatamente.
La vita del bulbo, come accennato prima, è annuale e il suo ciclo vitale viene diviso in 2 periodi semestrali, quello attivo e quello di riposo, così scanditi:
- agosto: si piantano nuovi bulbi
- settembre: nascita delle prime foglie
- ottobre/novembre: fioritura dei bulbi
- dicembre-maggio: crescita vegetativa della pianta e nascita dei bulbi figli dal bulbo madre
- giugno-luglio: riposo della pianta
Coltivazione dello zafferano: quale tecnica scegliere?
La coltivazione dello zafferano si distingue in di diverse tipologie: annuale e poliennale.
Entrambe hanno pregi e difetti e sta all’agricoltore decidere quale scegliere secondo la propria inclinazione.
Coltivazione annuale dello zafferano
La coltivazione annuale è quella che segue il ciclo di vita natura della pianta.
Seguendo questo ciclo annuale, ogni anno, a giungo, sarà necessario dissotterrare i bulbi e ripiantarli su un nuovo terreno, cosa che si traduce in un’attività sicuramente molto impegnativa così articolata:
- Metà giugno: il bulbo viene estratto dal terreno e piantato in uno nuovo e ben lavorato
- La fase di estrazione dei bulbi può durare fino alla fine del mese di agosto e richiede la massima attenzione da parte dell’agricoltore per evitare che la pianta subisca danni
- Una volta estratto il bulbo tutta la crosta esterna dovrà essere eliminata e, sempre nella stessa giornata, il bulbo dovrà essere piantato nel nuovo terreno per far si che cominci il processo vegetativo senza restare troppo tempo fuori dal terreno
Seppur faticosa, la coltivazione annuale è quella che garantisce migliori risultati sia in termini di resa che di qualità, dato che il bulbo viene costantemente controllato e monitorato, prevenendo qualunque tipo di malattia e problematica.
Coltivazione poliennale dello zafferano
Questo tipo di coltivazione vuole che il bulbo venga lascito nello stesso terreno per massimo 3 anni consecutivi, permettendo di risparmiare qualcosa in termini di fatica e risorse, ma sacrificando abbastanza in termini di qualità del prodotto.
Raccolta, mondatura ed essiccazione: ecco l’oro rosso
Per quanto possa essere impegnativo coltivare la pianta di zafferano, la vera parte cruciale nella produzione della spezia è quella che riguarda tutto il processo che va dalla raccolta all’essiccazione.
I fiori di zafferano, infatti, vanno raccolti all’alba, quando ancora sono chiusi, per fare in modo che le proprietà organolettiche e nutritive della spezia rimangano intatte.
Una volta raccolti i fiori, bisognerà passare alla fase di mondatura. Si tratta dell’estrazione e pulizia degli stimmi, operazione che va svolta facendo particolare attenzione: essendo molto delicati, infatti, questi potrebbero spezzarsi.
Ultimo step è l’essiccazione: gli stimmi, infatti, devono essiccare lo stesso giorno in cui sono stati raccolti e per farlo ci sono due soluzioni:
- Un essiccatore per alimenti
- Avvolgerli in uno straccio di seta davanti al calore di una brace accesa
In entrambi i casi, la temperatura deve essere compresa tra i 35 e i 45 gradi.
Coltivare lo zafferano e riuscire a ricavarne la preziosa spezia, come vedi, è un processo che richiede dedizione e attenzione.
Del resto, che sia giallo o che sia rosso, pur sempre di oro parliamo!
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