Quando il governo cinese aveva annunciato alle Nazioni Unite che entro il 2020 avrebbe aumentato le foreste fino a quasi un quarto dell’intera superficie del paese in pochi credevano che un così grandioso progetto di riforestazione per combattere l’inquinamento in Cina fosse realizzabile ma a quasi metà del programma esiste un’area green più grande dell’Italia!
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L’ambizioso progetto di riforestazione della Cina
La Cina, insieme agli Stati Uniti, è il Paese che ha maggiormente contribuito al cambiamento climatico ed è per questo che sin dal 2013 ha portato avanti un complesso piano ecologico con l’obiettivo di mitigare il riscaldamento globale, garantire una “biosfera sostenibile” per le generazioni future e diminuire drasticamente l’inquinamento urbano.
Nel maggio del 2016 il governo cinese ha presentato al Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, l’agenzia dell’ONU per la tutela dell’ambiente e la promozione dell’utilizzo sostenibile delle risorse naturali (UNEP), il rapporto “Green is Gold: the Strategy and Actions of China’s Ecological Civilitation” promettendo di ridurre il consumo di acqua del 23%, il consumo di energia del 15% e le emissioni di CO2 per unità di PIL del 18% entro il 2020.
All’obiettivo della Cina di costruire la sua “civiltà ecologica” ed integrare lo sviluppo economico, sociale, culturale e politico con quello ecologico attraverso il risparmio di risorse si aggiungeva però anche quello di aumentare, sempre entro il 2020, la copertura forestale oltre il 23% della territorio del paese e la quota di giorni all’anno con una buona qualità dell’aria nelle città dell’80%.
Dal 2016 al 2020: una foresta grande quanto l’Italia e linee rosse contro l’urbanizzazione incontrollata
Con una spesa totale di circa 83 miliardi di dollari negli ultimi 5 anni sono stati piantati in Cina più di 338.000 chilometri quadrati di foreste, un’area grande più della superficie dell’Italia (che misura 301.338 km quadrati) ed entro al fine di quest’anno il programma prevede la riforestazione di altri 66.000 km quadrati.
Entro il 2035 la Cina si è posta l’ulteriore obiettivo di aumentare la percentuale di superficie verde complessiva del paese e portarla dal 23% al 26%.
Un altro progetto green per proteggere le risorse naturali e ridurre l’inquinamento nelle aree ecologicamente fragili della Cina è stato avviato dal Consiglio di Stato che ha annunciato l’istituzione di “ecological red lines”, le linee rosse ecologiche per delimitare e proteggere da ulteriori sviluppi urbani le aree in cui sono presenti parchi nazionali, foreste e fiumi.
Alcune regioni, inclusa la provincia di Jiangsu, hanno già implementato un tale sistema ma il piano comprende fondi e progetti per la protezione delle aree naturali della provincia di Gansu, delle sorgenti dei fiumi Yangtze (fiume Azzurro), Yellow (fiume Giallo) e Mekong nella riserva nazionale naturale di Sanjiangyuan nella provincia del Qinghai.
Non solo riforestazione: l’impegno della Cina nella lotta contro l’inquinamento
Il governo cinese ha intenzione di investire entro il 2020 360 miliardi di dollari in fonti di energia rinnovabile per far sì il paese raggiunga la percentuale del 20% di energia pulita entro il 2030.
I cospicui investimenti della Cina nel settore delle energie rinnovabili (soprattutto energia solare, eolica e idroelettrica) hanno l’obiettivo dell’autosufficienza energetica del paese e quello di tutelare la salute pubblica e la qualità della vita dei cinesi ma ne guadagneranno anche la lotta contro il riscaldamento climatico e l’inquinamento globale.
Laura Cannarella
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