di Antonino Crapanzano
L’argomento che tratteremo in questo articolo è molto caro, utile e sono sicuro che piacerà a tutti coloro che sono appassionati di alberi da frutto e, in particolare, che possiedono una coltivazione di noce.
Approfondiremo gli aspetti principali che riguardano il disseccamento del noce.
Vedremo quali sono le cause, malattie o parassiti, che portano al deterioramento dei nostri alberi di noce, come possiamo prevenire l’insorgenza delle malattie responsabili del disseccamento del noce o difendere la nostra coltura se l’infezione è già in corso.
Tuttavia, prima faremo un accenno a quelle che sono le caratteristiche più importanti dell’albero di noce, coltura tra le più redditizie in tutto il mondo.
Indice
Caratteristiche principali del noce
Il noce da frutto, Juglans regia (Linnaeus, 1753), è una pianta originaria dell’Asia che appartiene alla famiglia Juglandaceae. Fu introdotta in Europa dai greci per il suo frutto che sappiamo essere commestibile.
Oggi questa pianta è diffusa in tutto il mondo e in Italia la sua coltivazione ha un peso rilevante soprattutto in Campania.
Il noce nero, Juglans nigra (Linnaeus, 1753) è un’altra specie appartenente alla famiglia Juglandaceae molto diffusa in America settentrionale.
L’albero di noce ha un portamento maestoso, è molto vigoroso ed è caratterizzato da un tronco piuttosto alto, diritto e solido. Le sue radici sono robuste e fittonanti.
Le foglie del noce si presentano composte e alterne, formate a loro volta da 5 a 9 foglioline ciascuna, più raramente ve ne saranno 11; inoltre, sono caduche e quindi con l’arrivo della stagione autunnale cadranno.
L’albero di noce rientra tra le specie monoiche, ciò significa che porta sia fiori femminili sia fiori maschili, questi ultimi raccolti in amenti di lunghezza compresa tra 10 e 15 cm, presentano numerosi stami che troveremo sui rami dell’anno precedente prima della comparsa delle foglie.
I fiori femminili, invece, derivano da gemme miste, possono essere solitari o riuniti in gruppi di 2 o 3. Compaiono sui nuovi germogli contemporaneamente alle foglie.
Il frutto del noce è una drupa composta da tre parti:
- esocarpo carnoso, chiamato mallo, di consistenza fibrosa che a maturità annerisce e cade liberando l’endocarpo;
- endocarpo legnoso, quindi la noce vera e propria, che si presenta costituito da due valve o coppelle che all’interno racchiudono il gheriglio;
- gheriglio, è la parte commestibile della noce e costituisce il seme del nostro albero di noce.
Il noce può essere coltivato, oltre che per la produzione dei suoi frutti, anche per la produzione del legno che risulta essere molto pregiato o per entrambe gli scopi.
Le principali cause del disseccamento del noce
Vediamo quali sono le principali malattie del noce che possono determinarne il disseccamento, quali sono le cause principali, come possiamo eseguire la prevenzione e mediante quali metodi di lotta possiamo difendere le nostre coltivazioni.
Cancro rameale o Malattia dei mille cancri o Disseccamento rameale del noce
Il cancro rameale è una malattia causata dal fungo patogeno Geosmithia morbida (M.Kolařík , E.Freeland , C.Utley e Tisserat, 2010) che viene veicolato da Pithiophthorus juglandis,
Pithiophtorus juglandis o scolitide del noce nero è un coleottero parassita del noce di dimensioni 1,5 – 1,9 mm, della famiglia Curculionidae (Latreille, 1802).
Questo insetto vive e si sviluppa sotto la corteccia dei rametti più giovani ma anche delle branche e del fusto sui quali vedremo numerosi fori d’ingresso praticati dall’insetto e dai quali penetrerà anche il fungo. Per tale ragione il disseccamento rameale del noce è nominato anche malattia dei mille cancri.
In primavera gli individui adulti infettati dal fungo patogeno si dirigono verso gli alberi di noce indeboliti e si riproducono sotto le cortecce dei loro rametti più giovani, sottili e facili da perforare per deporre le uova.
La corteccia presenterà fessurazioni e la linfa non scorrerà più verso la chioma e per questo motivo si verificherà il disseccamento della parte colpita dell’albero di noce, riconoscibile per la presenza di foglie secche anche a molta distanza di tempo.
Il cancro rameale si espanderà verso il basso e contemporaneamente la parte aerea disseccherà interamente e la pianta morirà.
Questa malattia può uccidere piante di medie dimensioni in tempi brevi, circa 3-4 anni.
