L’idea di avere un orto casalingo affascina molte persone, sia per la possibilità di consumare frutta e verdura autoprodotta, quindi dalla provenienza sicura, sia come hobby che regala una grande soddisfazione personale.
Se abbiamo a disposizione un appezzamento di terreno abbastanza grande, possiamo adibirlo ad orto in pochi e semplici passi.
Certo, è sconsigliato piantare i semi o trapiantare le piante senza avere uno schema preciso. Non è solo una questione di ordine e pulizia, quanto anche di produttività: radici troppo vicine potrebbero danneggiare a vicenda le piante o togliere elementi nutritivi che non consentono un adeguato nutrimento.
Inoltre, nella crescita, i rami potrebbero intrecciarsi e avvicinarsi troppo, limitando lo sviluppo dei frutti sia in grandezza che in quantità.
Anche per piantare le erbette aromatiche è necessario prendere le misure, sia come spazio che come consociazione: alcune piante, se messe accanto, traggono giovamento una dall’altra; altre, invece, limitano a vicenda la propria crescita.
Ecco perché è importante disegnare e progettare un orto prima di piantare anche un solo seme all’interno del proprio giardino.
Indice
Come preparare un orto: le istruzioni passo dopo passo
Disegnare l’orto
Lo spazio che abbiamo a disposizione è importante per determinare che forma dare al nostro orto.
Da questa forma dipende tutta la struttura che daremo al nostro appezzamento da coltivare.
Partiamo dall’individuare lo spazio d’entrata e il punto d’acqua, che deve essere posizionato in maniera tale da poter collegare tutto il sistema idrico che servirà l’orto per intero.
Quindi tracciamo i camminamenti, ossia le strade calpestabili che useremo per passare tra le zolle coltivate senza pestarle. Ne è prevista, di solito, una principale, cui sono collegati camminamenti più piccoli per arrivare a tutte le porzioni di terreno.
Se lo spazio è sufficiente, bisogna progettare almeno il camminamento principale con la dimensione necessaria per far passare una carriola.
E’ necessario dover prevedere questa larghezza, anche a costo di diminuire lo spazio per le colture – che comunque potremmo poi recuperare con coltivazione in vaso o pergole.
A questo punto creiamo le aiuole da coltivare, chiamate anche parcelle. Ogni parcella deve essere accessibile da entrambi i lati se è larga, anche da un solo lato se è stretta e raggiungibile senza difficoltà da parte nostra.
Bisogna tener conto, ancora una volta, della disponibilità di acqua, che deve essere sempre garantita tramite gomma o tramite impianto a goccia.
Preparare il terreno
Su quale tipo di terreno stiamo per coltivare le nostre piante? E’ stato a lungo fermo, le zolle di terra sono compatte, o è stato a lungo coltivato, quindi lo troviamo già friabile?
Questa è una sola delle domande che dobbiamo porci prima di iniziare la preparazione del terreno.
A seconda delle sue condizioni di partenza potrebbero essere necessarie varie operazioni per muovere le zolle e rompere i blocchi di terra che non consentirebbero né il passaggio dell’acqua, né un radicamento corretto.
Per rendere di nuovo il terreno sciolto si possono eseguire operazioni di vangatura e di fresatura.
Per decidere cosa coltivare, inoltre, dovremmo conoscere lo stato del pH del terreno, la sua natura (sabbiosa, rocciosa, calcarea ecc…) e verificare la presenza di sostanze nutritive al suo interno, come fosforo, potassio e azoto, di solito i più implicati per la sussistenza delle colture.
L’ideale, in questo caso, è quello di consultare un agronomo che, con la sua strumentazione, è in grado di rilevare tutte queste informazioni, specialmente se il terreno è del tutto sconosciuto.
Se si è invece in possesso di queste informazioni, o almeno parte di essere, si può scegliere in che modo agire sul terreno con delle concimazioni controllate e delle colture adeguate alla natura della terra.
Costruire un sistema di irrigazione
Altro passo importante è quello di garantire ad ogni coltura la quantità di acqua di cui ha bisogno.
I sistemi di irrigazione a disposizione per un terreno sono diversi, ed è giusto scegliere quello più adeguato allo spazio da noi coltivato e alle esigenze ambientali in cui coltiviamo.
Se non abbiamo a disposizione una fonte d’acqua naturale o un canale di irrigazione, dovremo procedere con l’irrigazione tramite pompa o annaffiatura manuale.
In ogni terreno è consigliabile installare un sistema di raccolta dell’acqua piovana per i periodi di siccità che durano per tutta l’estate, specialmente nelle regioni più calde.
Abbiamo prima accennato all’impianto a goccia, un sistema di irrigazione che prevede il dosaggio dell’acqua da distribuire per ogni pianta. Leggi qui come realizzare un impianto a goccia autonomamente.
La rotazione delle colture
In un orto casalingo, generalmente di stampo biologico, la rotazione delle colture costituisce un elemento molto importante che mantiene il terreno sempre ricco e fertile.
Le piante da orto che vengono coltivate con maggior successo appartengono principalmente a quattro famiglie: solanacee (pomodoro, peperoni); cucurbitacee (zucca, zucchine, cetrioli); leguminose (piselli, fagioli); crucifere (broccoli, verza, rucola).
Sul finire di ogni coltivazione si può considerare di cambiare terreno d’appoggio per le piante coltivate, tenendo presente che alcune consumano più sostanza organica di altre: pomodori e peperoni, ad esempio, hanno una forte tendenza ad assorbire quanto più possibile dal terreno e “stancarlo”, quindi si dovrà concimare in maniera più significativa prima di mettere a dimora altre piante al loro posto.
Le consociazioni
Le consociazioni, ossia le coltivazioni di alcune piante nello stesso orto o inframezzate l’una con l’altra, sono molto consigliate per i vantaggi che tali piante possono apportarsi a vicenda.
Approfondisci l’argomento nel nostro articolo Consociazioni orto: quali piante coltivare in abbinamento.
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