Se sei un agricoltore o un imprenditore agricolo è possibile che tu sia proprietario di un terreno e che ti sia posto mille volte la domanda: “Ma è possibile costruire su questo terreno o il suo uso è strettamente limitato a pratiche agricole?”
Bene, oggi risponderemo finalmente alla tua domanda approfondendo nei dettagli la questione: in genere, infatti, si tende a pensare che questi terreni possano essere solo adibiti a coltivazioni, ma oggi vedremo che le cose potrebbero essere diverse da quelle che abbiamo sempre pensato.
Fuoco alle polveri e via, iniziamo.
Indice
In base a cosa viene definito un terreno agricolo?
La definizione di terreno agricolo è riportata sul Piano Regolatore Generale (PRG) ovvero lo strumento urbanistico vigente che divide i territori in Zone Territoriali Omogenee (ZTO) in base alla loro destinazione.
Le zone sono 6, caratterizzate dalle prime lettere dell’alfabeto.
- Zona A: zone del territorio comunale che comprendono parti di territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi
- Zona B: zone del territorio comunale che comprendono le parti di territorio totalmente o parzialmente edificate diverse dalle zone A in cui l’indice di densità territoriale di ciascuna zona enucleata non sia inferiore ad 1,5 mc/mq
- Zona C: zone del territorio comunale che comprendono le parti di territorio destinate a nuova edificazione per la realizzazione di manufatti ad uso residenziale o direzionale o ricettivo o extralberghiero, l’intervento è ammissibile previa redazione di uno strumento urbanistico esecutivo che ha carattere obbligatorio, di iniziativa pubblica o privata o a cura dei soggetti attuatori di progetti di edilizia sovvenzionata e convenzionata secondo gli indici urbanistici e i modelli tipologici di progetto indicati negli strumenti urbanistici esecutivi che hanno carattere obbligatorio, redatti per iniziativa pubblica e privata
- Zona D: zone del territorio comunale che comprendono le aree destinate alle attività produttive, non agricole, a valenza varia
- Zona E: zone del territorio comunale che comprendono aree agricole in cui si manifestano le colture in modo variamente articolato
- Zona F: zone del territorio comunale che comprendono gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale
Il PRG, dunque, identifica nella Zona E tutti i terreni comunali destinati ad attività agricole, limitando l’attività edificatoria per salvaguardare l’ambiente e il paesaggio.
Se, da un lato, quindi, non esiste alcun obbligo che spinga il proprietario del terreno agricolo a coltivarlo, dall’altro non esiste alcuna scappatoia con cui, invece, edificarlo.
Ma quindi è totalmente impossibile costruire su un terreno agricolo?
Se la classificazione del terreno rimane destinata alla sola attività agricola, purtroppo, non ci sono molte alternative e il vostro terreno dovrà essere sfruttato solo con la pratica di colture.
Allo stesso tempo, però, lo status dei terreni comunali non è eterno, ma potrebbe cambiare nel corso degli anni: il terreno che per anni è stato considerato agricolo, infatti, potrebbe venire “promosso” e trasformato in una zona residenziale ed edificabile.
Se non sei esattamente sicuro della natura del tuo terreno, è sempre meglio cercare di saperne di più prima di costruire: il rischio di dover buttare giù tutto è concreto.
Come faccio a capire se il terreno è edificabile?
Per capire e conoscere la natura di un terreno è necessario ottenere il certificato di destinazione urbanistica dal Comune interessato.
Una volta compilata l’apposita domanda, infatti, basterà allegare:
- Documento d’identità
- Mappa catastale del terreno
- Ricevuta del versamento al Comune
Entro 30 giorni arriverà il certificato, in cui sarà possibile scoprire anche la presenza di eventuali vincoli ambientali e paesaggistici collegati alla vostra proprietà.
Vuoi costruire una casa colonica? Puoi!
Se dopo tutti gli accertamenti il terreno risulta comunque non edificabile, non disperare: molto spesso, infatti, sui terreni agricoli vi è la possibilità di costruire una casa colonica, ovvero la casa in cui vivono gli agricoltori che si occupano delle colture del terreno.
Ovviamente, ci sono delle norme che vanno comunque rispettate.
Infatti, dato che si tratta di una casa colonica destinata a professionisti del settore agricolo, bisognerà dimostrare di essere tali e quindi di essere un coltivatore diretto o un imprenditore agricolo da almeno tre anni.
In più, l’edificio che andrete a costruire deve rispettare l’indice di fabbricabilità del terreno, ovvero il rapporto tra il volume dell’edificio da costruire e la superficie del terreno su cui verrà costruito.
Per i terreni agricoli questo indice è molto basso e generalmente si aggira intorno ai 0,03 mq/mc: insomma, più il terreno sarà grande, più sarà grande la casa colonica.
Le limitazioni, inoltre, riguardano anche i materiali che vengono impiegati nella costruzione della casa e variano da località a località.
Insomma, se soddisfi tutti questi criteri e hai deciso di costruire una casa colonica per non separarti mai dal tuo terreno agricolo, non ti resta che chiedere il permesso di costruire al tuo Comune.
Se, invece, vuoi stimare il valore del tuo terreno agricolo, questo è l’articolo che cerchi.
Buon lavoro!
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