Di tutti gli alberi da frutto comunemente coltivati in Italia, le due tipologie sicuramente più diffuse sono quella delle drupacee e quella delle pomacee.
La maggior parte dei frutti consumati sulle nostre tavole appartengono proprio a questi due raggruppamenti, come ad esempio pesche, albicocche, mele, susine, pere, nespole, sorbo, ciliegie, azzeruolo, mandorle e altre ancora.
Proprio perché sono le più nominate e utilizzate vengono spesso anche confuse, non solo come termini ma anche come metodi di coltivazione.
In questo articolo faremo chiarezza sulle differenze tra le pomacee e le drupacee e vedremo in che modo vanno coltivate correttamente.
Indice
Qual è la differenza tra pomacee e drupacee?
Cominciamo con il dire cosa le accomuna. Drupacee e pomacee fanno parte della stessa famiglia, quella delle Rosaceae.
La differenza principale tra queste due categorie di piante risiede nel tipo di frutto che producono.
Per essere più precisi, solo le drupacee producono un vero e proprio frutto dotato di buccia, polpa e nocciolo, che racchiude al suo interno i semi.
Le pomacee producono invece pomi, altrimenti detti falsi frutti. I pomi non sono altro che accrescimenti di una parte del fiore, ma il vero e proprio frutto è solo il torsolo che protegge i semi al suo interno.
Mele, pere e nespole rientrano proprio in quest’ultima categoria.
In virtù di questa sostanziale differenza seguono anche diverse tecniche di coltivazione, che favoriscono lo sviluppo dei frutti e la crescita stessa degli alberi.
Differenza tra pomacee e drupacee: coltivazione
Terreno
Drupacee e pomacee accettano generalmente lo stesso tipo di terreno, a pH neutro o leggermente acido, con buon nutrimento organico e ben drenato, così da evitare la formazione di ristagni idrici.
La materia organica è molto importante perché influisce attivamente sulla fruttificazione, sia come quantità che come qualità.
Concimazione
Per l’appunto, concimare correttamente gli alberi da frutto fa sì che l’albero possa avere una produzione rigogliosa con buona polpa.
Non solo: una pianta ben concimata avrà anche più forza per resistere agli attacchi di agenti esterni, come funghi e parassiti.
Sulla concimazione drupacee e pomacee si comportano diversamente.
Le drupacee, in particolare il pesco, hanno bisogno di una concimazione azotata. L’assenza di azoto incide negativamente sulla pianta, portando all’ingiallimento delle foglie, ad una cascola più incisiva e un rinnovo vegetativo scarso.
Le pomacee, soprattutto melo e pero, manifestano una minore necessità di azoto, ma a differenza delle drupacee hanno un intervallo prolungato tra fioritura e maturazione durante il quale si verifica spesso una grossa carenza di nutrienti.
L’unico periodo in cui anche le pomacee hanno davvero bisogno di azoto è quello successivo alla raccolta, tra la fine dell’estate e l’autunno, per aiutare le piante a sviluppare le radici a seguito della potatura verde (o potatura estiva).
Potatura
La potatura consiste nella rimozione dei rami secchi e deboli, dei succhioni, dei polloni e in generale nello sfoltimento della chioma della pianta.
Non solo: durante la potatura si selezionano le gemme, che nel caso delle pomacee possono svilupparsi solo a legno (dando solo foglie) o miste (dando foglie e frutti), mentre nelle drupacee anche a fiore.
Questa informazione è importante per capire in che modo procedere con la potatura delle due tipologie di piante.
All’interno delle drupacee esiste una sostanziale differenza: ciliegio e mandorlo non vanno mai potati, se non per sfoltire la chioma nel periodo estivo, mentre su albicocco, susino e pesco vanno potati i rami più vecchi, dato che le nuove gemme risultano più produttive.
Completamente opposta è la produzione delle pomacee, che diventano fruttifere sui rami più vecchi. La potatura riguarda quindi i rami generati da gemme giovani, tutelando i rami più vecchi.
Malattie delle pomacee e malattie delle drupacee
Le due “cugine” della famiglia delle Rosaceae hanno in comune quasi tutte le malattie generate da insetti e funghi.
Sia le drupacee che le pomacee vengono infatti attaccate da afidi, ragno rosso, cocciniglie, carpocapsa, mosca della frutta e tentredine.
Questi insetti possono colpire sia i frutti, di cui sono ghiotti, sia altre parti aeree della pianta come il tronco, le foglie, le nuove gemme e i rami.
Tra i funghi che più facilmente colpiscono le pomacee e le drupacee troviamo invece il cancro rameale, il mal bianco e la ticchiolatura.
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