Maculatura batterica o Mal secco o Batteriosi
La maculatura batterica o mal secco del noce è provocata dal batterio Xanthomonas campestris pv. juglandis, tra i più pericolosi per le coltivazioni di noce, che sverna tra i germogli, i frutti, le foglie e le lesioni dei ramoscelli.
L’infezione batterica può interessare tutti gli organi verdi della pianta:
- gli amenti del noce, o fiori maschili, presentano imbrunimenti, deformazioni e disseccamento;
- i fiori femminili degli alberi di noce mostrano maculature o striature di colore bruno-nerastro che, con l’avanzamento dell’infezione, porteranno al loro disseccamento e successivo distacco;
- le foglie sono molto suscettibili poiché possono essere attaccate in qualsiasi stadio del loro sviluppo. Inizialmente presenteranno macchie clorotiche che potremo notare anche sul picciolo e i germogli; queste condurranno alla necrosi dei tessuti seguita da deformazione e lacerazione del lembo fogliare che potranno causare il loro totale disseccamento;
- i frutti in via di sviluppo possono mostrare tacche di pochi millimetri, tondeggianti e depresse. Le infezioni tardive sui frutti attaccano principalmente il mallo con la formazione di tacche depresse che potranno estendersi e riguardare il guscio e il gheriglio che diventeranno di consistenza molle.
I sintomi possono comparire ed essere evidenti già qualche giorno dopo che sia avvenuta l’infezione.
Xanthomonas campestris penetra nella pianta attraverso gli stomi, le cicatrici fogliari e gli stigmi fiorali mediante i quali invade lo xilema e le gemme; opera con optimum di temperatura compreso tra 20°C e 28°C, in presenza di una bagnatura prolungata degli organi vegetativi e con elevata umidità relativa.
Il batterio provoca le infezioni primarie poco dopo la ripresa vegetativa delle piante, trascorre il periodo primaverile-estivo sulle foglie e colonizza gli amenti e le giovani foglie. Durante l’inverno vive nelle gemme, nei cancri rameali e sui frutti caduti a terra.
La prevenzione
La prevenzione si esegue, innanzitutto, utilizzando materiale di propagazione sano e certificato. In un secondo momento è necessario mettere in atto le pratiche agronomiche necessarie per far desistere i funghi dall’attacco, le principali sono:
- evitare l’irrigazione per aspersione soprattutto durante la fioritura;
- potare gli alberi di noce in modo da favorire l’arieggiamento della chioma;
- eseguire trattamenti chimici con prodotti a base di rame durante la schiusura delle gemme;
- eseguire trattamenti con sali di rame per proteggere le cicatrici fogliari in autunno e alla ripresa vegetativa.
Marciume radicale fibroso
Il marciume radicale fibroso del noce è causato da Armillaria mellea (P. Kumm, 1871), un fungo polifago e ubiquitario che provoca un accrescimento stentato della pianta, clorosi e appassimento delle foglie seguiti da un rapido disseccamento dell’intera chioma del noce.
Questo fungo può attaccare sia le piante che presentano segni di deperimento e carenze nutritive, sia le piante in salute, qualora il terreno sia poco drenato, è ricco di umidità ed è presente il ristagno idrico.
I sintomi che possiamo notare per primi nella parte aerea dell’albero sono l’ingiallimento fogliare e la conseguente filloptosi o caduta.
I principali danni si hanno sul colletto della pianta e si possono estendere anche sulla parte superiore dell’apparato radicale, punti in cui possiamo verificare il distaccamento della corteccia sotto la quale compaiono ampie zone necrotiche.
In queste parti compariranno macchie bianche estese all’esterno che ricoprono anche la corteccia.
In seguito a questi sintomi, gli alberi di noce andranno incontro a un disseccamento diffuso sull’intera pianta.
La difesa
Oltra alla prevenzione, la difesa dal marciume radicale fibroso può essere effettuata sugli alberi con un aspetto ancora in salute e con sintomi contenuti. Si procede come segue:
- eseguire lo sconcamento cioè la rimozione della terra presente intorno al colletto dell’albero fino a scoprire le prime radici;
- eliminare il fungo raschiando le parti interessate senza scoprire il legno sano e vivo;
- effettuare la sterilizzazione impiegando prodotti come i sali di rame o ferro che bloccheranno la crescita e lo sviluppo del fungo e lo porteranno alla morte.
Pensi che le informazioni presenti in questo articolo siano incomplete o inesatte? Inviaci una segnalazione per aiutarci a migliorare!